Giovedí, 17 Luglio 2008
messaggio da Brookie - 17/07/2008 21:45
Teddy Boy: me lo sono sognato?
Ho cercato nel net su questo fumetto degli anni '60 o '70 -non ricordo- ma non ho trovato assolutamente niente... Ricordo che la ragazza si chiamava Paula e alla fine del fumetto c'era il glossario delle parole beat.
Ho le traveggole? Risponde A.Tripodi, uBC Staff:
Il corretto nome del fumetto è Teddy Bob, che portava sopra la testata il grido "il fumetto giovane" e dentro la "T" di Teddy stampigliato il termine "beat". Il fumetto infatti rincorreva il successo beat ed era ambientato on the road in America.
L'ideatore del fumetto fu Pier Carpi (Diabolik, Zakimort etc...), genio folle, eclettico e provocatorio, che passava con facilità dal fumetto, al racconto, al cinema. Il disegnatore principale e creatore grafico fu Giorgio Montorio. L'editore era invece il dottore Gino Sansoni, marito di Angela Giussani, ideatrice di Diabolik.
Teddy Bob nasce nel luglio 1966 in un formato a libretto tipo Diabolik e conta un totale di 154 numeri fino al 14 novembre 1972. Per il protagonista, Montorio si ispirò al Prince Valiant di Hal Foster. Tra i disegnatori anche Pietro Gamba, Gino Marchesi, Luigi Dauro e Nino Laccisaglia.
Ho cercato nel net su questo fumetto degli anni '60 o '70 -non ricordo- ma non ho trovato assolutamente niente... Ricordo che la ragazza si chiamava Paula e alla fine del fumetto c'era il glossario delle parole beat.
Ho le traveggole? Risponde A.Tripodi, uBC Staff:
Il corretto nome del fumetto è Teddy Bob, che portava sopra la testata il grido "il fumetto giovane" e dentro la "T" di Teddy stampigliato il termine "beat". Il fumetto infatti rincorreva il successo beat ed era ambientato on the road in America.
L'ideatore del fumetto fu Pier Carpi (Diabolik, Zakimort etc...), genio folle, eclettico e provocatorio, che passava con facilità dal fumetto, al racconto, al cinema. Il disegnatore principale e creatore grafico fu Giorgio Montorio. L'editore era invece il dottore Gino Sansoni, marito di Angela Giussani, ideatrice di Diabolik.
Teddy Bob nasce nel luglio 1966 in un formato a libretto tipo Diabolik e conta un totale di 154 numeri fino al 14 novembre 1972. Per il protagonista, Montorio si ispirò al Prince Valiant di Hal Foster. Tra i disegnatori anche Pietro Gamba, Gino Marchesi, Luigi Dauro e Nino Laccisaglia.
Martedí, 15 Luglio 2008
messaggio da Nicia - 15/07/2008 10:45
Non riesco a capire se il fumetto della Disney "L'ultima battaglia" è una storia autoconclusiva oppure una serie di fumetti.
Risponde P.Dionisio, uBC Staff:
Il volume in questione è autoconclusivo. Come descritto in precedenza [cfr. Avvistamento del 6 Luglio 2005], la storia di Tito Faraci e Dan Brereton fa parte della collana Buena Vista Lab pubblicata dalla Disney, nata con l'intento di proporre graphic novel in edicola. Oltre a questo titolo ne hanno fatto parte nell'ordine: Alias di Pierluigi Cothran e Alberto Ponticelli, Nightmare Before Christman, Jungle Town di Tito Faraci e Giorgio Cavazzano e Century West di Howard Chaykin.
Il volume in questione è autoconclusivo. Come descritto in precedenza [cfr. Avvistamento del 6 Luglio 2005], la storia di Tito Faraci e Dan Brereton fa parte della collana Buena Vista Lab pubblicata dalla Disney, nata con l'intento di proporre graphic novel in edicola. Oltre a questo titolo ne hanno fatto parte nell'ordine: Alias di Pierluigi Cothran e Alberto Ponticelli, Nightmare Before Christman, Jungle Town di Tito Faraci e Giorgio Cavazzano e Century West di Howard Chaykin.
Lunedí, 14 Luglio 2008
messaggio da G.Ellistor - 14/07/2008 20:00
Vorrei sapere se è inutile attendere l'uscita del terzo episodio di Oltremare...
Risponde P.Dionisio, uBC Staff:
Per il terzo episodio della serie non possiamo che confermare quanto scritto in precedenza [cfr. Dopolavoro del 14 Gennaio 2008]: la data d'uscita è ancora sconosciuta. Nell'attesa, sul blog di Luca Boschi è disponibile un'intervista all'autrice Monica Catalano, corredata di alcune tavole in anteprima.
Per il terzo episodio della serie non possiamo che confermare quanto scritto in precedenza [cfr. Dopolavoro del 14 Gennaio 2008]: la data d'uscita è ancora sconosciuta. Nell'attesa, sul blog di Luca Boschi è disponibile un'intervista all'autrice Monica Catalano, corredata di alcune tavole in anteprima.
Venerdí, 11 Luglio 2008
messaggio da P.Laricchia - 11/07/2008 19:20
Sia nel film di Bekmambetov che nel fumetto di Millar (2003-2004) il protagonista è un 24enne, Wesley Gibson, apatico e anonimo che sfugge alla sua monotona esistenza per diventare un talentuoso eroe che deve vendicare l'omicidio del padre. Alla fine, film e fumetto, hanno in comune solo questa base del soggetto. Difatti il film si sposta dalle dinamiche create da Millar per concepire uno svolgimento della storia abbastanza diverso.
Ora, tralasciando la trama del film, il fatto curioso è la straordinaria coincidenza di aspetti col fumetto creato da Pasquale Ruju nel 2006. Di seguito gli aspetti in comune ad entrambi gli eroi con qualche spoiler per chi non avesse visto il film o letto il fumetto:
- entrambi gli eroi sono giustizieri al soldo di una super organizzazione armata che agisce parallela alla ordinaria giustizia. Se nel in Wanted viene chiamata la Confraternita in Demian ha lappellativo di Fraternité;
- sia nel film che nel fumetto la sede della Con/Fraternita viene presa dassalto e semidistrutta con conseguente sterminio dei con/fratelli;
- sia Wesley che Demian hanno perso il padre in azione ed entrambi verranno a sapere, in seguito, che la versione loro raccontata dai rispettivi capi, Sloan per Wesley e Tristan per Demian, non è quella vera;
- comune ai due eroi è la compagnia di un altro agente operativo molto attraente, se in Demian è la sensuale Robin a provocare lanimo dell'eroe marsigliese, in Wanted è la provocante Fox a lanciar occhiate maliziose a Wesley.
Giovedí, 19 Giugno 2008
messaggio da Moreno Burattini - 19/06/2008 19:40
Riguardo all'articolo "Lo strano caso di Zagor e Robert Gray", assolutamente
interessante e ben informato (per il quale anzi mi complimento per
l'autore), vorrei precisare che, nelle mie intenzioni, il
"revisionismo" non voleva essere "politicamente corretto" (la "political
correctness" è una pratica mistica contro cui mi sono scagliato anche in
alcuni miei aspri commenti pubblicati in passato proprio da uBC) ma soltanto
teso a risolvere delle innegabili incongruenze di sceneggiatura presenti nel
vecchio albo di vent'anni fa. Si è trattata dunque di una operazione che, al
di là del giudizio che si può dare sulla mia "revisione" (qualcuno potrà
trovarla giusta, qualcuno sbagliata), era tesa unicamente a rimediare a
delle falle logiche (o almeno, tali io le ho sempre ritenute), e mi
rammarico che abbia potuto apparire un remake con intenti di edulcoramento.
Cosa che è, al contrario, lontana dalla mia personale sensibilità (anche se
poi, nel rispetto della tradizione, cerco di non esagerare mai con la
"scorrettezza"). Per esempio, mi è sembrato inevitabile cercare di spiegare,
sia pure a posteriori, perché i Mohawk del vecchio episodio non fossero
comandati da Tonka, capostorico di quella tribù nella serie, oppure perché
Cico pur avendo la pistola non intervenisse o perché Zagor, pur dicendo di
avere un braccio rotto continuava a usarlo e non lo immobilizzava neppure a
distanza di tempo, e molti diversi altri particolari di cui ho parlato in
alcuni miei interventi nel forum www.spiritoconlascure.it, sezione "filo
diretto con gli autori". Mi premeva dunque non tanto far sembrare Zagor una
persona moralmente ineccepibile (e tutto io sono tranne che un moralista)
quanto una persona intelligente. Peraltro, di solito vengo accusato di
proporre uno Zagor troppo crudo e violento (ricordo le polemiche su un
sacrificio umano azteco e su una trappola esplosiva su un battello nella
storia "Catene"). Vero è che nell'articolo non si fa mai il mio nome e
dunque non si tratta di un appunto personale (nel qual caso, comunque, non
ci sarebbe stato niente di male).
Un caro saluto
Risponde C.Di Clemente, uBC Staff e autore del pezzo:
La ringrazio per i complimenti e per le note, con cui i lettori dell'articolo potranno avere un quadro più completo degli argomenti trattati. Come ha già osservato, nel pezzo non si sono fatti nomi e questo è stato voluto, poiché lo scopo era quello di dargli un significato più generale, basato sull'interpretazione del sottoscritto riguardo alla linea editoriale bonelliana, rimanendo svincolati dai singoli autori di cui conosciamo i trascorsi (e gli interventi su uBC, come ricorda).
La ringrazio per i complimenti e per le note, con cui i lettori dell'articolo potranno avere un quadro più completo degli argomenti trattati. Come ha già osservato, nel pezzo non si sono fatti nomi e questo è stato voluto, poiché lo scopo era quello di dargli un significato più generale, basato sull'interpretazione del sottoscritto riguardo alla linea editoriale bonelliana, rimanendo svincolati dai singoli autori di cui conosciamo i trascorsi (e gli interventi su uBC, come ricorda).