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" Sangue sul Colorado"


Pagine correlate:

� E vissero tutti felici e contenti
(e anche ricchi)

recensione di Mauro Traversa

Ci sono i soliti cattivi che spadroneggiano nelle valli del Colorado ed impongono la loro legge controllando sceriffi e giudici,�ci sono i minatori poveri ed oppressi costretti a lavorare sotto la continua minaccia di essere cacciati dai loro possedimenti� e ci sono Tex e i suoi pards che arrivano e, come al solito, rimettono le cose al loro posto.



TESTI
Sog. e Sce. Claudio Nizzi    

Vuole essere, e di fatto e`, una storia di impostazione classica per la saga texiana: c'e` il cattivo deciso solo ad arricchire grazie al suo manipolo di tirapiedi e al controllo che esercita sullo sceriffo e sul giudice, entrambi compiacenti; ci sono i deboli: i minatori della Carbon Valley che tentano di resistere in una situazione difficile; e poi arrivano i nostri per fare giustizia. L'inizio e` piuttosto lento e, arrivati a meta` album, il cronista puo` solo registrare una rissa nel saloon di Silver Creek e l'evasione del figlio di Tex; poi il ritmo aumenta e sparatorie e cavalcate si fanno piu` frequenti fino ad un finale del tipo ".. e vissero tutti felici e contenti" che sembra essere piu` quello di una lunga saga televisiva piuttosto che di una storia di Tex.

Dicevamo prima che l'impostazione della storia e` abbastanza classica: Tex e i suoi pards sono i primi attori di tutta la vicenda�ma, anche il lettore piu` tradizionale di Tex, se e` vero che non ha motivo per accantonare disgustato l'album, rischio che francamente si corre con alcune delle ultime apparizioni di Nizzi sulla serie regolare, non ha nemmeno troppi motivi per ricordarsi in futuro di rileggere questa storia. I protagonisti della vicenda non convincono troppo. Se Guy MacLean e` il cattivo che ci si aspetta, il fratello Norman e` una figura non bene caratterizzata: a tratti e` molto cattivo, quando ordina il pestaggio del minatore che scorta la bionda Maud, a tratti sembra un frustrato incapace di meritare la fiducia del fratello maggiore, a tratti ancora sembra solo un giovane innamorato travolto dagli eventi. Tra le figure minori, l'unica che entusiasma e` l'infermiera, stile "vecchia pioniera", che e` bene caratterizzata.

Anche il siparietto da telenovela (lei non puo` sposare lui perche` sono fratello e sorella, in quanto la madre ha avuto tanti anni prima una relazione con il padre di lui che vive da solo con i suoi rimorsi�.) ci cresce e non ha nulla del Tex tradizionale.

Abbiamo gia` accennato al finale che e` piuttosto debole: dapprima Nizzi mette Tex in una situazione difficile che si risolve solo perche` arriva, al galoppo, il vecchio MacLean che, in una repentina metamorfosi da vecchio rudere ad elemento risolutivo di tutta la vicenda, scarica, peraltro senza troppi rimorsi, un fucile a canne mozze nella pancia del figlio maggiore; e poi ci sono quelle tavole finali che abbiamo gia` detto essere abbastanza fuori luogo.

I dialoghi non entusiasmono troppo e ricordo poche battute tra Tex e il vecchio Kit rispetto allo standard delle storie di Nizzi.

Infine, tra qualche inconsistenza minore del soggetto (Tiger molla il figlio di Tex nei guai in attesa di tempi migliori, il vecchio MacLean passa dallo stato di vecchio quasi paralitico all'uomo che risolve la storia..) una mi e` sembrata abbastanza vistosa: sembra troppo curarsi delle consequenze, Tex fa saltare la diga artificiale che si trova sopra la valle dove lavorano i minatori (che sono solo dei poveracci e non dei banditi) di MacLean; poteva finire in un disatro, ma, ovviamente si distruggono solo le attrezzature: ma questo Tex come faceva a saperlo?



DISEGNI
Ivo Milazzo    

(20k)
scorcio dei pard
disegno di Milazzo (c) 1999 SBE
   
Conosco molto poco il lavoro di Milazzo su
Ken Parker e quindi il mio giudizio non risente affatto del confronto che uno potrebbe fare tra due dei western italiani piu` famosi. Non si puo` certo negare che Milazzo sia un buon artista si nota la mano del disegnatore abituato a lavorare con l'ambientazione western.

Tuttavia Milazzo, se ci ha offerto delle immagini suggestive (mi ha colpito ad esempio a pag.127 i quattro pards che arrivano a cavallo nella Carbon Valley con il camino di una delle baracche dei minatori in primo piano), non sembra avere posto molto cura negli sfondi, spesso tirati via.

Inoltre i volti di Tex e dei suoi pards (escluso forse Carson) sono abbastanza dissimili dall'immagine classica, cosa accettabile per un disegnatore da Texone, ma, a volte, molto mutevoli da tavola a tavola.

Valido comunque l'uso del bianco e nero e altrettanta valida la copertina dell'album.



GLOBALE
 

Da vecchio lettore tradizionale di Tex non nascondo qualche apprensione ogni volta che affronto un nuovo Texone per paura di trovare un disegno che troppo stravolge l'universo texiano che sono abituato ad apprezzare.

Inoltre, negli ultimi tre anni, a questo timore se ne aggiunge un secondo che insorge in me ogni volta che sto per leggere una storia scritta da Nizzi: e` il timore, troppo spesso confermato nella serie regolare, di trovarmi di fronte a qualche storia banale, priva di idee, noiosa e con un finale esageratamente semplificato.

Devo dire, e da qui il mio giudizio globale non pessimo, che in questa occasione i miei timori non hanno trovato eccessiva conferma: il disegno di Milazzo e` gradevole e comunque "da western" e la storia, pur con tutte le considerazioni fatte sopra, si lascia leggere e non e` troppo noiosa. Certo, Nizzi anni fa sapeva fare cose decisamente piu` egregie�.
 

 


 
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