Un passato da eroe

tutto, ma proprio tutto sulle origini di Demian
Recensione di  |   | bonelli/

Un passato da eroe
Demian 12 "Fraternité"

Un passato da eroe

Scheda IT-DEMIAN-12

Numero di svolta per Demian in cui viene narrato il passato del protagonista e le origini della Fraternité, la misteriosa setta, il cui destino sembra intrecciato a quello del moderno chevalier. Svolta che auspichiamo riguardi soprattuto la qualità delle storie: difatti a un sorprendente n.1 sono seguiti numerosi episodi non all'altezza, con trame scontate e caratterizzazioni grafiche a volte non esaltanti, e che soprattutto ci hanno lasciato completamente all'oscuro rispetto alle motivazioni che hanno fatto diventare Demian una sorta di giustiziere solitario, come già segnalato nell'articolo "Il Demian furioso". Lo sceneggiatore della miniserie, Pasquale Ruju, sceglie di raccontarci tutto sul suo personaggio in una volta sola, tirando le fila dei pochi accenni sparsi nei numeri precedenti, e collegandosi direttamente ad essi come per il n.5.

Viaggio all'interno della Fraternité

La trama è presto detta: Demian ritrova Bruno Barral, affiliato della Fraternité e suo primo maestro d'armi, e nel colloquio tra i due vecchi amici i ricordi s'intrecciano tra la storia della setta cui entrambi appartengono e il momento in cui si sono conosciuti. Con largo uso di flash-back le due storie sono narrate in maniera lineare ed avvincente, e in un sol colpo veniamo a conoscenza di come Demian sia entrato in contatto con la Fraternité, il suo cognome, il segreto del tatuaggio che lo contraddistingue e la sua infanzia negata, trascorsa ad addestrarsi militarmente per dimostrare d'essere in grado di entrare nell'ordine cavalleresco. Il doppio racconto prosegue fino alla scelta effettuata da Demian di abbandonare l'ordine cavalleresco per inseguire la vendetta, per giungere al colpo di scena finale, che probabilmente si ripercuoterà sugli ultimi numeri della miniserie. Dall'altro lato ci sono le vicende della Fraternité: un ordine cavalleresco, votato al bene e alla giustizia, fondato nieintepopodimeno che, 15 secoli or sono, da Sir Lancillotto in persona, uno dei paladini di re Artù, di cui Demian scopriamo essere discendente.
Demian sembra prigioniero del proprio destino: la sua affiliazione alla Fraternité gli è quasi estorta, considerata la sua giovane età e le tragica morte dei genitori, evento che inevitabilmente lo segna profondamente condizionandone le scelte
L'aspetto forse più interessante di quest'episodio è come l'idea alla base della Fraternité muti per Demian con il passare degli anni, l'affinarsi del suo addestramento e la sua maturazione fisica e psicologica, con lo sviluppo di una personalità autonoma, pronta a fare le proprie scelte, senza più accettare passivamente quello che gli viene raccontato. Il Demian bambino, nel momento del suo ingresso nella Fortezza dove crescerà, accetta come una fiaba ciò che gli viene raccontato da Tristan: la Fraternité è formata da eroici uomini votati al bene e alla giustizia. Il Demian adolescente è attanagliato dai dubbi, non gli bastano più dei motivi astratti per addestrarsi, per cui gli viene rivelato che la Fraternité interviene sui destini del mondo per aiutare gli uomini a sopravvivere alla propria crudeltà, al di là delle possibilità d'intervento delle leggi stabilite. Ad addestramento sanguinosamente completato, al Demian giovane uomo non resta che accettare l'affiliazione in una setta in cui probabilmente ormai non crede più, dato che la via per perseguire la giustizia è inseguita con gli stessi mezzi dei criminali. La scoperta di chi è responsabile della morte del padre, ucciso da una sezione deviata dell'ordine, che perseguiva affari personali tramite uno squallido commercio d'armi, lo spinge ad abbandonare la Fraternité, dopo aver scoperto che parole come fratellanza, onore e giustizia servivano solo a mascherare il fanatismo e la violenza. A questo punto il suo destino è segnato però, e persegue la sua vendetta utilizzando i soli mezzi che ha a disposizione. Demian sembra prigioniero del proprio destino: la sua affiliazione alla Fraternité gli è quasi estorta, considerata la sua giovane età e le tragica morte dei genitori, evento che inevitabilmente lo segna profondamente condizionandone le scelte, tanto che anche dopo aver vendicato l'assassinio del padre e pur avendo interrotto ogni rapporto con l'ordine cavalleresco Demian si rivela incapace di vivere in maniera differente e, come visto nel n.1, riprende ben presto il suo ruolo di giustiziere, e a nulla valgono neppure l'amore e la tragica morte di Virginie : nulla sembra che possa allontanarlo dalla strada violenta che deve percorrere.

Un nuovo inizio

Un destino violento quello di Demian, intrecciato a doppio filo a quello di Julien D'Arcy, suo avversario sin dai tempi dell'addestramento nella Fortezza.
I due [...] rappresentano specularmente i due aspetti fondanti della Fraternité: la necessità di difendere gli oppressi e la volontà di condurre, assoggettandola per il suo bene, l'umanità.
I due, uno discendente da un paladino di re Artù, l'altro dal crociato Fernand D'Arcy, rappresentano specularmente i due aspetti fondanti della Fraternité: la necessità di difendere gli oppressi e la volontà di condurre, assoggettandola per il suo bene, l'umanità. Il binomio tra i due costituirà probabilmente la chiave della conclusione della miniserie.
Alla piacevolezza di questa storia contribuisce non poco il tratto di Antonio Amodio, come di consueto molto particolare, morbido e d'effetto. Sono buone le ambientazioni e le inquadrature, con un ampio ricorso ai primi piani, a sottolineare l'espressività dei protagonisti, solo sufficienti le posture, forse non sempre impostate con la necessaria naturalezza.
L'importanza di questa storia all'interno della miniserie è capitale, si tratta quasi di un nuovo inizio, con un nuovo nemico da affrontare per Demian, e senza la presenza dei consueti comprimari marsigliesi: il contrabbandiere Gaston Velasco e la figlia Marie, ispettore della polizia poco credibile. Episodio che comunque non risolve tutti gli enigmi alla base della serie, e che anzi ne evoca altri: come ad esempio chi detiene realmente il potere all'interno della Fraternité, oltre al mistero della voce narrante e dell'identità dell'accompagnatore (o accompagnatrice) di Tristan nel n°1, così interessato a Demian.

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