Fort Sahara

"Venne in sul campo e, con sua gran vergogna, al primo colpo rimase codardo" (L. Pulci)
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Fort Sahara
IT-TX-m11
uBCode: ubcdbIT-TX-m11

Fort Sahara
- Trama

Su richiesta del loro amico Montales, Tex e Kit si arruolano in una compagnia della Legione straniera, un tempo fedele alla causa dell'Imperatore Massimiliano e ora dedita al banditismo. Estenuanti prove attendono padre e figlio, ma con il prezioso aiuto di Tiger e del sempre vigile Carson, non sfuggirà loro la gloria e la vittoria.

Valutazione

ideazione/soggetto
 1/7 
sceneggiatura/dialoghi
 1/7 
disegni/colori/lettering
 2/7 
 18

Recensione

data pubblicazione Ott 2007 - Ott 2007
testi (soggetto e sceneg.) di ubcdbClaudio Nizzi
copertina di ubcdbClaudio Villa
disegni (matite e chine) di ubcdbRoberto Diso
copertine
Fort Sahara<br>copertina Tex Maxi 11<br><i>(c) 2007 SBE</i>
tavole o vignette
La dura vita della legione<br>Maxi Tex 11, pag.186<br><i>(c) 2007 SBE</i>

Annotazioni

Note e citazioni

  • Seconda prova su Tex per Roberto Diso dopo il Maxi del 2003 "Figlio del vento".
  • Il conflitto tra l'Imperatore Massimiliano e i repubblicani messicani guidati da Benito Juarez si svolse tra il 1864 e il 1867 e si concluse con la vittoria dei repubblicani, il ritiro totale delle truppe francesi entro marzo 1867 e la fucilazione di Massimiliano il 19 giugno 1867. In uno dei flash-back de "Gli invincibili" n.438-440 un giovane Tex nei guai con la legge ripara in Messico attorno al 1865 e sventa i piani di un gruppo di irlandesi schierati al fianco di Massimiliano. La storia di questo Maxi racconta di una compagnia di legionari rimasta sul suolo messicano dopo la ritirata dei francesi, ma vede in azione tutti e quattro i pards con Kit adulto, quindi andrebbe situata dopo il 1880. Ricordiamo tuttavia che la vita editoriale di Tex non è certo nuova a incongruenze storiche di questo genere.
  • Non mancano certo, in Tex, avventure in cui uno o più dei pards cercano di infiltrarsi in un comparto nemico, ad esempio una banda di fuorilegge o una cricca di delinquenti che minaccia una città. In questo Maxi, al posto di comuni fuorilegge e sgherri di città ci sono i legionari, ma per il resto la trama si rifà verosimilmente ad una storia di Nizzi/Fusco del 1996 "I lupi del Colorado" n.428-429 che a sua volta riproponeva un vecchio classico di Bonelli/Nicolò "Pista di morte" n.106-108 meglio conosciuta come "Gilas!".
  • Si osservi che la vittima sacrificale di questa storia è il legionario Kimball che viene reclutato insieme a Tex e Kit e viene ucciso dal sergente Schwarz per aver voluto aiutare Tex (pag.260). Si chiamava Kimball anche il giovane bandito che muore per aiutare Kit nella parte finale de "I lupi del Colorado".
  • Con l'episodio di pag.39-62, in cui viene descritta la punizione inflitta a un disertore, probabilmente Claudio Nizzi intendeva dare una saggio della "disciplina durissima" imposta dalla Legione e, conseguentemente, di ciò che i pards avrebbero dovuto affrontare. Tuttavia, dopo il caffè gustato da Montales, la conferenza con l'oste dell'Hotel "Rio Bravo" e il fastidio per il prurito causato dalla barba da fuorilegge, la storia prosegue mostrando Tex e Kit che per cento e più pagine si sottopongono all'"implacabile" selezione e al successivo allucinante addestramento per diventare legionari provetti; un incubo (per il lettore!) che raggiunge il punto culminante nei puntini di sospensione della didascalia di pag.187 ("Tre giorni dopo...") dai quali si materializza l'immagine un po' ridicola di Tex e Kit che per tre giorni di fila marciano al suono di AT-TENTI! - SALUTO! - IN RIGA PER DUE! eccetera, eccetera, eccetera.
  • Non è poi tanto chiaro per quale motivo Tex e Kit debbano fare penitenza in questo modo. A pag.74 Montales dice che l'obiettivo pricipale è quello di "trovare il quartier generale della legione", cosa che accade già a pag.170, quando Carson e Tiger avvistano la gola che conduce a Fort Sahara; a pag.248 Tex svela a Kimball il suo piano originario che consisteva nel "far saltare il deposito delle munizioni e approfittare della confusione per lasciare il forte in sella a due cavalli ... verso Corrientes per unirci a Carson e al mio pard indiano che avrebbero dovuto aspettarci là in compagnia del governatore Montales." Ebbene, perché aspettare giorni e giorni prima di far saltare il deposito e riunirsi a Montales e ai suoi uomini?
  • Non è nemmeno chiaro perchè su otto candidati "solo quattro verranno scelti" (pag.119). E se tutti e otto fossero stati validi? O più di quattro? O meno? O se non se ne fosse salvato neppure uno?
  • Ancora meno chiaro è il discorso di Montales, che non vuole inviare delle truppe contro un reparto di legionari francesi disertori perchè teme di provocare uno "spiacevole incidente diplomatico" (pag.73), quando poi a pag.322 lo stesso Montales dà notizia di una "scaramuccia" in cui "un certo numero di legionari sono rimasti a mordere la polvere".
  • Interessante soluzione narrativa quella della scena di pag.31-38: il capitano Duchamp e l'ex spia Chavez passano il tempo a raccontarsi, l'uno a beneficio dell'altro, le loro comuni imprese. Probabile che si tratti di una terapia antidepressiva visto che il capitano Duchamp, come il capitano Patton del recente "Soldi sporchi" n.561-562, si considera ingiustamente trattato dai suoi superiori.
  • A pag.65 Montales accenna ad una precedente disavventura capitata a Tex e Carson su un treno con destinazione Chihuahua. Si riferisce a "Il lungo viaggio" n.515 in cui il treno per Chihuahua viene attaccato dai desperados e i due pards finiscono nelle mani del loro capo, Tacho. Tex dovrà penare non poco per scappare, impossessarsi di un cavallo e rincorrere il treno al fine di recuperare i suoi preziosi bagagli.
  • Mentre ne "Il solitario del West" n.250 Tex impiega pochi istanti per rendersi conto di essersi "comportato come un vecchio genitore delle città dell'est" (pag.35), qui il grado di apprensione di Tex per Kit raggiunge livelli cosmici: prima non vuole "trascinarlo in un'avventura tanto rischiosa" (pag.78); poi però lo tranquillizza "l'idea che saremo insieme e che, in caso di necessità, potrò sempre dargli una mano" (pag.80); più tardi si batte al posto di Kit contro Brody, il ciccione che lo aveva colpito (pag.153); infine, decide di tirare fuori Kit dall'isolamento nella "tomba" evidentemente preoccupato per la salute mentale del povero figliolo, visto che un commilitone gli ha riferito che "se uno passa più di due giorni in quel buco, rischia di impazzire!"; quando poi Kit esce, spera che per lui "non sia stata troppo dura" (pag.226-237). Non c'è da stupirsi che Kimball ammetta di aver avuto dei sospetti circa il legame tra Tex e Kit proprio per via dell'"atteggiamento protettivo" dell'apprensivo padre (pag.247).
  • Commovente la preoccupazione di Carson che, a pag.84, chiede a Tex istruzioni su un argomento di basilare importanza: cosa fare se per lui e Tiger "la stanza non ci fosse?" Benchè in incognito, l'idea era quella di trovare alloggio tutti e quattro alla posada "Rio Bravo" per scambiarsi informazioni e, magari, qualche bigliettino "di nascosto".
  • Alla pagina seguente il vecchio Carson è ancora preoccupato, stavolta del fatto che qualcuno con cui i pards hanno avuto a che fare in passato possa riconoscerli. Tex è convinto che il rischio sia "ridotto al minimo" ma puntualmente la sorte arriverà a dargli torto, visto che i nostri saranno presi in trappola a Fort Sahara dopo essere stati riconosciuti da un loro "concittadino" (pag.257) arruolato anche lui nella Legione straniera.
  • Forse l'autore pensava di dover dare a Tex un tocco alla "Gilas" et voilà, ecco Tex in versione barbuta e lamentosa per via del prurito. Tex dice di essersi fatto crescere la barba per darsi "l'aria del fuorilegge", ma a pag.120, convinto che essa sia "già servita al suo scopo" se la taglia: sarà, ma è più probabile che si sia trattato di un diktat della redazione, timorosa che i lettori non riconoscessero il loro "eroe".
  • I nomi falsi scelti da Tex e Kit sono Texas e Kansas Kid (pag.118). Ne "L'aquila e la folgore" n.207 Tex e Carson si presentavano come Texas e Kansas all'attonito portiere del "Durango Hotel" di Silverton(pag.58).
  • A pag.248 Kimball s'informa con Tex circa un eventuale progetto di "evasione" invece che di "diserzione", paragonando quindi Fort Sahara a una galera.
  • Nel recente Texone "Il profeta Hualpai" avevamo visto Tiger che si traveste da Hualpai per intrufolarsi nel campo nemico; qui prende il posto di uno degli indios che danno la caccia ai disertori per poi penetrare nel forte e liberare i tre pards senza troppa fatica (pag.277-290).
  • Forse calatosi un po' troppo nella parte, alla fine anche Kit si mette a dare ordini, per lo più al governatore Montales: il soldato Rogers, che "è stato una vittima della legione...non dovrà ricevere nessuna punizione!" (pag.325). Detto, fatto.
  • È probabile che la presenza di Montales in questa storia superi, per quantità di parole, tutti i precedenti interventi nell'epopea di Tex: ad ogni modo la storia si chiude con l'ennesima spiegazione circa le mire di Duchamp e la sua alleanza con Chavez, di cui sapevamo già tutto sin da pag.31.

Incongruenze

  • Cominciamo malissimo. E non siamo che all'inizio. Il manifesto dell'ignavia di Tex è concentrato in dieci pagine. 1) Un'esplosione fa saltare il ponte sul Rio del Carmen. Tex e i suoi pards si trovano a bordo del treno che sta per attraversare il ponte, chissà-come-mai unici passeggeri del vagone di coda (quindi il più lontano dal punto del crollo). Cosa non dovrebbero mai fare quattro eroi in questi frangenti? Magari pensare a salvarsi la pelle, incuranti degli altri? Ebbene, al vecchio Carson che si preoccupa degli "altri passeggeri", il nostro "eroe", già pronto a saltare a terra, comunica che si augura che i poveretti seguano il suo esempio, godendosi poi lo spettacolo del treno che precipita nel fiume. 2) A pag.10 i legionari aprono il fuoco sui superstiti, uccidendo persino una donna. Prima che Carson prorompa in un "Peste! Li stanno ammazzando tutti!", i legionari hanno già ucciso quattro passeggeri. Il grande eroe è serafico: "Purtroppo sono fuori tiro per le nostre pistole!" 3) La baby-coscienza di Kit si ribella: "Dobbiamo fare qualcosa, pa'!...Non possiamo restare qui a guardare!" ma il grande "eroe" - sì, sempre lui - in perfetto stile Donegan (cfr. n.526, pag.56) risponde che "ormai per quei poveretti non c'è più niente da fare!" D'altronde, senza nemmeno i Winchester, trenta legionari (cfr. pag.24) "sono troppi per noi". In conclusione, per vendicare i morti è decisamente meglio, per i quattro "eroi", restare vivi. Meglio per loro, questo è sicuro. Per la povera donna e i superstiti, forse no.
  • A pag.35 il capitano Duchamp rassicura Chavez circa il fatto che i suoi uomini lo "seguirebbero ovunque senza discutere, poichè la cieca ubbidienza ai superiori e la fedeltà alla bandiera sono atti di fede per ogni legionario!". Dieci pagine dopo la fede dev'essere venuta a mancare, visto che lo stesso Duchamp confessa che "i più accettano la situazione per sete di denaro o per paura delle punizioni." (segnalazione di G.Loi)
  • Una sessantina di pagine dopo aver avallato la decisione di Tex di restare a guardare i legionari impegnati nel massacro, il vecchio Carson - evidentemente più sensibile ai commenti sulla sua età che a degli omicidi a sangue freddo - si vanta di potersi battere "da solo contro mezza dozzina di legionari e fargli vedere i sorci verdi" (segnalazione di G.Definis). Cosa non fa dire un buon caffé caldo, forte e nero, bevuto mentre si chiacchiera seduti su una comoda poltrona, al sicuro da esplosioni, ponti crollati e legionari assassini... (cfr. con il comportamento di Tex nel recente Texone "Il profeta Hualpai", pag.60).
  • A pag.78, dopo aver portato a "più di dieci giovanotti messi insieme" gli avversari affrontabili da Carson, Montales si affretta a rassicurarlo che ci sarà gloria anche per lui. E infatti, a pag.266 Carson si fa tradire dal sonno e dalla stanchezza e si lascia catturare dagli indios (tre, non certo dieci), per andare a prendere il sole in compagnia di Tex e Kit in quel di Fort Sahara.
  • A pag.80 Montales mette in guardia i pards circa la spietatezza delle punizioni inflitte dai legionari agli indisciplinati e Tex ribatte: "Hai fatto bene, così non potremo accusarti di averci ingannati." No comment.
  • È da un bel po' che Tex se la prende comoda in parecchie cose: non solo non segue le tracce, non indaga, non salva i più deboli e così via, ma addirittura non fa nemmeno la fatica di ideare il piano d'azione. Qui pensa a tutto il buon vecchio Montales (pag.81-82) che supera in pianificazione il capolavoro di Gros Jean ne "Le foreste dell'Oregon" n.513.
  • Probabile che Piedras Negras assomigli per dimensioni a San Francisco più di quanto mostrano le immagini, considerato che Tex chiede indicazioni per trovare l'albergo "Rio Bravo" (pag.88). Il messicano interpellato non omette di precisare che sull'edificio c'è scritto "posada".
  • Per recitare "fino in fondo" la parte da "desperado", Tex scaccia dei ragazzini che chiedevano la carità (pag.89-90): il bello è che poi dà spiegazioni del suo gesto al figlio.
  • A pag.106, nel bel mezzo di una rissa fatta scoppiare da Tex per dimostrare che lui e Kit sono "due tipacci che sanno cavarsela coi pugni e con le sputafuoco", compaiono Carson e Tiger: il vecchio ranger crede immediatamente che i suoi due pards siano stati scoperti ma non ha il tempo di intervenire perché trattenuto da Tiger, che così gli impedisce di far saltare la copertura di Tex e Kit.
  • Da notare che la rissa finisce a tarallucci e vino, con Tex che, dopo aver smascherato il baro, gli dedica un bel brindisi e quasi si scusa ("Senza rancore!", pag.108). Gli altri avventori, derubati per tutta la sera, sono evidentemente troppo occupati a bere per ricordarsi che, in un altro mondo possibile, i bari venivano scacciati dal paese ricoperti di catrame e piume, oppure appesi a una robusta corda. (segnalazione di G.Loi)
  • A pag.153 Kit viene colpito da Brody e Tex non fa una piega; a pag.262 Kit restituisce il mancato gesto al padre, restando immobile mentre Tex colpisce il sergente Schwarz e poi viene fermato dall'immancabile botta in testa.
  • A pag.216, dopo aver visto Tex e Kit fare gare di corsa, marce e saluti militari, ecco l'ennesima umiliazione: Brody si trova solo con Kit e, per vendicarsi, non trova di meglio che infilargli la testa nel secchio dell'acqua sporca. Grazie all'intervento di Rogers, il legionario con le caviglie di cartone, Kit si riprende e mette al tappeto Brody, ma la pessima figura resta, e in particolare il "No, Brody!... Non farlo!" di un Kit implorante, degno figlio di padre apprensivo.
  • A pag.234 Tex si intrufola nottetempo nella stanza del sergente Schwarz e lo minaccia di morte, ordinandogli di liberare Kit dalla "tomba". Più che l'intervento di Tex fa sorridere la reazione del cattivo sergente, che obbedisce agli ordini con precisione militaresca. Descritto come una carogna, ci saremmo aspettati una reazione da par suo, per esempio che radunasse tutta la compagnia e minacciasse a sua volta di morte l'inerme Kit; non c'è dubbio che l'ignoto visitatore notturno sarebbe saltato fuori come per incanto.
  • A pag.277 i tre pards, appesi come salami, vedono quello che sembra essere il cadavere di Tiger e l'esternazione di Carson la dice tutta circa il dolore e il tormento che egli prova nel vedere morto quello che in passato ha più volte chiamato fratello: "Ora possiamo dire addio a ogni speranza...Da questo maledetto forte non usciremo vivi!" Gli fa eco Kit poco dopo; Tiger passa sotto il naso dei tre stoccafissi ma è costretto a sbracciarsi perché Tex lo riconosca. La gioia di Kit nel sapere Tiger vivo è senza confini: "... e se mio padre ha ragione possiamo ancora sperare..."
  • Tex sta per far saltare il deposito delle munizioni, ma né al legionario Renard, che era guardia del deposito, né al sergente Schwarz, che si è accorto di tutto e vuole impedire l'esplosione, viene in mente di dare l'allarme, permettendo così ai pards di superare il portone portando con loro il capitano Duchamp senza nemmeno sparare un colpo (pag.313-314). Che siano imparentati alla lontana con la "mitica" sentinella Vicente ("Moctezuma!", n.560)?

Frasi

Caporale: "AT-TENTI! - SALUTO! - IN RIGA PER DUE! - FIANCO SINIST! - AVANTI MÀRCH! - UN-DUÈ! UN-DUÈ! UN-DUÈ! - PA-SSO! - PLOTONE, ALT! - RI-POSO!" pag.183-186

Personaggi

Tex, Carson, Kit, Tiger [+] Manuel Carrasco importante uomo politico messicano, sostenitore di Montales Josè macchinista su un treno diretto a Chihuahua Duchamp Capitano di una compagnia della Legione straniera rimasta in Messico dopo la ritirata dei Francesi Chavez ex spia per l'esercito francese e maneggione in combutta con Duchamp Tenente Jenner ufficiale corretto verso i suoi uomini [+] Rostand disertore di Fort Sahara, muore per la punizione inflittagli [+] Sergente maggiore Schwarz legionario fedele a Duchamp, muore nell'esplosione del deposito di munizioni di Fort Sahara Montales amico storico di Tex e attuale governatore del Chihuahua Preston giocatore di poker Ortega padrone dell'albergo "Rio Bravo" e reclutatore per la Legione straniera Joe complice del gambler che batte Tex a poker Brody recluta insofferente alla disciplina, finisce in infermeria dopo uno scontro con Kit [+] Kimball recluta che aiuta Tex. Viene ucciso dal sergente Schwarz Alabama Joe, Crazy John candidati all'arruolamento, respinti dopo il percorso di guerra Caporale Ross di Fort Sahara Rogers legionario malaticcio e pentito [+] Mathieu legionario di guardia, ucciso da Tiger Renard legionario di guardia al deposito delle munizioni

Locations

treno diretto a Chihuahua, Messico ponte sul Rio del Carmen Fort Sahara ufficio del capitano Duchamp taverna nel porto di Veracruz residenza di Montales a Chihuahua villaggio messicano di Piedras Negras albergo "Rio Bravo" a Piedras Negras fortino in territorio messicano, in cui avvengono le selezioni deserto di Boquilla

Elementi

Legione straniera Diserzione Prove di selezione ed esercitazioni Azione in incognito Massacro sul treno Distruzione del forte

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