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DOPOLAVORO
FEBBRAIO 1999

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Dialoghi nella rete
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Dialoghi nella rete  

L'obbiettivo di "Dialoghi nella rete" � quello di proporre una selezione degli interventi pi� curiosi e interessanti fra i tanti che ogni giorno appaiono sul Web.

Il messaggio che inaugura la sezione � un divertente intervento di Moreno Roncucci tratto dal Newsgroup it.arti.fumetti, nato come risposta ad una banale provocazione: Tex � davvero invincibile? Riuscirebbe a cavarsela anche contro Superman? Alle ironiche e apocrife "versioni alternative" dello scontro fra il Ranger e l'uomo d'acciao, si accoda la divertita versione del simpatico Vincenzo Beretta.

Tex vs Superman


intervento di Moreno Roncucci
con una appendice di Vincenzo Beretta
(dal Newsgroup it.arti.fumetti)

Se lo scrive G.L. Bonelli:
Tex lo acceca a furia di pallottole negli occhi (non lo uccidono, ma sono peggio di un moscerino, gli lacrimano e non vede piu' niente) e poi lo prende a sberle indossando i bracciali dono dello stregone navajo (Superman e' vulnerabile alla magia).

Se lo scrive Sergio Bonelli - Guido Nolitta
(prima maniera, anni 70):
Tex prende in ostaggio Lois Lane e lo costringe alla resa.

Se lo scrive Sergio Bonelli - Guido Nolitta
(seconda maniera, anni 80-90):
Tex convince Lois Lane a fingersi un ostaggio e lo costringe alla resa.

Se lo scrive Boselli:
Tex va da El Morisco, che gli fa una lezione approfondita sugli avvistamenti di kryptonite negli ultimi 200 anni secondo gli annali dell'epoca e le leggende indiane. Dopo una lunga ricerca, di centinaia di pagine, in cui scopriamo il vero volto della civilta' Hopi, Tex si fa consegnare da uno stregone di quel popolo la krypronite. Nelle ultime 2 pagine, Tex farcisce le pallottole, trova Superman, gli spara. Fine.

Se lo scrive Nizzi (10 anni fa):
Come per il caso di G.L. Bonelli, ma Tex prende anche ferocemente per il culo superman mentre lo gabba...

Se lo scrive Nizzi (oggi):
Tex ne prende tante, ma tante! (non da Superman, da Lois Lane!) Superman guarda la scena a ride, ma per un colpo di fortuna in quel momento passa Doomsday che uccide sia Superman che Lois Lane. Tex commosso ringrazia e passa il resto dell'albo a struggersi per la sorte di Carson, a casa con un unghia incarnita...

Se lo scrive il Berardi di Ken Parker:
Nel villaggio Navajo, nasce una splendida storia d'amore fra un giovane guerriero e Lois Lane. La storia prosegue fra intermezzi umoristici e scene drammatiche, e conosciamo uno alla volta una buona meta' degli abitanti del villaggio, ciascuno con i suoi problemi e particolarita'. Alla fine i due coronano il loro sogno d'amore fra il giubilo generale. Ogni tanto, sullo sfondo, si intravede Tex che prende a cazzotti Superman...

Se lo scrive il Berardi di Julia:
Giuliano Gemma prende a pugni Cristopher Reeve, mentre nel villaggio si svolge una storia d'amore in stile telenovela fra Brad Pitt e Winona Rider. In un Tepee (gia' apparso in "Piccolo Grande Uomo",) Whoopi Goldberg fa le pulizie mentre Audrey Hepburn scrive un enciclopedia in 16 volumi su cosa ha fatto la mattina prima di colazione (tratta da "Colazione da Tiffany"). Un topolino esce da sotto il tappeto (gia' visto in "Balla coi Lupi"). Sgomento fra tutti i personaggi che per un attimo non lo riconoscono. Sospiro di sollievo una volta appurato trattasi di Topo Gigio...

Se lo scrive Medda:
Superman, pensando fra se e se', ripercorre le tappe della sua vita. Con la morte nel cuore e perso nei suoi cupi pensieri, ripensa ai tanti errori, alle tante occasioni. perdute, al cielo inquinato, alla solitudine, alla guerra, alle cartacce nei parchi, al vino annacquato, ai programmi TV, a Lois che non gliela da'. Poi arriva Tex, e Medda comincia a scrivere anche a lui le didascalie in prima persona. Ma il Tizzone d'Inferno e' troppo veloce per uno sceneggiatore intimista! Lo fredda con la fida 45, e si scrive da solo la storia dove pesta Superman...

Se lo scrive Antonio Serra:
"Vediamo... Xet Relliw arriva a Robber City, dove si spaccia per un bandito per sgominare la banda di criminali, OK, e fino a pag.30 ci siamo. Namrepus muore, poi rinasce in 4 versioni, poi diventa blu e rosso, e fino a pag.60 ci siamo... poi adesso, per farli incontrare... Ehi! come sarebbe a dire che non esistono storie dove Tex e Superman si incontrano? E come cavolo faccio a scrivere la storia adesso? Ah, ho trovato! Xet usa il cristallo, si trasforma in una combattente vestita alla marinaretta, e stende Namrepus con il potere della Luna!"

Se lo scrive Memola:
Tex va in avventura, e uccide 23.456 goblin, 345 ogre, 45 hill giant, 6 draghi di colori assortiti e 1 Tarrasque. Con i punti esperienza guadagnati, raggiunge il trentaseiesimo livello, acquisisce l'incantesimo "Wish" e con quello fa secco Superman...

Se lo scrive Manara:
Tex si tromba Lois Lane. Superman, affranto, di fronte alle prestazioni del ranger si dichiara sconfitto...

Se lo scrive Beretta... eh gia', tu come lo scriveresti? ;-)

Risponde Vincenzo Beretta:

Seguiamo due vicende separate: Tex viene a sapere di alcuni strani avvenimenti in una riserva Navajo, riguardanti un uomo che vola con una calzamaglia blu che semina il terrore tra gli indiani uccidendo i loro guerrieri migliori. Subito si mette in marcia. Parallelamente Superman ha gia' scoperto che un gruppo di finti indiani Navajo sta preparando un mortale incantesimo di dominio della Terra, e sta cercando di impedirlo uccidendo i loro guerrieri migliori. Sa anche che un certo Tex sta arrivando a difenderli, e si prepara ad affrontarlo.

Varie avventure dei due finche' le trame finalmente convergono. Tex e Superman combattono duramente e alla fine, in una splash page li vediamo giacere entrambi a Terra, forse cadaveri. A questo punto salta fuori uno che vola con una calzamaglia blu, e che fin'ora era nell'ombra, e dice "Bwah-ha-ha!! Ora che con il mio astuto piano ho fatto si' che i due principali ostacoli alla dominazione del mondo si siano eliminati a vicenda. Ora il mondo e' mio!".

Se non che Tex e Superman si rialzano e dicono: "Niente affatto, caro mio. Anzi, ora che con il NOSTRO astuto piano ti sei rivelato, ti spaniamo il kulo!". E Tex: "Del resto, chiunque si sarebbe accorto che quei guerrieri Navajo avevano le pitture di guerra sbagliate". E Superman: "E d'altro canto e' bastata una ricerca negli archivi del Daily Planet per sapere chi era Tex, e pensare che se difendeva quei guerrieri c'era sotto qualcosa di strano".

Il cattivo, comprensibilmente, rimane basito, ma poi fa "Bwah-ha-ha!! Questa volta avete vinto voi, ma non potete farmi nulla, questa e' solo una mia immagine astrale. Io sono al sicuro e la prossima volta vincero' io, poveri scemi!". E Tex: "Lo avevamo immaginato. E' proprio per questo che ti abbiamo tenuto qui a parlare intanto che il nostro sciamano di fiducia rintracciava l'origine dell'incantesimo".

A 'sto punto intorno al vero rifugio del cattivo saltano fuori tutti gli eroi della DC e sei o sette tribu' di guerrieri Navajo veri e gli spanano il kulo. Dopo di che Tex e Superman si stringono la mano e si dicono: "Vabbe', e' stato divertente ma ora bisogna tornare al serio e duro lavoro. Alla prossima!". "Ciao! Buon lavoro anche a te!" e se ne vanno verso il sole.

Vincenzo Oliva wrote:
"Be', peccato, che Beretta non possa pubblicarlo davvero.. :-)
Ora, pero'... come lo scriverebbe Moreno Roncucci? :-)"

Se lo pubblicano su Tex:
Superman non cade nel Kansas del 1930, ma nell'arizona del secolo scorso. Viene trovato da una coppia di truffatori e trafficanti di Whisky, i Kent, e da loro viene allevato. I suoi genitori adottivi gli danno una versione un po' "distorta" della realta', e quando vengono messi in gattabuia da Tex lo shock provoca la scoperta dei suoi poteri al giovane Clark.

Con il nome di "superboy" cerca di liberare, durante il processo, i genitori (che vengono pero' uccisi dalle guardie armate di scorta durante la fuga). Inferocito, comincia a provocare danni e disastri finch�, dopo una lunga lotta, Tex non trova la maniera di stenderlo a cazzotti usando una strana polvere trovata a casa dei Kent che ne inibisce i poteri (per questo il ragazzo non li aveva mai usati prima) che da quel momento si chiama "Texite"... :-)

Se lo pubblicano su Superman:
Un terribile nemico appare a Metropolis: sembra che uno scheletro, trovato anni fa in una grotta in florida, e trasferito nel museo civico, sia in realt� un necromante dal passato, tale Mefisto. Mefisto viene riportato in vita dal geniale Lex Luthor, che spera di usare i suoi potevi magici contro Superman (che, come e' noto, e' vulnerabile alla magia).

Superman scopre ben presto che non puo' nulla da solo contro il diabolico duo, ma ascoltando con il suo super-udito sente Mefisto parlare a Lex di un suo terribile nemico, un tale Tex Willer. Ruotando attorno alla terra con la sua super-velocita' Superman torna nel passato, trova questo Tex Willer, e scopre che anche lui e' un abitante del pianeta Krypton, arrivato sulla terra tempo prima da bambino e che utilizza i suoi poteri (supervelocita' per estrarre le colt piu' veloce della luce, superforza per il massacrante uppercut, supervista per vedere la luce riflessa sui fucili a chilometri di distanza, superudito per sentire le grida di aiuto degli oppressi dal Kansas alla California, etc.) per portare all'ordine il Selvaggio West.

Tex e Superman tornano nel presente a Metropolis, dove insieme riescono a sconfiggere Lex e Mefisto (quest'ultimo cade in preda al terrore alla vista del suo arcinemico). Lex finisce come al solito in penitenziario, mentre Mefisto con un incantesimo riesce a fuggire nel passato, con Tex al suo inseguimento.

Mentre Superman si chiede quale sara' il destino del suo compatriota, Jimmy Olsen gli indica un altro reperto custodito nello stesso museo dove e' iniziata la storia: un antico arazzo medioevale, che mostra uno strano "Sir Willer della Tavola Rotonda", con una stella sull'armatura e due strani oggetti chiamati "colt" ai fianchi, mentre affronta (e sconfigge), un oscuro necromante venuto dal futuro... :-)

 

 




Il secondo intervento � invece un interessante "esercizio di stile" (come lo ha definito l'autore, Giuseppe Pelosi), attorno a Magico Vento, tratto dalla Mailig list Ayaaaak dedicata ai fumetti bonelli.

Gone with the "Magic" Wind


intervento di Giuseppe Pelosi (Pelo)
(dalla Mailing list Ayaaaak)

La mia storia con Magico Vento e' particolare: dopo i primi tre numeri ho smesso di comprarlo, non perche' non mi piacesse, semplicemente nel tentativo di non lasciarmi appassionare da una nuova serie, che poi avrei dovuto seguire, acquistare, leggere... Era il mio solito vano tentativo di resistere a nuove occasioni di distrazione da cio' che nella vita e' veramente importante: lo studio, il lavoro, la famiglia... Era il solito vano tentativo di impedire almeno a qualche scimmia di appollaiarsi sulla mia spalla, gia' cosi' affollata.

Ma e' bastato che arrivasse l'estate perche' io abbassassi le mie difese: d'estate c'e' piu' tempo per leggere, c'e' desiderio di cambiare, voglia di non fare le solite cose... E cosi' oltre al solito mi sono comprato un paio di numeri di Magico Vento, convinto che sarebbe stata, comunque, "la solita avventuretta estiva", non una storia vera, dunque... E in effetti, fosse stato per il primo numero letto, Blizzard, la mia vita sarebbe potuta continuare anche senza Ned: un bel cattivone, davvero brutto, in realta'; un paio di colpi di scena, ma nel complesso qualcosa di resistibile...

Ma il secondo numero acquistato era Cielo di piombo: fomento puro. Lettore inchiodato alla pagina fino alla fine dell'albo, narrazione serrata, tensione e angoscia costruite sapientemente, e, quasi non bastasse, Ortiz cupo e violento ai disegni. Addio resistenza, si riparte, col piacere di andare a recuperare i numeri vecchi, un poco alla volta... E altri capolavori attendevano dietro l'angolo...

Ora come ora Magico Vento e' la mia serie Bonelli preferita: disegnatori splendidi (Roi, Frisenda, Ortiz, Parlov e altre perle); soggetti originali (attentissima cura documentaria e continui affascinanti riferimenti alla cultura e alle leggende degli Indiani d'America); sceneggiatura spesso eccellente, sempre piu' che sufficiente (ritmo narrativo, dialoghi, coralita', Berardi sempre presente). E stupisce la continuita' di questo livello altissimo, soprattutto se si pensa che dietro tutto cio' c'e' uno sceneggiatore solo; ma forse e' proprio per questo che il livello resta alto, perche' della serie si occupa una persona sola...

Essendo io convinto di queste cose, sono rimasto un po' sorpreso leggendo la recensione al numero 19 di Paolo Ottolina su uBC; condivido tutto di quello che dice Paolo, anche le critiche all'incipit, con un narratore abbandonato lungo la storia, anche se sono proprio critiche da "pelo nell'uovo" (e se lo dico io... ^__^); ma non capisco questo passo:

L'altra fonte di rammarico e' che Manfredi, un vero tarantolato della macchina da scrivere ;-), solletica i lettori con storie riuscitissime e poi li delude il mese successive con episodi raffazzonati e assai poco geniali. E' successo anche stavolta: "Bedlam", il n.20, e' su ben altri livelli rispetto alla "Mano sinistra del diavolo"...

Purtroppo poi Paolo non motiva il parere negativo su Bedlam, e io non sono davvero in grado di capire cosa non gli sia piaciuto. Accettando ovviamente il fatto che ogni giudizio su una storia contiene elementi di soggettivita', che non sono discutibili in quanto ognuno sa quel che gli piace e su questo non si puo' sindacare, ritengo comunque che una storia (e qualsiasi testo, ovviamente), si possa valutare anche sulla base di criteri oggettivi, universalmente validi. Credo che a quel punto ognuno possa dire "la storia e' ben fatta, ma a me non e' piaciuta". Esprime cosi' un parere soggettivo riconoscendo pero' l'oggettiva validita' del testo. Secondo il mio modesto parere, Bedlam ha quei criteri oggettivi di validita'; e, il mio gusto personale mi dice, anche qualcosa in piu'.

Tenendo valide le stesse categorie proposte proprio da uBC per valutare i fumetti, i criteri di oggettiva validita' vanno definiti rispetto al soggetto, alla sceneggiatura, ai disegni. Per definire la validita' di un soggetto, credo che buoni criteri di valutazione siano l'originalita', la coerenza stilistica e narrativa e la chiarezza del messaggio, "la semplicit�". L'originalita' non e' fondamentale, ma e' indubbio che una storia che non sa di gia' letto colpisce il lettore e lo soddisfa nel suo bisogno primario: quello di "sentire raccontare" una storia che lo incuriosisca. La coerenza di forma e materia della narrazione e' addirittura alla base del patto tra lettore e autore: io lettore posso accettare qualsiasi cosa tu scriva, a patto che sia "plausibile" con le premesse della tua narrazione. Se non lo e', io lettore mi sento preso in giro (cfr. il desiderio di logicita' nei lettori di fantascienza: accetto anche l'incredibile, ma ci deve essere un buon motivo).

La chiarezza del messaggio, poi, e' ovvia: senza richiedere il rispetto delle unita' aristoteliche, un buon soggetto comunque non puo' essere troppo complicato in cio' che racconta, soprattutto in questo contesto, che e' quello del fumetto popolare; il soggetto e' la storia che uno vuole raccontare, se non la capisco perche' vuole dire "troppe" cose, non e' un buon soggetto, e' un pastrocchio da romanzo barocco.

Analogamente, la sceneggiatura puo' essere considerata valida, secondo me, quando abbia questi requisiti: chiarezza, originalita', pregio formale. La sceneggiatura non e' la trama, e' l'intreccio: se ho una storia semplice, e la complico nel raccontarla, magari moltiplicando i punti di vista, le voci narranti, o che so, faccio un pessimo lavoro; prima di tutto una sceneggiatura si deve far capire, deve rispettare il "tempo del senso", almeno in questo contesto narrativo. Poi: la sceneggiatura e' quella che riesce ad appassionare anche quando la trama (il soggetto!) non e' sconosciuto: mancando l'originalita' del soggetto, che vi sia almeno quella della sceneggiatura; insomma: possiamo ridere anche ad una barzelletta che conosciamo gia', purche' sia raccontata bene.

Il lettore contemporaneo, inoltre, e io con esso, ovviamente, sembra ormai piu' interessato alla forma del messaggio che non al messaggio stesso: "e' il modo, come le racconta, che mi fa ridere..." Anche questo "modo di raccontare", ovviamente, si giova dell'originalita' (non so come mai, ma mi vengono in mente le pagine di apertura delle storie di Spirit di Eisner, ogni volta un'invenzione grafica differente...). Quanto al pregio formale, e' questione di stile: un uomo ama una donna e vuole sposarla, ma un altro uomo, piu' potente socialmente, impedisce il matrimonio; alla fine i due si sposano e il cattivo muore. Che storia banale. Non ne verra' mai fuori niente di bello. A meno che la storia non venga scritta da Manzoni e si intitoli I Promessi Sposi... Manzoni puo' piacere o no, ma lo stile, il modo in cui e' scritto, il pregio formale, non puo' essere discusso neanche dai suoi detrattori.

Ultimo capitolo, i disegni: quando dei disegni sono oggettivamente validi? Forse questo e' piu' semplice: quando fungono da valido complemento narrativo, connotando e denotando, e segnalandosi per leggibilita', chiarezza illustrativa. Se poi sono anche belli, meglio; ma piu' di tutto devono essere "utili" alla storia (e cosi' si salva anche Dall'Agnol...). Allora, Paolo, sono stato lunghissimo, ma se non siamo d'accordo su questi criteri oggettivi di valutazione, ovviamente non possiamo capirci. Se, come io daro' per scontato, accetti queste premesse, non puoi non esprimere un parere mediamente positivo su MV n.20, Bedlam.

Soggetto: originalissimo; il mito indiano di Zuzeca (mai sentito, ma giurerei che esiste), la fobia dei serpenti, la metamorfosi, la psicopatologia, il sogno e l'ossessione, sono ingredienti non cosi' tipici del fumetto popolare, per di piu' western. Inoltre la storia e' coerente, non contiene improbabili deus ex-machina che provochino l'esito della trama, non e' complicata se non al punto di interessare il lettore. Niente nella narrazione resta oscuro, al lettore non capita di chiudere il fumetto con l'impressione che gli sia stato nascosto qualcosa; c'e' tutto quello che ci deve essere. E personalmente mi ha intrigato: 7/7, per me.

Sceneggiatura: certo, gioverebbe maggior rigore formale, come rilevi tu stesso per altra storia. Pero' lo story-telling e' un meccanismo funzionante: c'e' un bel prologo predatato di un anno e un intreccio narrativo non banale: la ricerca della verita' di Ned ottiene risultati poco alla volta, con un buon climax nel disvelamento, che non e' programmato banalmente tutto nel finale. Al lettore non si forniscono troppi indizi per scoprire i misteri (Ned che guarda "in macchina" e dice "perche' hai ucciso Capo Fiele, Audrey?" e' un bel coup de theatre. Il figlio deforme non giunge "telefonato", pur non essendo originalissimo, ricordando come minimo Rosemary's baby...).

Anche la spiegazione della cicatrice sul volto di Dexter arriva dopo pagine, creando una tensione nella lettura anche sui particolari di contorno; e questa e' buona scrittura. Buona drammaturgia, come scrivi tu. Inoltre ci sono almeno un paio di scene ad effetto, fatte per colpire la memoria: Ned che sventolando piume fa rientrare il serpente nel sacco; l'affascinante oggetto che e' l'acchiappasogni; il gia' citato prologo e l'interpellazione al lettore-Audrey. Il modo di raccontare non e' dunque privo di originalita', e formalmente e' comunque piu' che accettabile, oltre che largamente superiore alla media di altre testate. Personalmente, non posso dare meno di 6/7.

I disegni: sono sicuro che sui disegni di Roi non devo dire niente. Il tratto di Roi e' il piu' adatto a raccontare questa storia, la prova e' perfetta. Io dico 7/7. Credo che in totale venga 95%. E' la mia storia preferita sinora.

Ecco qua, il mio esercizio di stile. Quanto tempo che perdo in cose non cosi' vitali... Ti immagini poi se Paolo non e' neanche in linea?

"The answer, my friend, is blowin' in the wind, the answer is blowin in the Magic Wind..."

Bob Dylan.


 

 


 
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