1937: inferno a Nanchino

l'olocausto dimenticato della seconda Guerra Mondiale
Recensione di  |   | bonelli/

1937: inferno a Nanchino
Lilith n.6

Scheda IT-LILITH-6

      Oggi sono rimasti in pochi a sapere che cosa fecero i nostri soldati a Nanchino. Infilzarono bambini sulle baionette e li gettarono ancora vivi dentro calderoni d’acqua bollente. Stuprarono in gruppo donne dai dodici agli ottant’anni. E quando queste non furono più in grado di soddisfare le loro brame sessuali, le uccisero. Io stesso ho decapitato esseri umani. Ne ho fatti morire di fame altri. Ho dato loro fuoco e li ho seppelliti vivi. In tutto più di duecento esseri umani. E’ terribile. Ero diventato una bestia, meno che una bestia. Non esistono parole per spiegare questi orrori. In verità, ero diventato un demone.
      Dalla testimonianza di Nagatomi Hakudo al cui ritorno in patria divenne medico e, dopo 60 anni dai fatti, anni passati a guardarsi dentro, ancora oggi nella sala di attesa del suo studio è eretto un altare al proprio rimorso in cui ha reso accessibile ai suoi pazienti un videotape: il suo processo per i crimini di guerra commessi a Nanchino, in cui si può ascoltare la sua confessione completa.
      Da Lo Stupro di Nanchino di Iris Chang.

Non so se sono la persona giusta per recensire questo numero. Mi sento parte in causa. Per ben tre ragioni: di cui la seconda e la terza sono il fatto che ho studiato sia la lingua e cultura cinese che quella giapponese. La prima è che sono parte di un popolo che di lì a breve dei fatti storici descritti, subirà la stessa tragica sorte. L’episodio storico che Enoch ha usato come nuovo teatro per le avventure di Lilith mi tocca quindi molto nel personale. Sicuramente a Enoch va il merito di aver avuto l’ardire di dare ancora una volta voce alle vittime di quello che Iris Chang ha chiamato l’olocausto dimenticato delle Seconda Guerra Mondale. Infatti ancora oggi il governo giapponese nega e si rifiuta di riconoscere le proprie responsabilità difronte ai fatti avvenuti a Nanchino nel 1937.
Iris Chang è stata la giornalista americana di origini cinesi che nel 1997 diede testimonianza a livello internazionale alle vittime di quelle atrocità con la pubblicazione del suo testo The Rape of Nanking che fu tradotto e pubblicato in Italia nel 2000 col titolo Lo Stupro di Nanchino (Casa Editrice Corbaccio). L’autrice è in seguito morta suicida a causa di un prolungato stato depressivo dovuto probabilmente anche ai suoi studi e ricerche svolti per far emergere la verità dei fatti di Nanchino, ma, sembra, anche perché subì continui insulti e minacce anonime, successive alla pubblicazione del libro, che oltrepassarono il limite di sopportazione.
Il testo della Chang è volutamente non storiografico e con uno stile letterario e descrittivo, che lo rende maggiormente fruibile per il lettore medio, consentendo una maggior facilità di immedesimazione. D'altronde un approccio più distaccato e analitico, per l’autrice, considerate le sue origini, non poteva probabilmente essere possibile.Il testo contiene anche fotografie terribili, strazianti, che hanno portato fino a noi la testimonianza visiva delle atrocità commesse.
Altro punto a favore dell'autore milanese è di essere stato molto fedele, aderente, a quello che era il quadro della situazione sul piano storico. La quasi totalità dei personaggi principali con cui Lilith entra in contatto sono persone realmente esistite, che si sono rese responsabili proprio delle azioni rappresentate nella vicenda.
Ripeto. Il plauso a Luca Enoch è sicuramente per il suo disegno curato e per aver in questo caso scelto di usare il suo personaggio come appello alla memoria di un evento quanto mai catastrofico perpetuato da un nucleo di esseri umani contro un altro vasto nucleo di esseri umani.
Ma poi? Lilith come si è evoluta nel corso della vicenda? Molto poco a dire il vero.
Ma un’altra grave mancanza è una dichiarata condanna all’uso della violenza. Lilith non condanna l’uso di questa violenza, se ne rende complice e va a legittimare l’uso che ne fa lei solo perché è lei a scegliere le vittime. Inoltre Enoch ha rischiato di modificare il senso profondo di quell’episodio storico: la popolazione cinese venne sterminata senza che avesse avuto alcuna reazione. Numericamente avrebbero potuto sopraffare le milizie giapponesi in qualsiasi momento solo per la supremazia numerica eppure, si lasciarono trucidare. Questo è uno degli aspetti più sconcertanti di tutta la vicenda per quegli storici che hanno cercato di ricostruire e studiare l’episodio dal punto di vista psicologico, sociologico e comportamentale. Le azioni di ritorsione violenta messe in atto da Lilith potrebbero quindi sminuire la gravità del massacro perpetuato dai soldati e ufficiali giapponesi, in quanto ne potrebbero giustificare in parte la metodicità con cui il massacro proseguì meccanicamente per mesi (potrebbe essere vista come una vendetta per gli attacchi subiti da quel singolo individuo mascherato che Lilith impersonava). È sì vero che Lilith colpiva coloro che assassinavano e stupravano, ma in che cosa si elevava, in che modo si distaccava, dalla loro condotta? Solo perché condannava le loro azioni sul piano verbale? Ma sul piano pratico è un fatto oggettivo, che agisse servendosi degli stessi sistemi!

È come se Enoch cercasse di mantenere il plot delle storie di Lilith su una linea narrativa nota, senza scossoni. Senza cadute, è vero, ma neppure con delle impennate che sorprendano il lettore.
Cosa abbiamo imparato di Lilith in più in questo albo che non avevamo già avuto modo di conoscere negli albi precedenti?
Nulla!
Si è trovata Lilith ad affrontare un pericolo mai incontrato prima?
No!
Ha ricevuto Lilith una qualche rivelazione che ci possa tenere col fiato sospeso per i prossimi sei mesi in attesa di leggere il seguito nel settimo volume?
No!
Tanto per fare un esempio.. e non per insegnare il mestiere a Enoch che lo sa fare e gli è stato concesso di farlo.. ma cosa sarebbe accaduto se Lilith avesse scoperto che il portatore del Triacanto non fosse stato un giapponese colpevole di stupro, ma proprio una ragazzina cinese di quelle che difendeva dagli stupri di massa?
L’avrebbe difesa dallo stupro per poi squarciarle la cassa toracica così da estrarle il Triacanto?
Queste sono le situazioni, emotive e contraddittorie, con cui confrontarsi, in cui qualsiasi lettore di fumetti vorrebbe veder precipitare il proprio eroe. Eppure Enoch ancora una volta ci ripresenta il solito cliché: viaggio indietro nel tempo, Lilith che impara lingua e costumi dell’epoca grazie all’iPod portatile che la precede nel suoi viaggi (il mirIaPODe), poi cerca il portatore, compaiono i Cardi ma si sbriciolano come foglie secche, ammazza qualche centinaio di cattivi perché tanto lei è invulnerabile in battaglia (ma saltuariamente vulnerabile sotto le lenzuola) e poi, trovato il portatore, gli strappa il Triacanto dal petto per evitarne la futura germinazione. Stop.
Nulla di nuovo sotto il sole.. o sotto il Segno del Triacanto che sia.

L’unica cosa di certo che abbiamo fino ad ora è che Enoch vuole cambiare la storia passata facendo ammazzare a Lilith personaggi storici in anticipo rispetto alla loro data di morte storica.
E' il caso del Generale Shiro Ishii, batteriologo, ideatore, organizzatore e capo indiscusso dell’Unità 731, che nel 1932 fu posto al comando del Laboratorio di sperimentazione dell’esercito giapponese per la sperimentazione epidemica. La comparsa quindi di Shiro, ancora colonnello, nel 1937 a Nanchino poteva quindi considerarsi plausibile dato che il colonnello divenne in seguito tristemente noto per aver effettuato esperimenti su cavie umane vivisezionandole senza oltretutto sottoporle ad anestesia perché considerato superfluo dato che venivano tenute legate. Con i suoi studi cercava, oltre che ideare nuove armi batteriologiche, il modo di elaborare tecniche terapeutiche per poter più efficacemente guarire i soldati giapponesi malati o feriti: di queste sue ricerche si può trovare traccia in rete. Che quindi fosse stato attratto dall’aver saputo che a Nanchino ci fosse un uomo mascherato che teneva testa a centinaia di soldati armati senza essere fermato o anche soltanto ferito (plot ideato da Enoch), non poteva che dare conferma della fattibilità delle sue aspirazioni di scienziato folle.

Fotografia e vignetta del generale Shiro
Fotografia d'archivio e vignetta di Luca Enoch

(c) 2011 Sergio Bonelli

Fotografia e vignetta del generale Shiro<br>Fotografia d'archivio e vignetta di Luca Enoch<br><i>(c) 2011 Sergio Bonelli</i>
Ma Shiro è storicamente morto il 9 ottobre del 1952 (come si può facilmente appurare con una rapida ricerca in internet). Enoch lo ha invece fatto assassinare da Lilith nel 1937. Già in albi precedenti è stato adottato questo cliché.
Dove vuole andare a parare l’autore?
Ma soprattutto ci sembra parecchio scarno come movente alla lettura per i prossimi albi dato che probabilmente la maggior parte dei lettori ignora chi fosse il Generale Shiro Ishii e l’unico modo di appurare quando avrebbe dovuto morire è appunto nel fare una specifica ricerca, anche sia pur rapida con l’uso della rete.

Enoch sta forse cercando di produrre un lavoro fumettistico che obblighi il lettore a non fermarsi al media fumetto, ma lo spinga a proseguire la lettura ad altri livelli? In effetti cercando in rete si può scoprire molto su tutti i personaggi, compresa l’esistenza di un film sulla vita di John Rabe.
È questa la nuova frontiera del fumetto? Li leggeremo sull’iPad e cliccando sulla vignetta di un personaggio o sul suo nome ne leggeremo la biografica e ne vedremo spezzoni di film che lo vedono interpretato dal tal attore? E tutto questo apparato di informazione già implementato nel proprio lavoro dall’autore stesso?
Va bene. Mettiamo pure che in futuro sarà così..
Ma al momento Lilith è ancora cartaceo e quindi non possiamo che accorgerci che di avventura in questo albo ce ne è stata poca. Molta storia, molti ammazzamenti, ma poca avventura.

Ancora delle domande, per esempio, giusto come provocazione...
Ma Lilith è l’unica del suo tempo ad essere stata addestrata per portare a termine la missione che le consentirà di eliminare il Triacanto? O c’è qualcun altro in viaggio nei secoli, con un incarico identico al suo, con cui prima o poi Lilith potrebbe incrociarsi?
Tutte le vittime di Lilith, i cosiddetti portatori sono sempre state uomini. Come mai le donne fino ad ora non ne sono mai state portatrici?
Speriamo che finalmente coi prossimi albi Enoch torni a stimolare la nostra curiosità rompendo quella gabbia narrativa in cui fino ad ora sembra aver voluto relegare il proprio personaggio.

Per concludere, vorrei ancora dar voce al fatto storico..

Non avrei mai immaginato che nel mondo moderno potessero esistere persone di un simile livello di crudeltà. Pensavo che solamente un essere dalla mente malata come Jack lo Squartatore potesse comportarsi in questo modo.
Il reverendo John Gillespie Magee, 28 gennaio 1938.

Ma ci piace anche pensare che Cina e Giappone, pur essendo stati nemici, abbiano molti punti in cui si possano sentire vicini e amici e questo lo provano parole come quelle dei due uomini che seguono.
La gentilezza nelle parole crea confidenza; la gentilezza nel pensiero crea profondità; la gentilezza nel dare crea amore.
Lao Tze, filosofo cinese

Metti gli altri al primo posto, poi occupati di te stesso. Agisci con lo spirito di beneficiare gli altri, non soltanto te stesso. Seppur umani, quando ci dedichiamo agli altri siamo dei Boddhisattva.
Shinjo Ito, monaco buddhista giapponese

Con nel cuore una preghiera equanime per la salvezza di tutte le anime dei defunti: sia delle vittime cinesi di Nanchino che dei loro carnefici giapponesi, vittime a loro volta dell’Ignoranza (uno dei tre veleni che intossicano la mente e di cui parlano i sutra buddhisti), rivolgiamo a tutti gli operatori di pace passati e presenti, di entrambe queste due Grandi Nazioni, il nostro

Grazie
Xièxiè ni
Arigatou Gozaimashita



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