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Sabato, 1 Maggio 2010

  • weblog/?4971
    messaggio da M.Migliori - 01/05/2010 19:00
    Da un articolo del Corriere.it:
    Razzista e offensivo nei confronti degli africani. Una nuova bufera si è scatenata contro Tintin, il celebre fumetto belga ideato dal disegnatore Hergé nel 1929. Mbutu Dieudonné, un cittadino congolese che vive da anni in Belgio, ha presentato al Tribunale penale di Bruxelles una denuncia contro il fumetto belga accusando il secondo episodio della serie, uscito in bianco e nero a puntate tra il giugno 1930 e il giugno 1931 (la versione a colori è del 1946) e intitolato Tintin in Congo, di razzismo e chiedendo l'immediato ritirato delle copie da tutte le librerie del Belgio.
    Le prime denunce di Dieudonné contro il fumetto sono state presentate alcuni anni fa e lo scorso febbraio il congolese ha addirittura scritto una lettera al re belga Alberto II per segnalare i passaggi più sconcertanti del libro. Dopo aver constatato la lentezza della giustizia belga e il silenzio del sovrano, il cittadino congolese ha deciso di rivolgersi al tribunale penale che nei prossimi giorni dovrà pronunciarsi obbligatoriamente sulla vicenda. Una prima udienza del processo per direttissima si è tenuta mercoledì 28 aprile, ma la Corte ha deciso di rinviare al prossimo 5 maggio la decisione definitiva. (..)
    Da un articolo di Repubblica con alcune immagini della vicenda:
    Razzista e xenofobo. Con queste accuse uno studente congolese ha trascinato di fronte a una corte di Bruxelles Tintin, il personaggio creato dal Georges Remi, in arte Hergé. Sul banco degli imputati la casa produttrice che amministra l'opera del disegnatore belga. Al centro della causa il volume "Tintin in Congo", pubblicato nel 1930, nel quale gli autoctoni vengono raffigurati come indigeni selvaggi. Lo studente congolese chiede la messa al bando dell'albo e la sentenza, prevista per oggi, arriverà il 5 maggio prossimo
    La notizia, naturalmente, ha assunto carattere internazionale. Da un articolo sul Times Online:
    He was, perhaps, Belgium’s greatest 20th-century figure; a globe-trotting reporter who earned worldwide recognition for his adventures in the company of a faithful dog and a drunken sailor. Yesterday Tintin faced ignominy as he was dragged before a court in his native land to be accused of racism and xenophobia.
    Lawyers told a judge in a Brussels civil court that Tintin in the Congo - the second book in the series - should be banned in Belgium or at least sold with a warning that it contains material likely to shock readers. The case was brought by Bienvenu Mbutu Mondondo, 41, a Congolese accountant who says that the work, first published between 1930 and 1931, perpetuates colonial stereotypes. "This book contains unacceptable racist and xenophobic words which are designed to convey the idea that the black man is inferior," Maître Papis Tshimpangila, Mr Mbutu Mondondo’s lawyer, told The Times.

    Martedí, 30 Giugno 2009

  • weblog/?4491
    messaggio da P.Dionisio - 30/06/2009 16:25
    Da un articolo de La Stampa:
    Nel lussureggiante bosco di La Source, vicino all’Università di Lovanio, si scorge un sorprendente prisma allungato che pare librarsi nella foresta secolare, sovrastato da una parete che esibisce un Tintin di spalle con l’inconfondibile ciuffo ribelle. Si tratta di un’architettura assai complessa che pare in movimento: fuori enormi vetrate, dentro una torre a quadri blu e bianchi (per l’ascensore), quattro volumi colorati. Insomma, un museo spettacolare per Hergé (al secolo Georges Prosper Remi) il padre di Tintin, fra i più venerati e acclamati disegnatori di fumetti del XX secolo, tradotto in 55 lingue. A firmare il museo, che si estende per 3600 metri quadri, è l’archistar Christian de Portzamparc, vincitore nel 1994 del premio Pritzker (il Nobel dell’architettura): «Ho voluto creare - dice - uno spazio colorato, onirico: quasi fosse un nave arenata tra gli alberi, un po’ come quella di Fitzcarraldo in Amazzonia».
    Imponente, dinamico e intrigante l’edificio è stato realizzato in soli due anni, non senza infuocate polemiche per gli alberi abbattuti nella foresta del Brabante Vallone. Fanny Rodwell, seconda moglie di Hergé (nato nel 1907 e morto nell’83) desiderava da anni un luogo dove erigere il «tempio» adatto a un sognatore, qual era il padre di Tintin. Nel ’96 la Rodwell si rivolse a Portzamparc ma non trovò uno spazio adatto per il museo finché non le offrirono questo luogo a 30 chilometri da Bruxelles. Chiamò così a raccolta i maggiori specialisti di Hergé, che alla sua morte aveva voluto fossero sospese le pubblicazioni dei suoi fumetti, pronunciando la frase: «Tintin c’est moi». L’équipe, fra cui il direttore Laurent de Froberville, gli scenografi Joost Swarte e Winston Spriet, ha lavorato con l’architetto a ideare un museo che riflettesse la multiforme personalità dell’artista.
    (..)

    Mercoledí, 28 Gennaio 2009

  • weblog/?4256
    messaggio da P.Dionisio - 28/01/2009 18:45
    Da ADNKronos:
    Tintin al ciak. Paramount Pictures e Sony Pictures Entertainment hanno annunciato l'inizio delle riprese di 'The Adventures of Tintin: Secret of the Unicorn', diretto da Steven Spielberg con la tecnologia 3D motion capture e interpretato da Jamie Bell e Daniel Craig, coppia attualmente sugli schermi in 'Defiance - I giorni del coraggio'.
    Jamie Bell ('Billy Elliot') vestirà i panni del celebre Tintin, giovane e intrepido reporter che alla ricerca di una buona storia si imbarca in un mondo di avventure, mentre Daniel Craig interpreterà il cattivo Red Rackham, in un cast internazionale che comprende anche Andy Serkis, Simon Pegg, Nick Frost, Gad Elmaleh, Toby Jones e Mackenzie Crook.
    'The Adventures of Tintin: Secret of the Unicorn', da una sceneggiatura di Steven Moffat, Edgar Wright e Joe Cornish, prodotto da Spielberg, Peter Jackson e Kathleen Kennedy, è il primo film in 3D motion capture basato sul personaggio creato da Georges Remi, meglio conosciuto come Herge, e uscirà in sala nel 2011. Il secondo film della prevista trilogia sarà diretto da Jackson

    Martedí, 27 Gennaio 2009

  • messaggio da P.Dionisio - 27/01/2009 12:55
    Da un articolo de La Stampa di Sergio Rossi:
    (..) la Fondazione Casa di Anne Frank ha promosso la pubblicazione di un libro a fumetti come La stella di Esther di Eric Heuvel, Ruud van der Rol, Lies Schippers ed edito in Italia da De Agostini con il Patrocinio dell’UCEI - Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in cui la vicenda della Shoah viene raccontata da una nonna, la Esther del titolo, al giovane nipote che l’accompagna nel ritrovare gli ultimi tasselli di quella vicenda che ha segnato anche la sua vita futura, come già le opere di Primo Levi, Robert Antelme, Elie Wiesel e di Art Spiegelman ci avevano raccontato. È un libro da leggere a fianco a Valzer con Banshir di Ari Folman e David Polonsky ed edito da Rizzoli Lizard, il romanzo a fumetti tratto dal film d’animazione omonimo attualmente nelle sale.
    In apparenza i due libri non potrebbero essere più diversi per realizzazione e storia. La stella di Esther è un racconto per ragazzi realizzato sul modello narrativo di Tintin, il prototipo belga e olandese per questo tipo di fumetto: non per caso la protagonista da giovane sembra la sorella gemella dell’eroe di Hergé a cui gli autori devono anche la forma del lettering e i ghirigori tra le gambe che indicano il passo di corsa dei personaggi. Valzer con Banshir è invece diretto a un pubblico adulto, è realizzato con un segno più sporco e ricco di ombre, si inserisce nella neonata tradizione israeliana del fumetto che ha in Rutu Modan (Unknonwn/Sconosciuto, Il passato è passato, entrambi da Coconino) la sua esponente principale, e parla della guerra in Libano nel 1982 e dei massacri di Sabra e Chatila.
    In realtà i due libri trattano lo stesso tema da due prospettive storiche e narrative complementari: l’accettazione e la negazione della memoria.

    Giovedí, 22 Gennaio 2009

  • messaggio da De Agostini Editore - 22/01/2009 17:15
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