Musicista stregato, Il

musica diabolica nella provincia friulana
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Musicista stregato, Il
IT-DP-107
uBCode: ubcdbIT-DP-107

Musicista stregato, Il
- Trama

Una spedizione subacquea riporta alla luce un misterioso strumento appartenuto a Giorgio Mainerio, musicista del XVI secolo accusato di stregoneria.

Valutazione

ideazione/soggetto
 5/7 
sceneggiatura/dialoghi
 5/7 
disegni/colori/lettering
 5/7 
 70
data pubblicazione Feb 2009
soggetto di ubcdbMario Faggella
sceneggiatura di ubcdbMauro Boselli
copertina di ubcdbEnea Riboldi
disegni (matite e chine) di ubcdbMario Rossi (Majo, 1963)
copertine
Dampyr 107<br>copertina di Enea Riboldi<br><i>(c) 2009 Sergio Bonelli Editore</i>
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Annotazioni

Commento critico

Non è facile recensire un albo come "Il musicista stregato" conoscendone la genesi. Si tratta infatti di un soggetto ideato dal compianto Mario Faggella, autore di due apprezzate prove sulla testata (il n.67 "Danza con la morte" e il n.71 "I massacratori delle Ande") e scomparso prematuramente per una grave malattia nel 2006, a soli 42 anni.
Come racconta Boselli nel redazionale, il soggetto non era ancora ultimato, ed è quindi toccato al creatore e curatore della serie dare una veste definitiva alla storia e scriverne la sceneggiatura.
Il risultato di queste vicissitudini è una storia affascinante non solo per la tematica, ma anche perché sembra andata in stampa ancora in una sua forma non definitiva, come un quadro a cui mancano le pennellate di rifinitura o, più ancora, come una scultura a cui l'autore non ha ancora dato gli ultimi colpi di scalpello.
Quello che in un'altra circostanza sarebbe stato un difetto, nella particolarità di quest'albo diventa invece un motivo di interesse perché, pur non conoscendo bene i confini tra il lavoro di Faggella e di Boselli, nel dipanarsi della storia si legge una sorta di dialogo a distanza tra i due autori, con tutte le loro differenze. Certamente Boselli avrebbe potuto prendere solo lo spunto di Faggella, riscrivere il soggetto basandosi sul proprio stile e tirarne fuori una storia più compatta e coerente, ma per fortuna non è stato così. Il rispetto del lavoro del collega scomparso emerge prepotentemente proprio dall'aspetto insolito dell'albo, che sembra quasi sfuggire al controllo dell'autore, ricco com'è di molteplici scene e situazioni che a volte non riescono ad intersecarsi alla perfezione, come se fossero su diversi piani della realtà, fino alla conclusione inevitabile, che tenta di riportare ordine in un universo confuso e caotico, ma che è caotica e confusa anch'essa nella sua stessa dinamica. Ma è appunto solo una formalità, per dare una conclusione coerente alla vicenda (coerente e prevedibile, il destino di Frà Basilio era segnato sin dalla prima vignetta in cui è apparso).

Anche i disegni di Majo contribuiscono a rendere quest'albo così insolito e "provvisorio". Non è dato sapere se si tratti di una scelta ad hoc o di un'evoluzione stilistica, ma il segno del disegnatore in questo albo è meno rifinito del solito, le fisionomie sembrano abbandonare il realismo per virare verso una sorta di espressionismo, con tratti via via più marcati (nasi pronunciati, zigomi incavati, corpi allungati) ed espressioni enfatizzate, mentre gli sfondi spesso tendono ad essere monocolori e ad abbandonare tratteggi e chiaroscuri.

Decisamente deludente la copertina di Enea Riboldi, con un Harlan dal volto quasi invecchiato, in una situazione anonima che non trasmette nulla dell'atmosfera dell'albo.

Note e citazioni

  • Come spiegato nel redazionale, questa era la storia su cui stava lavorando Mario Faggella quando morì il 3 agosto 2006. Mauro Boselli ha revisionato il soggetto, ancora non ultimato, e ne ha tratto la sceneggiatura.
  • Giorgio Mainerio è un personaggio realmente esistito. Musicista e compositore, probabilmente di origine scozzese (il cognome originale sarebbe Mayner, tesi sposata anche in questo albo), vissuto tra il 1535 e il 1582. Autore di musica sacra, si interessò però anche all'astrologia e alle scienze occulte, tanto che l'Inquisizione aprì un'istruttoria contro di lui. Non venne mai processato, ma i rapporti con le autorità ecclesiastiche divennero molto difficili. La sua opera più nota è "Schiarazzula Marazzula", ripresa tra gli altri da Angelo Branduardi, su testo modernizzato di Domenico Zannier.
  • Il salterio, protagonista di questa storia, è uno strumento musicale molto antico, risalente forse al 300 a.C. Si tratta di uno strumento a corde, da pizzicare come un'arpa. La principale differenza con l'arpa è che il piano di giacenza delle corde risulta parallelo a quello della tavola armonica. Il vocabolo latino "psalterium" (termine che in greco significa pizzicare con le dita) fu applicato nel Medioevo a strumenti talvolta diversi per concezione costruttiva.
  • Le Agane sono spiriti acquatici noti a tutte le popolazioni alpine. Le Agane popolano le anse di fiumi e ruscelli, e sono descritte come delle bellissime creature che ammaliano e traggono nelle acque profonde il malcapitato che si lasci irretire. Secondo altre tradizioni si presentano invece come vecchie megere. Vestono di bianco e hanno i piedi all'incontrario.
  • Torna padre Alvise, il sacerdote già incontrato nel n.76 "La spada senza tempo".
  • All'inizio del soggiorno in Friuli, Harlan visita il Castello di Roccabruna, uno dei rifugi di Draka, e qui ha una visione di sua madre Velma.

La frase

"Sto cercando di resistere al malefico desiderio di suonare la mia musica sul salterio stregato. Maledico mio padre, la cui voce mi sembra di udire accanto a me, persuasiva e insinuante...".
Dal diario di Giorgio Mainerio, pag. 72

Personaggi

Harlan
Kurjak
Tesla
padre Alvise
Fra' Basilio [+]
Corbato, Sandra archeologa e subacquea
Caleb Lost
Mainerio, Giorgio, musicista del XVI secolo
Mayner, John, padre di Giorgio
Agane
Degrassi, Anna
Mirco, bibliotecario fidanzato di Anna

Locations

Friuli Venezia Giulia Grado

Elementi

Stregoneria Musica