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![]() Io sono nato nella radice cubica della provincia, considerato che Varese sebbene sia un capoluogo � pur sempre un posto di provincia. In provincia di Varese c'� Gallarate, vicino a Gallarate c'� un posto che si chiama Lorate Pozzolo. Nella frazione di Lorate Pozzolo che si chiama Sant'Antonino Ticino, 2000 abitanti, sono nato io. Provincia profondissima. Per andare a prendere i fumetti dovevo prendere la bicicletta e andare nell'edicola pi� fornita del paese vicino... Sono andato a vivere da solo che avevo appena 19 anni, con la scusa di andare a Pavia a studiare Storia e Critica del cinema. L'universit� non l'ho mai finita, ma � arrivato il lavoro.
Cavazzano � il mio mentore, gli devo veramente tantissimo. Con lui ho fatto un ciclo di storie del Commissario Manetta apparse anche nella raccolta "Topolino Noir" edita da Einaudi. Hanno avuto molto successo e anche una certa influenza, oserei dire. Con la Disney ci sono stati due anni molto intensi e produttivi. Contemporaneamente avevo conosciuto Mario Gomboli, attuale direttore generale dell'Astorina. Con lui ho inziato a fare le prime cose per Diabolik proprio nel gennaio del '98, fino a che mi ha chiamato Luciana Giussani... Per poco non svenivo! E'iniziato cos� il periodo in cui lavoravo per Disney, Lupo Alberto e Diabolik, ma solo come soggettista; nel '99 � arrivato Dylan Dog insieme a Nick Raider, ma Nick � partito un po' in ritardo. Per un periodo tremendo ho lavorato con 4 poli di riferimento: Disney, Bonelli, Astorina e Lupo Alberto, del quale ho fatto nel '99-'00 anche i cartoni animati. Poi con Lupo Alberto � un po' finita, anche se con Silver sono rimasto in ottimi rapporti, era il personaggio con il quale trovavo maggiori difficolt�. Nel '98 vedevo gi� molto Gomboli, che � molto amico di Castelli, e con Artibani abbiamo scritto una storia di Martin Mystere. Questo doppio albo per� doveva essere un episodio a se stante, non lasciava ancora presagire a nulla. Il '98 per� � un anno molto soddisfacente, vinco il premio come autore emergente a Lucca, si comincia a parlare un po' di me anche oltre i miei meriti, e quindi si � generata un po' di attenzione. Per tutta una serie di motivi, soprattutto attraverso legami di stima con le singole persone, mi avvicino sempre di pi� al mondo Bonelli, ma � quasi una cosa scherzosa: loro "chiss� perch� non lavori ancora per noi?" e io "ma perch� non lavoro ancora per voi?" Poi un giorno mi telefona Maria Baitelli, caporedattrice di via Buonarroti, e mi chiede se mi interessava provare su due personaggi, Dylan Dog e Nick Raider. Io stavo per svenire, perch� erano veramente i personaggi che mi interessavano di pi�! Dylan Dog per quegli elementi di commistione di generi che adoro, oltre al fatto di sentire molto nelle mie corde il racconto sclaviano. E poi Nick Raider, storie di poliziotti come quelle che leggo alla sera e alle quali sono molto affezionato. Non ci volevo neanche credere. Sono andato ad incontrare lo stesso giorno Mauro Marcheselli e Renato Queirolo. Mauro mi � stato subito molto simpatico, Renato invece mi ha spaventato moltissimo, ma mi ha anche molto affascinato. Ho iniziato con una prima storia di Dylan Dog, che � andata bene anche se � una storia un po' normale, su binari tranquilli (e a volte me ne pento anche un po') che � Il discepolo� Verso la fine del '99 ho portato il terzo tentativo di soggetto per Nick Raider a Renato ed � andata bene. Da quel momento siamo partiti a velocit� super. Nel 2000 Marcheselli mi ha chiamato dicendomi "ti dobbiamo parlare di una cosa importantissima": mi ha mandato da Boselli che mi ha chiesto se me la sentivo di fare un Cico, che per loro � una cosa importantissima, "anche per me!" ho risposto. Nel marzo del 2001 Renato mi ha detto "perch� non mi scrivi un Magico Vento?" Io per un po' non ho proposto nulla perch� ero un po' intimidito, poi ci siamo incontrati con Renato e Gianfranco Manfredi e da l� � partita anche questa collaborazione. Per il momento non c'� altro in vista� ;-)
"Romano Scarpa resta la premessa necessaria per ogni discorso sull'aspetto poliziesco della versione italiana di Topolino. Tito Faraci � lo scrittore che ha ripreso questa tradizione contribuendo in maniera determinante a dare di nuovo alle storie del topo una profondit� e un'atmosfera poliziesca di matrice narrativa contemporanea. Per sua stessa ammissione, nel recuperare la linea di continuit� dell'universo di Topolino ha applicato lo stile "revisionista" inaugurato dallo scrittore e sceneggiatore britannico Alan Moore in ben altro ambito fumettistico: i supereroi " Daniele Brolli nella postfazione di Topolino Noir, Einaudi "(...) mi sono avvalso ai testi della collaborazione di Tito Luca Faraci e - pensate un po'! -ho lasciato a lui l'onore e l'onere di partorire un titolo! Oltre che un ottimo sceneggiatore (ricorderete senz'altro il suo Harpo, il maiale azzurro pi� goloso del mondo) Tito � un buon amico, una persona disponibilissima. Per darvi un'idea di che tipo sia, immaginate una mente vulcanica imprigionata in un corpo sempre in movimento; nei momenti di maggior silenzio, potete quasi sentire il rumore dei suoi neuroni cerebrali che friggono per il costante sforzo cui li sottopone!" Lorenzo Bartoli nell'editoriale di Arthur King n� 28 "Il sangue e l'acciaio" "(...) Una volta aveva i capelli lunghi e suonava in un gruppo rock." Dall'introduzione al romanzo "Il popolo delle tenebre", Disney Libri
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