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Sog. e
Sce. Federico Memola
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Alla fine è arrivato anche il seguito del primo
episodio della Magic Patrol. Peccato che la seconda parte
si riveli essere una fotocopia dell'originale; e
nemmeno tanto riuscita. Stessi personaggi, stessi
scontri, più o meno le stesse situazioni.
Cambia solo il nemico finale, visto che quello della
volta scorsa era esploso nei cieli di Londra. Ci sono,
è vero, dei personaggi che nel primo episodio
non comparivano, e cioè quel gruppetto di
scalcinati Uomini in Nero capitanati da
Sheila Norton, che comunque si sviluppano
narrativamente esattamente come nel primo episodio in
cui sono comparsi.
Niente di nuovo sotto il sole, quindi, né in
termini di "colpi di scena", né tantomeno di
personaggi (per quelli è specializzato Beretta,
però!).
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Gino Vercelli
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... E naturalmente è lo stesso anche il
disegnatore! In un sequel questo fattore grafico
dovrebbe essere importante, in quanto dovrebbe
permettere un facile riconoscimento dei comprimari
e dare la stessa atmosfera del primo episodio. Dovrebbe.
Purtroppo, così non è: se da un lato
infatti i personaggi sono riconoscibili, dall'altro non ci
si rende pienamente conto del fatto che Rogers
abbandoni la sua "maschera" psichica (che gli dà
un aspetto diverso da quello "originale") fino alla
pagina in cui torna ad Altrove e la "indossa" nuovamente.
Insomma, questa peculiarità grafica, che
avrebbe contribuito a dare spessore al personaggio,
viene quasi dimenticata.
C'è inoltre una evidente discontinuità
nell'accuratezza dei disegni, che non sembra proprio
all'altezza dell'exploit precedente. Retinatura e
inchiostrazione sono spesso troppo pesanti, gli
sfondi talvolta poco curati, c'è perfino qualche
sproporzione fisica. Inoltre, le scene che dovrebbero
essere dinamiche non lo sono affatto. Questo non
vuol dire che i disegni siano brutti, solo che sono
poco curati e troppo spesso approssimativi.
Nonostante il fatto che le vicende narrate siano il
seguito diretto del primo episodio della serie (e
quindi le aspettative siano alte), l'episodio si
rivela piuttosto mediocre e deludente, soprattutto
perché gravato da un soggetto che sa troppo
di "roba già vista".
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