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Scirocco, tramontana o libeccio?
recensione di Roberto Giammatteo Una citt� nascosta, il vento che spazza fortissimo un'intera valle, un gruppo di pirati tra i monti....
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Con questo Maxi Zagor, un nuovo autore esordisce nel grande staff della Bonelli Editore: Aldo Siciliano. Il soggetto della storia non � dei pi� originali. Il tutto ruota intorno ad una citt� nascosta, i cui tesori (un sacchettino di diamanti) fanno gola ad una frangia cattiva dei suoi abitanti. L'unica particolarit� � il motivo per cui la citt� non � stata mai scoperta. Una volta tanto non si parla di dimensioni parallele, di picchi inaccessibili o di intricati grovigli di foresta ma sono delle particolari condizioni atmosferiche che tengono lontana la civilt� da Last Land.
I vari personaggi sembrano delle semplici comparse messe l� a svolgere il loro piccolo compitino. Nessuno di loro � oggetto di approfondimento. Il cattivo Hammer, � cattivo e basta. Il buon Nolan, � buono e basta. Potevano, inoltre, avere un ruolo ben diverso i due lestofanti apparsi solo ad inizio storia per coinvolgere Zagor nell'avventura. Lo stesso Cico � uno dei tanti.
Prova opaca ai pennelli di Chiarolla. Eravamo abituati a ben altro, basta riprendere in mano gli albi (n.417/419) di qualche mese fa con la storia che praticamente introduce l'"Odissea Africana". In alcune tavole ci sono evidenti errori di proporzione dei personaggi (vedi a esempio pag. 39), mentre in altre sono i volti a subire delle vere e proprie storpiature. Un esempio per tutti il volto di Ryan Whithing a pag. 94, vignetta 4. La stessa padronanza nel disegnare i due personaggi principali della serie, Zagor e Cico, mostrata in altre occasioni non viene confermata in questo lavoro. La costante presenza del vento da graficizzare nella maggior parte di quest'albo, inoltre, ha complicato ancor di pi� le cose. In pratica buona parte delle tavole sono piene di linee che cercano di dar l'idea del forte vento. A pag. 54, pi� che in alta montagna si ha l'impressione che l'azione si svolga sulla costa, con un mare tempestoso sullo sfondo.
Nel complesso, ci troviamo di fronte ad una storia mediocre, contenuta in un albo mediocre,
nonostante una bella cover di Gallieno Ferri.
Purtroppo, in alcuni casi, la pubblicazione dei Maxi � esclusivamente un'operazione di
ripescaggio di storie che non sono state pi� pubblicate nella serie mensile, e che
altrimenti rischierebbero di restare molto tempo in un cassetto (se non ci sono gi� state).
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