Incubi e demoni
Ovvero edificante storiella sulle catastrofiche conseguenze che possono derivare da contratti con demoni o altre divinità malvagie
Recensione di A.Tripodi | | dampyr/
Dampyr 74 "Giorno della Fenice, Il"
Incubi e demoni
Scheda IT-DP-74
- Giorno della Fenice, Il
valutazione 84%
L’incipit
Diego Cajelli, che è stato uno degli sceneggiatori di Napoleone, apre l'albo con un incipit sicuramente pregevole. La storia inizia conLa giovane donna è richiamata da qualcosa (dalla volontà del padre) verso il quadro che si distorce e la lascia passare. Quindi la vediamo sorvolare, sorretta da un soffio di vento potente tra fiocchi di neve, un paesaggio tratteggiato in maniera astratta in cui intuiamo possano esistere campi e contrade simili a quelli della nostra Terra. La giovane atterra accanto a un arbusto ovoidale irto di spine, alieno e inconsueto. Da questo fuoriesce una straordinaria creatura che Irma sembra già conoscere. È un essere parlante, mostruoso, a metà tra una rana e una locusta, cui la giovane dà nome
Soggetto e sceneggiatura
Non si poteva pretendere che tale livello grafico e narrativo si mantenesse per l’intero alboNon si poteva pretendere che tale livello grafico e narrativo si mantenesse per l’intero albo. Ma la caduta è più evidente di quanto si potesse ragionevolmente prevedere. Innanzitutto il soggetto. Diciamo pure che la trama basilare è essenzialmente banale e ispira una forte impressione di deja vù. Archeologo scopre come entrare in contatto con divinità infernale, contrae un patto (ovviamente mette in gioco l’anima), viene rapito negli inferi. Nulla di nuovo sotto il sole insomma.
L’esito finale non si riesce a discostare dalla classica soluzione di forza da videogioco, con cui viene abbattuto il mostro di fine livello. Comunque apprezzabile e divertente la trovata conclusiva con cui si scopre che era Nikolaus a celarsi dietro le spoglie del Fnord.
L’arricchimento è dato dalle atmosfere oniriche molto indovinate e suggestive. Particolarmente penetranti le suggestioni fantastiche e psicoanalitiche che, a livello quasi subliminale, Cajelli riesce a inserire nel soggetto. Ad esempio la giovane Irma non riesce a controllare il suo potere di pirocinesi (capacità di provocare incendi con la forza del pensiero). Riuscirà a farlo grazie a una maestra (
Arte creativa e limiti legati alla produzione seriale in questo episodio confliggono e non trovano una soluzione adeguata. L’albo, nel suo insieme, dà la sensazione di una compressione grafica e narrativa non piacevole. La griglia bonelliana formata dalle classiche sei vignette per tavola viene spazzata via e sostituita da una sceneggiatura molto articolata che però non trova lo spazio che merita nelle anguste dimensioni dell’albo.
I disegni e la copertina
I disegni di Baggi sono penalizzati dalla griglia bonellianaBella prova di Alessandro Baggi che sicuramente dà il meglio di sé nella rappresentazione degli incubi e dei “grilli” partoriti dalla fantasia di Cajelli. Certo, come si diceva, l’artista è limitato dal formato bonelliano. Sceneggiatura e disegni come questi avrebbero assunto un valore artistico diverso se pubblicati in un Dampyrone (inteso come albo gigante). La copertina di Enea Riboldi è impeccabile anche se, forse, altri spunti dell’albo avrebbero avuto maggiore dignità di essere rappresentati.
"Il giorno della Fenice", Dampyr 74, Sergio Bonelli Editore, 94 pag. b/n, brossurato, maggio 2006, €2,50
Vedere anche...
Scheda IT-DP-74
- Giorno della Fenice, Il
valutazione 84%