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Nicholas Super M. D.
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L�esordio di Marco Verni ai pennelli dello Spirito con la Scure � il motivo di maggior appeal dell�Almanacco dell�Avventura 2003, ed � un esordio certamente positivo. Il suo tratto si sposa in modo perfetto con le atmosfere pi� classiche della serie, n� potrebbe essere diversamente dato il debito evidentissimo del disegnatore nei confronti del �padre� grafico di Zagor, Gallieno Ferri, la cui lezione ha appreso in modo praticamente mimetico. Vibranti ed emozionanti le dinamiche scene d�azione, nelle quali Verni focalizza tutta la sua attenzione sulle figure umane; �confortevoli� le ambientazioni naturali, nella foresta, dove il lettore zagoriano non pu� non provare una sensazione di grande familiarit� con quegli scenari, una lunga consuetudine con la fauna e la rigogliosa flora rese a vivide pennellate �primitive�. Verni dimostra di trovarsi a suo agio anche nel raffigurare la dimessa quotidianit� di Frame Cross, una delle tante, tipiche cittadine della Prima Frontiera mostrate nella saga dell�eroe nolittiano.
Ma questi sono nei di poco conto. Quello che ovviamente manca al disegnatore di questa storia � una pi� spiccata personalit� autonoma. Legittima la mimesi del modello, ma non l�appiattimento su di esso, un rischio che � in agguato per Verni, forse troppo concentrato a replicare lo stile ferriano e troppo poco a cercarne uno proprio. Per una storia d�esordio il lavoro � comunque riuscito, specialmente se �Lo Sciamano Bianco� sar� per Verni solo un punto di partenza verso una pi� personale interpretazione del personaggio. L�ingresso di un nuovo e interessante disegnatore mette necessariamente in ombra i restanti aspetti di una storia che, al di l� della sua semplice ed ingenua struttura di base, mostra il mestiere sempre pi� sicuro e la scrittura sempre pi� fluida e attenta di Moreno Burattini. Il soggetto appare quasi disarmante nel suo schematismo di fondo: il dottor Nicholas Sand, che gli indiani Penobscot chiamano Ascolta-il-Cuore, � eccessivamente buono, bravo e perfetto per essere vero; pi� che un medico e un essere umano � un santino, ed � al contempo troppo e troppo poco. Troppo poco umano appunto, cos� privo di difetti com�� (ed � invece troppo modesto nel negare di non averne ;-)) e ricolmo di ogni virt�. Ma questo lo rende troppo: troppo vicino all�ideale dell�uomo di medicina del nostro tempo, o forse dell�uomo tout court. Il dottor Sand � un anacronismo, mutuato com�� da coloro che lavorano nelle associazioni umanitarie del XXI secolo e ritratto in un XIX secolo che ancora non aveva neppure conosciuto Florence Nightingale. Non necessariamente irrealistico, forse, ma ineluttabilmente inverosimile.
La dolcezza e la naturalezza che l�autore usa nel presentare Sand nell�articolata sequenza d�apertura, cos� come la partecipazione e la simpatia che egli prova verso il personaggio nel corso di tutta la storia, riescono nella non facile impresa di rendere simpatico il dottore, cos� assolutamente irreale e privo di zone d�ombra, eppure sorprendentemente vivo nei dialoghi che per lui imbastisce Burattini: le parole trasudano retorica ma suonano sincere sulla bocca di Ascolta-il-Cuore, perfino quelle francamente esagerate che pronuncia nel finale. Burattini lo mostra privo di qualsiasi emozione che non sia lo slancio altruistico e il rigore messianico con cui esercita la medicina, ma lascia intuire al lettore come dietro la facciata da stereotipo vi sia un cuore che batte come quello di ogni essere umano.
Sulla via dell�ascesi medica di Sand, Burattini pone la vicenda umana di Tabitha, lo strumento che egli utilizza per umanizzare il dottore, e la cui storia narra incastonandone con cura tempi e modi nella linea narrativa principale, specialmente nell'efficace sequenza in flashback, dai toni commossi e affettuosi. Tabitha e il suo amore non scardinano le difese del dottore, ma suggeriscono al lettore quel che accadr� dopo che egli avr� concluso la lettura e riposto l'albo sullo scaffale della collezione di Zagor.
E Zagor? Beh, Zagor c��, anche se assume una posizione defilata, da spalla, limitandosi in apparenza a risolvere per il pacifico dottore le situazioni che comportano l�uso della forza: fa quasi l�uomo di fatica.
Uno Zagor in posizione vicaria, dunque, eppure la storia resta incontestabilmente zagoriana perch� tale � lo spirito che la permea e zagoriana appare la personalit� di Nicholas Sand, giovane medico bostoniano che decide di abbadonare la citt� ed esercitare la sua professione nei boschi e nei villaggi indiani, riecheggiando, pur alla lontana, �Wandering� Fitzy.
Anche in un racconto del tutto �normale�, insomma, lo Zagor di Burattini non � il molle Tex di Nizzi, che ha ormai perduto il filo della propria storia e le coordinate narrative e psicologiche del personaggio.
Ricca, come d�uso, la parte redazionale dell�almanacco, dove spicca il dossier che Giuseppe Lippi dedica a James Bond.
Vedi anche la scheda della storia.
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