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Il Comandante Mark

  EsseGesse

Giovanni Sinchetto nato a Torino il 05.04 1922
Dario Guzzon nato a Torino il 04.01 1926
Pietro Sartoris nato a Torino il 15.08 1926

scheda di Alfonso Elia

Biografia

Dietro l’acronimo EsseGesse si celano tre autori torinesi Giovanni Sinchetto, Dario Guzzon e Pietro Sartoris i quali, dopo autonome esperienze nel campo dei comics, hanno formato un sodalizio che ha dato vita ad alcuni tra i più  riusciti ed amati  personaggi  del fumetto italiano.

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La EsseGesse, da sinistra Sinchetto, Sartoris e Guzzon
   

GIOVANNI  SINCHETTO  è nato a Torino il 5 aprile del 1922 ed è scomparso nella sua casa di Collegno il 19 gennaio  del 1991. Dopo una breve parentesi come impiegato della Stipel (la Telecom di allora) durante la quale arrotondava lo stipendio realizzando disegni pubblicitari, tentò non senza fatica  l’avventura del fumetto. Decise per lui un fortunato incontro con l’editore Della Casa ed il suo socio Casarotti, di quella che sarebbe in futuro diventata l’Editrice Dardo: “La sede era una casa qualunque - racconta lo stesso Sinchetto-  con una stanza ed una scrivania”. Ma questo non ci induca a  retorici richiami sulle ristrettezze dell’Italia di allora, anche nell’America della Grande Depressione  Jack Kirby cominciò così  nello studio-magazzino di Victor Fox. Tra le sue prime collaborazioni a solo, da citare Kames l’immortale del 1947, Fulmine Mascherato del 1948, Blek e Gionni (niente a che vedere con il futuro Blek Macigno) del 1949 e I fuorilegge di Rockdale del 1952.

DARIO GUZZON è nato a Torino il  4 gennaio del 1926 ed è scomparso il  3 maggio 2000. Si diplomò alla scuola Magistrale ma non esercitò mai la professione di insegnante. Iniziò a lavorare nel dopoguerra firmando delle copertine per la rivista “Piccina” con illustrazioni a mezzatinta sotto lo pseudonimo di “Guy“. Incontrò Sartoris in una scassatissima (così lui la definì) casa editrice di Torino, la Taurinia, nel 1948. In seguito la Taurinia fallì e, tentando la sorte a Milano, gli allora giovani artisti ottennero lavoro presso l’editore Caregaro ed  i fratelli Torelli che pubblicavano all’epoca Darman, Cucciolo e Carnera.

PIETRO SARTORIS è nato a Torino il 15 agosto del 1926 ed è scomparso a Piossasco il 27 luglio del 1989. Anche lui con un diploma Magistrale, Iniziò a lavorare per la Taurinia con storie autoconclusive. Disegnò Darman e Carnera insieme a Guzzon usando la sigla Sargù (“Sartoris aveva la passione delle sigle”, ricordava Guzzon in un’intervista).

1950| L'incontro di Sinchetto con Guzzon e Sartoris, avviene attraverso il tramite di un cugino medico, inizia in questo modo un matrimonio artistico che durerà oltre 40 anni. Sinchetto fu indubbiamente il grande talento grafico del Trio. Imita dapprima  Hal Foster, Phil Davis e soprattutto il suo grande mentore Alex Raymond, ma non tarda a modificarsi ed a caricarsi di tutto un peso di intenzioni proprie. Ed anche se è vero che alcune pose di Blek e Miki ricalcano a volte quelle presenti nelle tavole di Flash Gordon e Rip Kirby o del Cisco Kid del grande Josè Luis Salinas, ciò non è attribuibile ad incapacità o pigrizia del Nostro ma a banali necessità di tempi di produzione. Si pensi solo che nel periodo che va dal 1954 al 1965, quando furono occupati contemporaneamente nella realizzazione di Miki e Blek, Sinchetto e Guzzon disegnavano una media di 120 striscie ciascuno al mese: Il corrispondente di 40 attuali pagine “bonelliane”. Sartoris si occupava della sceneggiatura limitandosi al disegno di poche pagine mensili.

L'esordio del trio avviene sulle pagine della “Gazzetta dei Piccoli” di Torino con il personaggio OLENWALD IL  NIBELUNGO (chiaro omaggio al “Prince Valiant” di Foster), l’Editore MEDIOLANUM pubblica su disegni della ESSEGESSE e testi di ANDREA LAVEZZOLO le prime due serie di KINOWA poi proseguite dall’editrice DARDO. Il Trio lascia i disegni del personaggio con il n.10 della 3° serie che viene poi affidata ai pennelli di PIETRO GAMBA. I testi di LAVEZZOLO erano davvero lontani da quelli che saranno in futuro gli stilemi narrativi  della ESSEGESSE e KINOWA, personaggio dotato di una forte carica ma essenzialmente negativo e crepuscolare, terminò la sua avventura editoriale nel 1953.

1951| Sulla collana SCUDO dell’editrice DARDO appare nelle edicole del luglio di quest’anno la prima striscia di CAPITAN MIKI,il ranger che sorrideva sempre,seguito negli anni a venire da numerosi “cloni”(“Il Piccolo Ranger” di LAVEZZOLO; “Un ragazzo nel Far West” di G. L. BONELLI) ma epigono già lui del PICCOLO SCERIFFO di TORELLI e ZUFFI. Il livello di testi e disegni è senza dubbio superiore a quello del suo precursore e nelle prime serie, come già in Kinowa, è praticamente impossibile decifrare lo stile dei tre autori, fuso in un amalgama perfetto: “All’inizio della nostra carriera le matite erano opera mia,le chine di Sinchetto e gli sfondi di Sartoris“, ebbe comunque a dire Guzzon.. Miki è  un ranger adolescente e dal fisico apparentemente gracile, ma imbattibile nell’uso delle colts e, all’occorrenza, anche nel combattimento corpo a corpo,in quanto padrone  di tecniche  di lotta orientale che nel west  erano sconosciute. Suoi compagni sono Doppio Rhum,un vecchio scout le cui scarse virtù nel bere fanno onore al suo nome, e Salasso,sedicente dottore in Medicina, figura positiva ma con un talento particolare per il raggiro e la truffa. Ma nella serie compaiono  altri comprimari più o meno ben caratterizzati. Il tutto ambientato in un  Nevada  dal  sapore nostrano.

Nella seconda metà degli anni cinquanta MIKI vende fino a 250.000 copie a settimana, secondo soltanto al suo fratello minore BLEK che nel suo periodo di maggior splendore raggiunge una tiratura di 400.000 copie. Le ristampe si succederanno a ritmo vertiginoso e tuttoggi continuano.

1953-54| In questo periodo la EsseGesse, pur proseguendo con Miki, collaborò a storie di vario genere. Ricordiamo IL CAVALIERE NERO per i tipi dell’AUDACE. Nella collana CAPITAN WALTER la storia “Old Providence”. IL PICCOLO TRAPPER fu quasi un episodio “pilota” di BLEK. In esso appariva insieme al giovane Roddy un uomo dei boschi, Black,completamente diverso da Blek nel fisico e nell’abbigliamento.Tra gli altri  lavori STORMY RED E DICK SVENTOLA. Fu il periodo della “persecuzione” da parte della stampa cattolica.

1954| Il 1° ottobre, sempre per i tipi della DARDO sulla collana FRECCIA, appare nelle edicole IL GRANDE BLEK, successo destinato a durare,come MIKI,  nelle mani dei suoi autori fino al 1965 ed interrottosi soltanto, come vedremo,per conflitti sorti tra gli artisti e l’allora Direttore Responsabile Baglioni. La figura del trapper BLEK è mutuata direttamente dai personaggi presenti nelle letture giovanili dei tre autori: I romanzi di  FENIMORE COOPER (l‘ultimo dei Moicani) e  ZANE GRAY, ambientati all’epoca delle guerre anglo-francesi nelle colonie.Lo scenario viene però trasferito nelle foreste del Maine nell’epoca immediatamente successiva, in piena rivoluzione Americana e le Giubbe Rosse di Re Giorgio terzo formano il pretesto per la caratterizzazione di avversari subdoli e prepotenti ma comunque,almeno nella fantasia degli autori, vulnerabili. Nel mondo reale  la seconda guerra mondiale  è terminata da appena nove anni e nei metodi della soldataglia è facile  per il lettore trovare velati riferimenti al dispotismo nazista. .Le immancabili spalle sono il piccolo RODDY ed il PROFESSOR OCCULTIS. Il primo è un simpatico monello divenuto orfano del trapper LASSITER nel primo numero della serie. OCCULTIS è invece l’immagine speculare del truffatore  perdigiorno, ma  si rivela  colto, raffinato e, all’occorrenza, abile medico. Sembra che sia venuto con i genitori di Blek in America quando l’eroe era solo un bambino. Ma più non ci è dato sapere.

 I nostri Autori lasciano il personaggio con il numero 3 della 27° serie ed i loro successori non ne furono all‘altezza, tant’è  che nell’arco di un anno le vendite calarono disastrosamente. In Francia la serie verrà continuata per le Edizioni LUG dal nostro CARLO CEDRONI  e dal grande  YVES  MITTON  per i disegni .Ai testi  l’Editore  MARCEL  NAVARRO, che  ne scriverà vari  episodi  tra cui  una storia apocrifa sul passato di Blek, stravolgendo i “topoi” del personaggio.

1965| Dopo oltre quindici anni di lavoro per la DARDO,delusi ed amareggiati dall’inadeguato trattamento economico riservatogli dall’allora Direttore Responsabile FRANCO BAGLIONI, nel 1965 il Trio, dopo un vano tentativo finalizzato alla concessione di condizioni più vantaggiose, lascia la Casa Editrice con il rimpianto di ciò che poteva essere, abbandonando in altre mani le sue creature più riuscite di cui incautamente aveva ceduto i diritti.

Da un tentativo di improvvisarsi editori di sè stessi nasce ALAN MISTERO. Il suo passaggio nel clima editoriale di quegli anni è davvero fugace e la serie dura solo per 23 albi. Lo schema è sempre quello: Un eroe e due “spalle”, POLPETTA ed IL CONTE DI SAINT CLAUD.

1966| A settembre, dopo un soddisfacente contatto tra i Nostri e l’editore SERGIO BONELLI nonchè Editori francesi ( la LUG di Lione e le EDITIONS  AVENTURES  ET  VOYAGES di Parigi) ,sull’allora COLLANA ARALDO fa la sua prima comparsa IL COMANDANTE MARK, personaggio che deve tutto a BLEK come ambientazione e che  negli aspetti fisici e morali si presenta come un ibrido delle varie creazioni della EsseGesse racchiudendone tutte le qualità. MISTER BLUFF, patriota dal passato misterioso ed il pellerossa GUFO TRISTE, capo di tutte le tribù dei grandi laghi  e trisnipote di stregone,sono i suoi fidati compagni. E’ una novità l’apparire  del cane FLOK nel numero otto della serie, rivelatosi  poi  felice intuizione. Il fortino sul lago Ontario riecheggia il fort Coulwer del mai dimenticato MIKI e la sua fidanzata SUSY non può evitare la similitudine con la BETTY del COMANDANTE MARK, pur con qualche “apertura “sentimentale più ardita.

Il numero 100, secondo tradizione, svela le origini (francesi ) del nostro eroe. Un omaggio al grande successo ottenuto anche Oltralpe, all’orgoglio Gallico o forse solo necessità di coerenza storica ? Solo 64 delle 98 pagine sono riservate al protagonista della testata e questo perchè il ristretto staff  artistico è impossibilitato a produrre di più. Il primo  ed il secondo numero furono  sicuramente disegnati a matita da Guzzon con inchiostrazione di Sinchetto e interventi di Sartoris per gli sfondi. Lo  stesso schema usato per Kinowa e le prime serie di Miki. Ma negli episodi che seguono i ruoli grafici del team sono chiaramente autonomi,come succedeva in BLEK ed in MIKI dopo il 1954, e Sinchetto e Guzzon  disegnano ed inchiostrano da soli le tavole loro assegnate.

SINCHETTO  realizza  quasi tutte le copertine e solo poche sono affidate al pennello di SARTORIS. Nessuna è di GUZZON, eccetto quelle dei primi Speciali. Le pagine iniziali di ogni storia sono sempre appannaggio di SINCHETTO, quasi che gli altri due riconoscano la sua superiorità grafica e la grande plasticità , il nitore e l’immediatezza del suo segno. Sporadicamente, di solito a cadenza annuale, alcuni numeri sono disegnati completamente  da Sinchetto (v.  es. numero 44) o da Guzzon (v. numero 45) con le solite poche pagine di SARTORIS  che è invece impegnato nella sceneggiatura. La serie termina con il numero 281 ma già da trenta numeri SINCHETTO aveva lasciato il testimone a LINA  BUFFOLENTE. Su questi ultimi episodi va steso un pietoso oblio in quanto spesso realizzati con vignette  rimontate da vecchie storie.

1972| A giugno viene varata la prima ristampa organica della serie senza nessuna modifica ad eccezione della  scomparsa sul lato superiore sinistro della copertina  dello stemma delle Edizioni Araldo.Questa riedizione verrà sospesa con il numero 128.

1989-91| Scompare SARTORIS e la serie regolare di Mark chiude nel gennaio 1990 non senza rimpianto, lasciando il posto alla ristampa TUTTOMARK, che presenterà due episodi a numero e terminerà nell’ottobre 2001. Nel 1991 ci lascia SINCHETTO

2000| Ormai solo, infermo e pieno di amarezza, GUZZON riesce però a proseguire il lavoro collaborando alle nuove striscie di BLEK per la DARDO ed agli speciali di MARK per BONELLI. Raggiungerà i suoi compagni nel maggio del 2000. Con lui si chiude un’epoca.


Dicono di loro..

"... Pietro Sartoris, Dario Guzzon e Giovanni Sinchetto, tre persone che il destino sembra aver voluto far incontrare per dare vita a una autentica Fabbrica di Sogni."

Sergio Bonelli


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