Martedí, 17 Marzo 2009
messaggio da P.Dionisio - 17/03/2009 22:50
Da un articolo de La Stampa:
I bambini e i ragazzi della mia generazione si sono nutriti di fumetti, come quelli di qualche generazione che ci ha preceduti e quelli delle generazioni che ci hanno seguiti. Anchio ho divorato le strisce di innumerevoli comics come milioni di altri adolescenti e adulti.
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Ma lemozione più forte rimaneva tuttavia lidentificazione con leroe giustiziere, protettore dei deboli, delle minoranze, raddrizzatore di torti come il Tex Willer/Aquila della Notte. Era confortante vederlo disegnato senza che le offese del tempo corrompessero il suo sembiante così come la sua fibra morale, ancorché espressa con metodi rudi, di «destra», si manteneva integra di avventura in avventura, di peripezia in peripezia. Più tardi, da giovane curioso e passionario, avrei scoperto che il linguaggio del fumetto era capace di esprimere con sintesi mirabile concetti politici, filosofici, antropologici e sociologici. Il pilastro di quella stagione aveva il suo «manifesto» leggendario nella rivista Linus, lho collezionata per anni. I giganti di quella espressione, di cui ho sempre invidiato il talento, mi ammaestravano e in pari tempo mi obbligavano a rimettermi in questione. Mi capita di continuo rammemorarne il genio e il nome: Schulz, Walt Kelly, Gary Trudeau, Johnny Hart, Frank Dickens.
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Ma è lincontro con lopera straordinaria di Art Spiegelman e soprattutto con Will Eisner che mi rivela definitivamente la sconcertante «potenza» di linguaggio narrativo ed espressivo del fumetto che accede al respiro maestoso dellarte del romanzo. La Fandango oggi offre al lettore italiano unopportunità preziosa, quella di leggere e di avere nella propria libreria quello che a mio parere è un volume che non deve mancare: il capolavoro di Will Eisner, la trilogia Contratto con Dio. È unintera epopea della vicenda di emigrazione e di assestamento nel Nuovo Mondo dellebraismo della yiddishkeit visto attraverso le pulsazioni vitali e i travagli di un condominio del Bronx, microcosmo che allude al macrocosmo. Will Eisner con un rapporto di assoluta pregnanza fra fumetto, disegno, tratto e didascalia riesce a fare partecipe di quella sconvolgente e paradigmatica epopea del nostro Occidente di minoranza ogni lettore, anche il più refrattario.
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Martedí, 27 Gennaio 2009
messaggio da P.Dionisio - 27/01/2009 12:55
Da un articolo de La Stampa di Sergio Rossi:
(..) la Fondazione Casa di Anne Frank ha promosso la pubblicazione di un libro a fumetti come La stella di Esther di Eric Heuvel, Ruud van der Rol, Lies Schippers ed edito in Italia da De Agostini con il Patrocinio dellUCEI - Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in cui la vicenda della Shoah viene raccontata da una nonna, la Esther del titolo, al giovane nipote che laccompagna nel ritrovare gli ultimi tasselli di quella vicenda che ha segnato anche la sua vita futura, come già le opere di Primo Levi, Robert Antelme, Elie Wiesel e di Art Spiegelman ci avevano raccontato. È un libro da leggere a fianco a Valzer con Banshir di Ari Folman e David Polonsky ed edito da Rizzoli Lizard, il romanzo a fumetti tratto dal film danimazione omonimo attualmente nelle sale.
In apparenza i due libri non potrebbero essere più diversi per realizzazione e storia. La stella di Esther è un racconto per ragazzi realizzato sul modello narrativo di Tintin, il prototipo belga e olandese per questo tipo di fumetto: non per caso la protagonista da giovane sembra la sorella gemella delleroe di Hergé a cui gli autori devono anche la forma del lettering e i ghirigori tra le gambe che indicano il passo di corsa dei personaggi. Valzer con Banshir è invece diretto a un pubblico adulto, è realizzato con un segno più sporco e ricco di ombre, si inserisce nella neonata tradizione israeliana del fumetto che ha in Rutu Modan (Unknonwn/Sconosciuto, Il passato è passato, entrambi da Coconino) la sua esponente principale, e parla della guerra in Libano nel 1982 e dei massacri di Sabra e Chatila.
In realtà i due libri trattano lo stesso tema da due prospettive storiche e narrative complementari: laccettazione e la negazione della memoria.
Giovedí, 22 Gennaio 2009
messaggio da De Agostini Editore - 22/01/2009 17:15
Debutta online la proposta davanguardia DeAgostini per tutti coloro che aspirano a diventare mangaka, ed in generale per gli appassionati di anime e manga: www.disegnomanga.it è la prima community che consente di apprendere tutti i segreti del disegno e dellanimazione giapponese, di pubblicare i propri lavori e di fruire di tanti contenuti inediti, esclusivi e riservati sulla cultura giapponese.
Il portale va a costituire parte integrante del corso a fascicoli proposto da DeAgostini per apprendere gradualmente e con facilità i segreti e le tecniche per realizzare fumetti manga, ma può essere frequentato per buona parte anche senza seguire il corso a fascicoli.
Moltissime le feature specializzate che saranno a disposizione degli utenti: la novità assoluta ed esclusiva è costituita dalle video lezioni di tecnica del disegno manga, realizzate da professionisti appositamente per gli utenti del portale che seguono il corso a fascicoli De Agostini.
Giovedí, 4 Dicembre 2008
messaggio da G.Gentili - 04/12/2008 21:35
Sul Foglio un articolo di Luca Sofri riguardo Art Spiegelman:
(..) Qualche giorno fa Slate, il giornale online, ha analizzato la sua opera per cercare di capire se sia possibile per Spiegelman disegnare qualcosaltro di valido dopo Maus (che vinse un Pulitzer nel 1992). Di recente è stata ripubblicata una sua vecchia raccolta di storie, Breakdowns. Secondo Slate la metà della storia mancante in Maus (il diario di sua madre, bruciato da suo padre) è anche la metà della storia che manca a Spiegelman: Anja si suicidò nel 1968. Spiegelman ne parla nellintroduzione a Breakdowns, e racconta di come lei gli comprò la sua prima rivista a fumetti (era Mad): "Ma non dirlo a tuo padre". Nella postfazione, Spiegelman dice di avere nostalgia per quel disegnatore più eclettico e arrogante che era ai tempi delle storie di Breakdowns, prima di Maus. Secondo larticolo di Slate è uninvidia che cela un senso di colpa, quello di ogni grande artista che ha creato una grande opera raccontando le sofferenze dei suoi cari. E gli schizzi che aveva dato al penultimo numero di McSweeneys, la rivista di Dave Eggers, sembrano raccontare un uomo pieno di ansie e consapevolezza di sé e delle sue inadeguatezze. "Se la tua opera è lOlocausto", dice Slate, "dopo che fai?".
Tag: Maus, Spiegelman
Venerdí, 21 Marzo 2008
messaggio da G.Gentili - 21/03/2008 15:50
Intervista a Art Spiegelman tratta da Le Monde e pubblicata su La Stampa con il titolo Spiegelman "Americani puritani e pornografi":
Ama enormemente questa frase di Miles Davis: "Prima suono, poi vi spiego...". Lautore di Maus - questo straordinario racconto allegorico della Shoah che ha al centro la deportazione di suo padre ad Aushwitz - pubblica ora Breakdowns, un nuovo fumetto costruito intorno a disegni giovanili, con unintroduzione disegnata e una postfazione scritta. Lui preferirebbe che i lettori cominciassero con il leggere questa sua nuova opera appena presentata al Salon du livre di Parigi.
In realtà Art Spiegelman vorrebbe davvero soltanto "spiegare". Breakdowns è "difficile, complicato". Teme che i lettori restino disorientati. È un fumetto «distruttivo», maturato in unepoca (1972-77) in cui, sprofondato nelle sue ricerche, pubblicava soltanto su riviste underground. Vi si ritrovano le ossessioni della giovinezza che non lhanno mai lasciato e che Maus, la sua opera più narrativa, nascondeva anche se solo in parte. Cosè un artista? Cosè il pensiero, la memoria, la percezione? Che relazioni ci sono tra loro? "Nel fumetto cè più pensiero che inchiostro", afferma. (..)
Lui che rivendica la sua origine nella cultura popolare non accetta alcuna concessione. "Ho voluto realizzare dei fumetti da leggere con un segnalibro, non seduti alla toilette. Se Claude Lanzman avesse voluto fare un film per il grande pubblico, Shoah durerebbe 80 minuti. Invece dura 9 ore ed è unopera immensa, senza una sola immagine darchivio". Questo gli sembra fondamentale. (..)
Tag: Spiegelman, Maus