

I 2012 albi di uBC!
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uno sguardo dello staff sull'anno passato
Progetto Cyborg e Davvero
Progetto Cyborg di Paolo Morales (testi, matite e chine) e Davide De Cubellis (matite e chine) - Sergio Bonelli Editore, 13 giugno 2012 Davvero di Paola Barbato (testi) e autori vari (disegni) - Star Comics - 2,90, 16 x 21, pp. 96, serie mensile La prima citazione del mio 2012 a fumetti parte dall'inizio del 2013, con la prematura scomparsa di Paolo Morales e la fredda consapevolezza, dopo lo shock umanamente provato alla notizia, che non potremo più sapere dove lo avrebbe condotto la sua opera con Martin Mystère, longevo personaggio bonelliano del quale ha firmato le storie più belle e significative degli ultimi 15 anni. Storie come l'ultima sin qui pubblicata, Progetto Cyborg, uscita nel mese di giugno. L'episodio è un efficace compendio dell'universo narrativo con cui Morales ha caratterizzato le sue storie del BVZM: complotti dall'inimmaginabile portata, richiami alla contemporaneità e alle logiche, spesso senza scrupoli, che guidano la moderna società, con trame che, per contrasto, sviluppano un sottotesto di grande valore etico ma senza retorica. Un episodio che ha confermato, ancora una volta, la brillantezza che Morales sapeva imprimere alla caratterizzazione e alle sfumature dei personaggi, ai dialoghi, ai momenti d'azione... persino alle sequenze dedicate alle spiegazioni che, con altri autori bonelliani, fanno addormentare. Con un ritmo incalzante e momenti di grande intensità, quest'ultima storia ha riproposto il Martin Mystère prediletto da Morales, dalla caratterizzazione marcatamente umana, e che mi mancherà tanto, come il suo autore.
La seconda citazione è per Davvero, la miniserie di Paola Barbato per le edizioni Star Comics, giunta in novembre alla versione cartacea dopo il successo della sperimentazione sul web. Per la sua atipica tematica Davvero è una ventata di aria fresca per il fumetto italiano nel formato "bonellide". Davvero è infatti una serie intimista, romantica e di formazione che racconta le vicisissitudini di una 19enne italiana, viziata e irresponsabile, che abbandona la casa dei genitori per dimostrare di che pasta è fatta... scontrandosi con una dura realtà per la quale è del tutto impreparata, ma che la farà crescere. L'esperta Paola Barbato è naturalmente il valore aggiunto del progetto, con sceneggiature frizzanti in cui, libera dalla tradizionale "gabbia" bonelliana, può organizzare le tavole da affidare allo staff di disegnatori nei modi più disparati ed efficaci per aumentare il grado di empatia provocato dai testi e dai disegni. Una lettura che "prende", purtroppo penalizzata da un repentino passaggio alla periodicità bimestrale, alla quale mi sento di augurare le migliori fortune. Cristian Di Clemente
Progetto Cyborg e Davvero
le copertine dei due albi
(c) 2012 Sergio Bonelli Editore | (c) 2012 Star Comics
Beta
Beta di Luca Vanzella (testi) e Luca Genovese (disegni) - Bao Publishing - 2 volumi da 16,00 cad.Da Go Nagai (Mazinga) a Hideaki Anno (Evangelion), passando per Daltanious e compagnia: è questo lapparente succo di "Beta", opera in due volumi edita dalla Bao Publishing, per i testi di Luca Vanzella ed i disegni di Luca Genovese. In realtà, la trama mostra una maturità ben più profonda, ed uno sviluppo articolato su molteplici livelli che, partendo dal classico schema del "team di 5 giovani alla guida di un robot giapponese", sterza quasi subito bruscamente per intraprendere un percorso di complessità crescente, fortemente centrato sulle psicologie dei personaggi, e le loro reciproche interazioni, il tutto a sua volta allinterno di una macrotrama in cui davvero nulla è ciò che sembra.
Da questo punto di vista, gli autori mostrano di aver abbondantemente e sapientemente "digerito" le più importanti direttrici di sviluppo che caratterizzano la cosmologia dei mecha dagli anni 70 del secolo scorso ad oggi, offrendo a lettore un prodotto completo sotto più punti di vista, tanto rispettoso dei più scontati clichè narrativi, quanto capace di un gioco di decostruzione e ricostruzione che tranquillamente meriterebbe una trasposizione verso altre tipologie di media (in terra nipponica ne avrebbero già tratto una serie di OAV!).
È proprio leggendo storie come questa che si comprende quanto si possa ancora navigare ben lontani dallusuale lamentela secondo cui "tutto è già stato scritto": se è pur vero che liniziale dicotomia bianco/nero è stata surclassata dalle ben più glam 50 sfumature di grigio, è altrettanto chiaro che armonizzare ed orientare elementi e rimandi culturali provenienti da periodi ormai abbastanza lontani tra loro richiede - come detto - una solida conoscenza della materia: solo in questo modo diviene possibile dare al lettore una serie di illusioni iniziali, preoccupandosi poi di smantellarle con certosina ed inarrestabile logica, fino ad un finale solo allapparenza amaro, ma in realtà contenente in sé il germe delleterna ruota del destino, che procede in ossequio ad inconosciuti, gattopardeschi dettami. Il comparto grafico, dal canto suo, soffre un po nelle sequenze dazione, che richiedono in non pochi casi uno sforzo per distinguere in maniera chiara i singoli componenti del quadro dinsieme; per il resto, luso dei retini non è mai invasivo, e più in generale i rimandi ad unestetica nipponic-like sono ben amalgamati con un espressionismo di matrice più tipicamente europea. Il plauso maggiore va però alla capacità di rendere il tutto in una prospettiva vintage, che contribuisce in maniera particolare a trasportare il lettore nellepoca in cui si svolgono i fatti (gli anni '70/80 del XX secolo, in perfetto accordo con la cosiddetta "epoca doro" dei robottoni, per lo meno in Italia).
Una lettura quindi fortemente consigliata (anche per i suoi meriti "filologici"), e soprattutto indicativa di come il fascino esercitato dai giganti dacciaio continui a non passare di moda, anzi incarnandosi in forme sempre più raffinate. E se è corretto asserire che Evangelion non sarebbe esistito senza Mazinga, allora si può gettare il cuore oltre lostacolo e dichiarare che Evangelion continua ad essere Mazinga, nel suo "io" più intimo: Mazinga è cresciuto, così come chi era fanciullo quando lo ha visto in tv per la prima volta, e la passione che traspare dalle pagine di "Beta" ci fa partecipi di questa doppia ed interrelata maturazione, quasi ineffabile, di certo ancora capace di suscitare emozioni. Oscar Tamburis
Un Polpo alla gola
Un Polpo alla gola di Zerocalcare, Bao Publishing 16.00, 190 pp b/nDopo lArmadillo è il turno del Polpo. Alla sua seconda prova il giovane disegnatore conserva intatto il suo tratto sornione, la sua ironia disarmante e tutti i riferimenti agli anni novanta. Cè poi quellamara consapevolezza che linfanzia ci ha segnato in maniera indelebile ed il romanzo muove appunto da qui la sua trama in un vortice amarcord incredibilmente affascinante. In questopera cè anche una più matura gestione della narrazione che porta il lettore a divorare tutto dun fiato la storia. Un senso dinsieme che influisce sia sullo svelamento del mistero, perché, tra le altre cose, in realtà la storia è un giallo, sia sullironia, che è poi quella che ti aspetti se hai letto il precedente lavoro e se lo segui su internet. Pasquale Laricchia
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