Dampyr 79 "Nazikian l’oscuro"
Una specie di trilogia
Scheda IT-DP-19
- Luce nera, La
valutazione (3,4,5) 56%
Scheda IT-DP-63
Scheda IT-DP-79
- Nazikian l'oscuro
il figlio di Nazikian sta per nascere, e suo padre è tornato a prenderlo
Sono stati cinque anni di lunghi silenzi per Maurizio Colombo, sceneggiatore di questa storia e co-creatore di Dampyr, colto da un una crisi creativa tale da minimizzare quella di
L'uomo nero colpisce ancora
"Nazikian l’oscuro", però, si presenta anche come la conclusione dell’avventura iniziata nel n.63 "L’ombra del male", avventura che appunto interrompeva il silenzio letterario di Colombo.Questo elemento è senz’altro degno di interesse, poiché "L’Ombra del Male" appartiene ad una tipologia di storie del tutto diversa da quella de "La Luce Nera". Ne "L’ombra del male" Colombo mette insieme elementi che contribuiscono alla realizzazione di un piccolo capolavoro, carico di fascino e di atmosfere di puro orrore. Particolarmente ben congegnato è l’episodio introduttivo alla storia vera e propria.
Colombo e Boselli hanno spesso utilizzato la tecnica letteraria di far introdurre le loro storie da prologhi in cui il lettore è calato nella prospettiva dei protagonisti, i quali, il più delle volte, sono ragazzi giovani, e quindi della stessa, presumibile età dei lettori di Dampyr. Gli ingredienti narrativi più comuni in questi prologhi sono i seguenti: 1) i personaggi non nulla hanno a che vedere con i protagonisti ufficiali della serie; 2) sono spesso giovani; 3) si trovano in situazioni di assoluta, pressoché banale, normalità, che rapidamente evolvono nel terrore più puro; 4) muoiono o scompaiono misteriosamente e di loro non si sentirà più parlare.
Questi prologhi rappresentano un tòpos letterario proprio del genere horror e per questo spesso abusato, ma in questo caso è quanto mai appropriato perché tali ingredienti riescono ad evocare nel lettore uno stato di totale immedesimazione, al punto da consentirgli di interpretare la storia in soggettiva e non, come avviene spesso, attraverso la visuale dell’eroe protagonista, il quale (si sa) non muore mai e quindi non causa patemi più di tanto. Gli altri ingredienti di contorno, che arricchiscono questi episodi, sono attinti direttamente dalla tradizione del racconto gotico e utilizzati con sapienza.
Gli effetti più rilevanti si hanno però quando gli autori arricchiscono la narrazione con emozioni particolari tratte dalle loro personali esperienze vissute. Uno dei frammenti “introduttivi” più riusciti è senz’altro quello (sceneggiato da Boselli) del n.33 "Sotto il Vulcano", in cui, in una desolata quanto incantevole
Anche ne "L’ombra del male", visivamente accuratissimo, ambientato in
L’ombra del male però non era svanita.
L’avventura si era conclusa con la voce tonante del demone che rivolge adQuesto terzo capitolo della trilogia (e secondo della vicenda di Alessandra) serve a Colombo come un anello che congiunge "La luce nera" a "L’ombra del Male", fatto, come dicevamo, degno di interesse visto che fino a quel momento le due storie non solo non erano collegate, ma appartenevano a filoni molto distanti.
"Nazikian l’oscuro" si presenta un po’ come una rivisitazione di
La vicenda si concluderà secondo le migliori tradizioni con il folgorante bene che avrà la meglio sull’oscurità del male.
L'anello di congiunzione
L’avventura, dilatata, in quasi un anno e mezzo (anche se nella finzione narrativa sono poco più di sei mesi), non presenta una piena continuità narrativa. Infatti si può correttamente parlare di due storie distinte, unite solo dalla vicenda che coinvolge il personaggio di Alessandra. La storia narrata in "Nazikian l’oscuro", mantiene una sua dignità se considerata individualmente, ma perde completamente di fascino se accostata all’avventura narrata in "L’ombra del male". Leggere Nazikian dopo L’ombra è un po’ come bersi un vino novello dopo un buon Barolo di annata: appare scipito e senza gusto. Infatti dal momento in cui la scena si trasferisce a Marrakesh, l’orrore sottile ed inquietante delle prime pagine cede il passo ad una storia d’azione incentrata sulla violenza delle bande criminali della città marocchina, pericolosamente simili a quelle che popolano i bassifondi delle metropoli americane e le pagine dei romanzi hard-boiled ad esse dedicati.Non scopriamo oggi la maestria di Colombo nel creare le atmosfere...peccato che il tutto pian piano si annacqui in una consueta storia d'azioneQueste atmosfere vengono ibridate dalle apparizioni del soprannaturale, soprannaturale che caratterizza le ultime pagine, che vedono infine la conclusione della gravidanza di Alessandra e della storyline ad essa dedicata. La sottotrama dedicata alle due bande rivali di Marrakesh serve quindi unicamente per permettere a Nazikian di portare avanti il suo oscuro piano (in modo piuttosto macchinoso) e proprio per questo non appare ben integrata con il resto della vicenda, sia per tematiche che per atmosfere.
Non scopriamo oggi che Colombo sia un genio nella creazione delle atmosfere e lo si vede anche nelle prime pagine di Nazikian, in cui ci prospetta una storia ricca di suspence ed emozioni. Peccato però che il tutto pian piano si annacqui in una consueta storia orientata più all’azione piuttosto che alla realizzazione di atmosfere di tensione e di autentico terrore. Nel complesso però di buon livello il ritorno del co-autore di Dampyr. Le idee ci sono e l’abilità dello sceneggiatore si vede sempre e allora… speriamo che non lasci trascorrere altri cinque anni per realizzare una nuova storia.
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