Lunedí, 30 Gennaio 2006
messaggio da V.Oliva - 30/01/2006 17:13
Dopo un'assenza di undici mesi dalle edicole italiane, Dylan Dog vi torna con una storia splendida, profondamente sclaviana nell'ispirazione, nel porsi come filtro di umori della nostra societ�, di incubi della nostra anima, di interpretazioni della realt�. Una sceneggiatura pressoch� perfetta, cui manca solo la folle anarchia di certe sarabande sclaviane, egregiamente sostituita da un'attenta, curatissima alternanza di registri stilistici che variano il tono dall'amarezza al sarcasmo, dalla riflessione meditata alla farsa. Si pu� mettere Dylan Dog di fronte a se stesso senza tradirne lo spirito, e questa storia lo dimostra in pieno.
Un ottimo Stano, che la soffonde di malinconia, completa la festa di un albo che nell'aprire l'anno del ventennale si pone come l'autentica storia del ventennale di Dylan Dog.