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" I sotterranei di Parigi"

TESTI
Luigi Mignacco
DISEGNI
Giuliano Piccininno

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Incubi, allucinazioni, serial killer e sdoppiamenti di personalit�: ecco il Dampyr secondo Mignacco.

Quattro passi nell'incubo
recensione di Guido Del Duca

Tra gli episodi sceneggiati da autori 'esterni' alla serie (fino ad ora abbiamo visto all'opera Diego Cajelli e Alberto Ostini) questo di Luigi Mignacco � probabilmente il meno convincente, anche se lo sceneggiatore genovese ha diversi alibi.
Mignacco si trova infatti a doversi destreggiare con una trama che appare come un trampolino per gli episodi a venire, e che quindi deve contenere forzatamente alcuni elementi che finiscono per appesantire il risultato.
La presenza di Araxe � il pi� importante di questi. Il suo risveglio, atteso dai tempi del n.10 Casa di sangue, non sarebbe indispensabile ai fini della storia, ma lo � per la continuity (torner� infatti nel prossimo numero). Mignacco deve quindi imbastire una trama in cui la vampira abbia un ruolo importante ma non fondamentale.

Il soggetto � lineare ed essenziale (forse troppo) anche se insiste eccessivamente sull'aspetto onirico, che alla lunga finisce per indebolirne l'impatto. La sceneggiatura � invece piacevole, cinematografica e priva di sbavature.
Peccato per il personaggio di Victor, che sembra la pallida ombra del poeta idealista e un po' folle ottimamente tratteggiato da Maurizio Colombo nel n.10.

Ci� che per� lascia maggiormente perplessi � la spiegazione dell'arcano: illusioni create, forse, da funghi allucinogeni che crescono nelle gallerie della metropolitana. Una simile spiegazione (peraltro lasciata abbastanza in sospeso, quasi che l'autore per primo si sia accorto della sua scarsa incisivit�) non � tanto discutibile in s� e per s�, ma lo diventa quando viene inserita nel contesto di questa serie, in cui un elemento del genere appare decisamente fuori luogo. Sarebbe invece del tutto accettabile, ad esempio, in Dylan Dog, di cui Mignacco � stato a lungo apprezzato autore (il DD 24 "I conigli rosa uccidono", una delle storie pi� note di Mignacco, presenta proprio una spiegazione analoga).

"Molto interessante lo scontro di Harlan con il suo doppio, anche se poteva ricoprire un ruolo di maggiore rilievo"    
Il compito � comunque svolto in maniera tutto sommato soddisfacente, anche se priva di grandi slanci. E' molto interessante, a proposito di slanci, lo scontro di Harlan con il suo doppio, che riprende e sviluppa quanto avvenuto nel n.23 "L'Elisir del diavolo", anche se forse si poteva fare di pi�, visto il modo un po' semplicistico in cui si conclude. (Vedere anche la scheda della storia)

Lo sceneggiatore riesce a centrare molto bene la figura del protagonista, anche se si ispira chiaramente all'Harlan uomo d'azione dei primi numeri.

Giuliano Piccininno si mantiene sullo standard della prova precedente, "Il vampiro di Highgate" (vedi la scheda di quell'albo), e ancora una volta conferma di trovarsi molto a suo agio con le architetture e le scene buie, mentre i volti spesso troppo spigolosi. Da segnalare per� l'ultima vignetta di pag.85, davvero riuscita.

Poco da dire sulla copertina di Enea Riboldi. Per una storia con questo titolo, sarebbe stato forse preferibile adottare una soluzione meno luminosa. Allo stesso modo, sarebbe stato interessante sfruttare il tema del 'doppio' di Harlan, che avrebbe dato anche maggiore appeal all'albo.


 

 


 
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