La fiaba e la fantasia di Akiko

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La fiaba e la fantasia di Akiko
Akiko - La minaccia di Alia Rellapor I° vol.

La fiaba e la fantasia di Akiko

E’ nato prima l’uovo o la gallina?

Quando non ci piacciono più i fumetti - o cominciano a non piacerci più - è perché non ci sono più i fumetti di una volta o perché siamo cresciuti noi? Al fatto che non ci siano più i fumetti (i libri, i film, eccetera) non ci credo molto, per quanto sia ovvio che ogni forma di comunicazione e di creazione artistica possa attraversare e attraversi periodi di crisi; questo può essere ancor più vero a un livello settoriale: non sarà in crisi il fumetto, ma lo sarà benissimo il fumetto italiano, o la bd, o i manga, o la historieta o quel che è. Il generale declino culturale dell'Italia è alla base del non felicissimo momento attuale del nostro fumetto, o dei suoi autori? O il naturale invecchiamento dell'editore leader di un mercato in fondo imprenditorialmente molto limitato da tutti i punti di vista trascina inevitabilmente nella crisi l'intero settore che non appare più seduttivo non solo per i lettori ma ancor più per i potenziali autori di talento? Che poi vi possano essere in questo panorama eccezioni fenomenali, artisti supremi che stanno scardinando ogni regola sacra del fumetto non cambia di una virgola la situazione fino a quando siano letti da noi cinquecento Grandi Iniziati e restino dei perfetti sconosciuti lì fuori, nel mondo reale. Le eccezioni sono appunto fenomeni che non rientrano nella regolarità. E’ poi chiaro che i Grandi Iniziati quei fumetti se li godono alla grande e legittimamente.

In giro per la rete


Il sito della ProGlo
L'editore italiano
Mark Crilley
Il sito dell'autore Però non credo molto neppure al fatto che il crescere e il conseguente mutare dell'individuo, soprattutto se accompagnati da un reale aumento di consapevolezza critica, possa portare a rifiutare in toto un medium e le espressioni artistiche di tale medium in modo ineluttabile: una maggior consapevolezza critica è sempre fonte di accresciuto piacere, perché permette di accedere (o di accedere integralmente) a opere più complesse e articolate; e l'opera più complessa e articolata fornisce piani di lettura molteplici, rimandi e riferimenti incrociati, riflessioni approfondite: tutto il materiale che compone il gusto della lettura attraverso la scoperta di ciò che si nasconde nell'opera: è la rivelazione che il piacere e il divertimento non sono emozioni epidermiche, o più esattamente che il livello epidermico è solo una frazione esigua del piacere che si può trarre da un fumetto, da un libro o da un film. Poche baggianate sono più ingannevoli degli inviti a godersi semplicemente un semplice fumetto, un semplice libro o un semplice film senza farsi troppe "masturbazioni mentali": sono inviti ad autolimitarsi. Di più, quanto maggiore è la consapevolezza dei meccanismi dell'opera e del medium, e in genere dell'interpretazione critica, tanto più è possibile anche comprendere e apprezzare la genialità della vera semplicità e viceversa avvertire la pochezza della banalità e gli inganni delle fumisterie.

Akiko
disegni Mark Crilley

(c) Mark Crilley

Akiko<br>disegni Mark Crilley<br><i>(c) Mark Crilley</i>

Simplex, complex, multiplex

Vabbe', sproloquio a parte, era alla semplicità che volevo arrivare. Complessità e raffinatezza di linguaggio e di soluzioni narrative non si traducono fatalmente in opere "complicate", difficili da fruire o che necessitano di una cultura enciclopedica per essere avvicinate: questa è un'opzione legittima e gustosa, che inevitabilmente si rivolge a una nicchia di pubblico, ma è solo un'opzione. L'opera può tuttavia nascondere una pluralità di livelli di lettura e proporre una messe di analisi e riflessioni pur offrendosi al pubblico con immediatezza, semplicità, chiarezza; e divertendo; aprendosi così a un apprezzamento vasto e variegato.

Spuckler
disegni di Mark Crilley

(c) Mark Crilley

Spuckler<br>disegni di Mark Crilley<br><i>(c) Mark Crilley</i>
Raggiungere tale livello di completa naturalezza, e semplicità di fruizione per il pubblico, ovvero di lettura nel nostro caso del fumetto, comporta da parte dell'autore una padronanza completa dei mezzi espressivi propri e del medium. Per quanto abusati, gli esempi più immediati che vengono in mente sono Barks con i suoi Paperi e Schulz con i Peanuts. Non si finisce mai di scoprire cosa avessero da dire e come lo dicessero.

Poog
disegni di Mark Crilley

(c) Mark Crilley

Poog<br>disegni di Mark Crilley<br><i>(c) Mark Crilley</i>
Poi ci si imbatte in Akiko di Mark Crilley. Nel volumino della ProGlo che raccoglie i primi sei albetti originali della serie, interrompendosi nel bel mezzo della "ricerca di Alia Rellapor". Lasciamo stare che una qualche rivista avrebbe inserito Crilley nella lista dei cento creativi più influenti dei nostri tempi, unico fumettista insieme a Chris Ware: questo ci dice solo che un qualche lanciatore di mode ha deciso di fare di Crilley un fighetto intellettuale di tendenza. Lasciamo stare: il fatto saliente e importante è che Akiko è un fumetto fresco, delizioso: un concentrato di azione vivificante, divertimento mai volgare e sempre frizzante, personaggi di simpatia travolgente. E storie che sono fiabe autentiche, esplosioni di fantasia pura. Piccoli miti che contengono un po' tutti i miti delle favole e delle storie narrate dagli umani nel loro stare su questa Terra. E tutte le paure che le fiabe esorcizzano, nel loro accompagnare i bambini verso l'età adulta, e nel loro rammentare ai bambini cresciuti da dove essi provengano. Un parente stretto dei Paperi e dei Peanuts, in grado di accendere la fantasia dei bambini e rigenerare quella degli adulti. Il disegno di Crilley è morbido e pieno, l'impressione di tridimensionalità crea l'effetto di star osservando un mondo di pupazzi e persone ugualmente soffici. E mobilissime, espressive. Le tonalità del grigio, calde e utilizzate con sapienza, sostituiscono egregiamente i colori che rischierebbero con facilità di appiattire il tratto di Crilley. La costruzione delle tavole sottolinea la gioia del racconto nella cura attentissima delle sequenze, delle scansioni e delle inquadrature. Dietro ad Akiko, bambina giapponese di circa nove anni, e alla sua corte di buffi esseri umani, buffe macchine, e buffe entità, si parte alla volta del pianeta Smoo alla ricerca di un piccolo principe rapito dalla malvagia Alia Rellapor, madre snaturata.

Gax
disegni di Mark Crilley

(c) Mark Crilley

Gax<br>disegni di Mark Crilley<br><i>(c) Mark Crilley</i>
Akiko e i suoi fidi Mr.Beeba, Spuckler, Poog e Gax attraverseranno terre sconosciute e magiche, viaggeranno su velieri che solcano i cieli, sogneranno sopra letti anticheggianti, verranno catturati da terribili pirati spaziali, lotteranno nell'arena contro Maciullasauri e robottoni cattivissimi, saranno inghiottiti e sputati da un serpente marino; faranno insomma tutto quel che si fa in questi casi; e con cuore impavido e puro, per amicizia, per generosità, per spirito di avventura. E per divertire dall'inizio alla fine.

Mr. Beeba
disegni di Mark Crilley

(c) Mark Crilley

Mr. Beeba<br>disegni di Mark Crilley<br><i>(c) Mark Crilley</i>

La Grande Ritirata?

Sia chiaro che alla piccola ProGlo va un plauso e il ringraziamento per aver pubblicato (e, si spera, per continuare a pubblicare) questo fumetto; e però mi chiedo perché ci siano voluti tanti anni perché arrivasse in Italia - l'inizio risale alla metà degli anni '90 - e perché un gruppo dalle grandi tirature e dalla grande struttura editoriale non lo abbia pubblicato. Potrebbe anche essere una scelta dell'autore, non ne sono a conoscenza; potrebbe essere il risultato della modalità di pubblicazione originale in albetti di foliazione ridotta, e della lontana ma riconoscibilissima progenitura underground del disegno; in ogni modo, il fatto mi riporta alle considerazioni di partenza: forse il fumetto (in Italia) è in crisi, e lo è anche perché un fumetto che potenzialmente è in grado di parlare direttamente alle emozioni dei bambini come dei loro genitori è pubblicato solo per il pubblico dei Grandi Iniziati; mentre in edicola, ovvero al pubblico vasto, e per il fumetto un tempo naturale, sono offerti albi sempre più pastorizzati e incapaci di suscitare emozioni, oppure studiati per le emozioni di piccoli gruppi accuratamente selezionati e fidelizzati: non dei Grandi Iniziati, ma degli Iniziati ai Segreti (dei fan adoranti, per essere chiari ;-)). Eccezioni a parte, naturalmente, ma le eccezioni, si diceva, si situano appunto fuori della norma; e anche le eccezioni non si sottraggono all'inevitabile declino numerico del fumetto.

Il principino rapito
disegni di Mark Crilley

(c) Mark Crilley

Il principino rapito<br>disegni di Mark Crilley<br><i>(c) Mark Crilley</i>

Crilley non è la risposta a tutto questo, ma può esserne parte; perché se non lo è il suo modo di raccontare e fare fumetti, coniugando semplicità e complessità, rivolgendosi a tutti o quasi e "parlando" a ciascuno in modo diverso, rinnovando la lezione primaria di avvincere e di risvegliare le emozioni, raccontando per soddisfare quel bisogno insopprimibile che è l'interfaccia tra il narrare e l'ascoltare, tra l'affabulare dello scrittore e il lasciarsi incantare del lettore - se tutto questo non lo è, allora forse un modo non c'è.

Il gruppo dei protagonisti
disegni di Mark Crilley

(c) Mark Crilley

Il gruppo dei protagonisti<br>disegni di Mark Crilley<br><i>(c) Mark Crilley</i>
Akiko - La minaccia di Alia Rellapor I° vol. - ProGlo Edizioni; 144 pag. b/n, prezzo € 9,90; testi e disegni di Mark Crilley