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"Un pieno di creativit�, grazie" recensione di Gianluigi Fiorillo Un giovane artista farebbe di tutto per ritrovare la propria vena creativa perduta, anche vendere l'anima al Diavolo... o ad un suo sottoposto.
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Immagino che per uno scrittore scrivere qualcosa sulla creativit� equivalga in qualche modo ad esorcizzare i terribili "blocchi di fantasia" che prima o poi colpiscono qualunque artista che si rispetti. Dal modo in cui Ruju affronta l'argomento, il calore con cui cerca di tratteggiare il "quid" artistico, si capisce come in effetti la cosa sia molto sentita anche dagli autori di casa Bonelli. La storia che gira intorno sembra quasi un pretesto per inframmezzare le pagine di poesia e di disquisizione sul "sacro fuoco". Di fatto il plot in s� non � nulla di particolare, con uno svolgimento fin troppo lineare. Alcuni espedienti narrativi, come i due che si susseguono in rapida sequenza alle pag.81-82 (vedi scheda della storia), denotano una certa superficialit� in confronto alla quasi maniacale attenzione posta da Ruju nella parte "poetica" dell'albo.
Inoltre continuo a pensare che il Dylan di Ruju abbia poco spessore, come i suoi comprimari Groucho e Bloch. I personaggi principali danno l'impressione pi� di farsi "trascinare" dalla storia che di influenzarla realmente. Capisco che ogni autore debba avere la propria identit�, per� Dylan � stato sempre un personaggio "pesante": usarlo nell'ambito della storia solo per la sua abilit� investigativa mi sembra alquanto riduttivo.
Ritorno dopo ben 2 anni di assenza dalla serie regolare del duo Montanari & Grassani. Il periodo � quasi incredibile data la precedente prolificit� dei due disegnatori. Chi ha scorso i voti delle schede che ho curato avr� capito che non ero tanto impaziente di rivederli all'opera, anche se una certa curiosit�, dato il lungo periodo di assenza, l'avevo comunque. Beh, il tratto, pur essendo rimasto sostanzialmente lo stesso (troppo "bidimensionale" per i miei gusti), sembra aver acquistato un po' di spessore, Il viso di Dylan, soprattutto nei primi piani, risulta arricchito di particolari rispetto alla precedente produzione. Qualche magagna grafica rimane sempre per� (vedi scheda della storia). Copertina alla B-movie molto carina, con volti ed espressioni davvero azzeccati.
Nota sul titolo: il negromante, nella accezione pi� pura del termine, dovrebbe essere uno stregone
"specializzato" in evocazione di defunti e cose affini, e qui di morti risvegliati non ve ne � traccia.
Vero che il vocabolo pu� essere usato per identificare uno stregone generico, per�...
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