Onore di un guerriero, L'

Una storia di sangue, onore, amicizia e tradimento
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Onore di un guerriero, L'
IT-TX-666-667
uBCode: ubcdbIT-TX-666-667

Onore di un guerriero, L'
- Trama

Chiamati dal Comando ad intervenire per sedare alcune scorrerie indiane a scapito di altre tribù nel territorio del Montana, i quattro pards scoprono l’esistenza di un traffico d’armi tra un ufficiale di Fort Logan e i ribelli guidati da Unghia di Lupo, fratello minore del saggio Lunga Lancia, capo dei Crow. Mentre Kit e Tiger indagano al forte, Tex e Carson cercano di fermare i ribelli, ma sulla loro strada incrociano proprio Lunga Lancia, deciso a difendere il fratello per ragioni di sangue e di onore. Nonostante la loro vecchia amicizia, Tex e Lunga Lancia sono dunque costretti ad affrontarsi, mentre Unghia di Lupo trama per diventare sakem della tribù e i soldati stanno per attaccare il villaggio...

Valutazione

ideazione/soggetto
 5/7 
sceneggiatura/dialoghi
 5/7 
disegni/colori/lettering
 6/7 
 80
data pubblicazione Apr 2016 - Mag 2016
testi (soggetto e sceneg.) di ubcdbPasquale Ruju
copertina di ubcdbClaudio Villa
disegni (matite e chine) di ubcdbGiovanni Ticci
copertine
Tex 666<br>copertina di Claudio Villa<br><i>(c) 2016 Sergio Bonelli Editore</i> Tex 667<br>copertina di Claudio Villa<br><i>(c) 2016 Sergio Bonelli Editore</i>
tavole o vignette
I quattro pards, versione Ticci<br>Tex 666, pag.43 - Tavola di Giovanni Ticci<br><i>(c) 2016 Sergio Bonelli Editore</i> Lo scontro inevitabile<br>Tex 667, pag.67 - Tavola di Giovanni Ticci<br><i>(c) 2016 Sergio Bonelli Editore</i> Lunga lancia e il fratello geloso<br>Tex 666, pag.81 - Tavola di Giovanni Ticci<br><i>(c) 2016 Sergio Bonelli Editore</i>

Annotazioni

L'aquila e il gigante rosso

Commento di G.Loi

Se gli scontri fra bianchi e indiani, siano essi contro esercito, carovane di coloni, avidi speculatori terrieri e quant'altro, possono ascriversi a buon diritto fra i più classici canovacci del genere western e della saga texiana, gli scontri fra indiani sono il sottogenere probabilmente più affascinante e relativamente meno frequentato.

La trama si innerva in un sanguinoso conflitto tra Cheyenne e Crow, arricchita dalla tesa rivalità tra il fiero capo dei Crow e il suo invidioso e ambizioso fratello. A complicare le cose ci si mettono alcuni militari corrotti, che forniscono armi ai ribelli Crow nella speranza di scatenare una guerra indiana, nonché un giovane guerriero Cheyenne smanioso di vendicare il padre ucciso dai Crow.

In questo quadro complesso agiscono i pards al gran completo, ben giostrati da un Pasquale Ruju in ottima forma, che sembra ormai aver definitivamente rotto gli indugi che, per anni, lo hanno trattenuto dal cimentarsi con l'intero quartetto.

Nella sua prima prova dal respiro autenticamente epico, Ruju dimostra di avere una buona mano nel muovere e caratterizzare i numerosi personaggi, compresi quelli apparentemente marginali. Al di là dello svolgersi della trama e delle scene d'azione, che certo non mancano, è infatti lo spessore dei vari caratteri, a cominciare dal protagonista/antagonista Lunga Lancia, a rendere la storia meritevole d'interesse e piacevolmente gratificante nella lettura. Curiosamente, se gli antagonisti Unghia di Lupo e il tenente Morris non brillano per carisma e capacità, è lo scontro con l'amico Sakem a creare i maggiori grattacapi a Tex e Ruju è bravo a mantenere la tensione senza tradire lo spirito dei personaggi.

Per tre quarti la storia è più che godibile, scorrevole e sostenuta da ottimi dialoghi. Verso la fine, un eccesso di spiegazionismo e una certa fretta nello sciogliere i nodi narrativi abbassano il livello complessivo. Peccato, perché soggetto, dialoghi e gestione dei personaggi avevano posto le premesse per un piccolo capolavoro, se solo, a nostro modesto avviso, si fosse osato sconfinare in un terzo albo e ci si fosse trattenuti dal considerare i lettori come una massa di deficienti bisognosi di vedersi spiegare tutto quel che i disegni già chiaramente mostravano.

A proposito di disegni: c'è ben poco da dire. Confessiamo di essere sfacciatamente di parte e, quindi, il nostro giudizio non potrà dirsi pienamente obiettivo, ma non possiamo non restare ogni volta ammirati dalla mostruosa capacità narrativa ed evocativa dei disegni del Maestro di Siena. Il tempo passa per tutti, e il tratto si va facendo qua e là lievemente più incerto, ma la tecnica di Giovanni Ticci sembra evolvere in modo da rallentare il più possibile l'inevitabile processo di decadimento, trasformandolo piuttosto in evoluzione stilistica. Ancora nessuno, più di lui, riesce a comunicare con pochi segni la maestosità delle sconfinate praterie del West americano, la fierezza dei pellirosse, la frenesia dell'azione, la velocità dei cavalli al galoppo, proprio come se ci si trovasse in mezzo a un western di Ford o Hawks. E pazienza se, come sempre, le sue donne sono poco più che guardabili.

Note e citazioni

  • Questa è la quinta storia di Tex scritta da Pasquale Ruju per la serie regolare dopo La prova del fuoco n.598-599, Mezzosangue! n.621-622, Le catene della colpa n.625-626 e Furia Comanche n.645-646. L’autore nuorese ha inoltre scritto tre Almanacchi, due Texoni, un Maxi, due Color Tex e una storia breve dell’ultimo Color autunnale (Sfida alla vecchia missione Color Tex 8) nonché Artigli!, avventura disegnata da Emanuele Barison e apparsa nel primo numero di Tex Magazine, la nuova collana che dal 2016 ha sostituito quella degli Almanacchi.
  • Era da Lo sciamano bianco Color Tex 3 che non vedevamo all’opera il maestro Giovanni Ticci, uno degli autori storici della saga di Tex fin dal suo esordio avvenuto nel 1968 con la celeberrima Vendetta indiana n.91.
  • Questa è la prima storia di Ruju in cui tutti e quattro i pards sono presenti insieme sin dall’inizio. Ne L’avamposto dell’infamia Maxi Tex n.18 Carson e Kit raggiungevano Tex e Tiger verso la fine della storia (a pag.254), mentre in precedenza, nelle ultime tre tavole di Un ranger ha tradito n.599, albo conclusivo de La prova del fuoco (cit.) i tre pards si riunivano al capezzale di Kit, ripresosi dalla grave ferita infertagli da Jack Loman.
  • È un po’ strana la sequenza a pag.26-31 del n.666. Difatti i tre pards se ne stanno sempre in disparte sia quando Tex incontra Bisonte Nero sia dopo, quando abbraccia il capo Lunga Lancia. Inoltre, mentre questi presenta a tutti sua moglie Niabi, Tex non presenta nessuno dei suoi pards, nemmeno il "grande cacciatore" Capelli d’Argento, molto conosciuto tra le varie tribù indiane. Suona male anche il fatto che, quando Bisonte Nero presenta il figlio Lince Rossa a Tex, questi non presenti a sua volta il suo. Infine, se c’è uno che sa se "andranno avanti ancora per molto, con questi salamelecchi" (pag.27) è proprio il vecchio Carson e, anche se la sua domanda è chiaramente scherzosa, è mal posta, così come la risposta-spiegone che gli dà Kit.
  • A pag.39 del n.666 Tiger, insospettito dal confabulare di due vecchi della tribù, li segue e ne ascolta la conversazione. Niente di male, per carità, benché questa scena ci abbia ricordato le molte simili (con protagonisti gli "origlioni") presenti nelle storie di Claudio Nizzi. Sempre Tiger, a pag.44, incensa i Navajos, quindi sé stesso, con una battuta che solitamente troviamo nelle storie di Mauro Boselli: «Non c’è traccia tanto lieve che un Navajo non la sappia trovare!»
  • A pag.54 del n.666 Tex si rivolge al suo fratello Navajo chiamandolo Tiger Jack, invece che semplicemente Tiger, un po’ come se si rivolgesse al vecchio cammello chiamandolo Kit Carson invece di Kit. La stessa cosa farà il giovane Kit a pag.96 del n.667.
  • A pag.55 del n.666 Carson riconosce che il fucile imbracciato da uno dei predoni Crow uccisi è «Uno Springfield 45/70 "Trapdoor". Lo stesso modello in dotazione ai militari.»
  • Ritroviamo Tiger nella sua funzione di mentore di Kit quando lo convince a verificare le sue impressioni negative sul Tenente Michael Morris, dicendogli «Hai lo stesso istinto di tuo padre, Piccolo Falco, non dimenticarlo!» (pag.16 del n.667, segnalazione di Giorgio Loi).
  • A pag.21 del n.667 Tex e Carson sentono "la voce di uno Springfield" e spronano i cavalli, benché temano di arrivare tardi, ciò che puntualmente accade, come ribadito dallo stesso Tex quando si trova di fronte i cadaveri dei Blackfeet: «Siamo arrivati troppo tardi!» Il rammarico di Tex di arrivare "troppo tardi" è presente in diverse storie di Ruju. Nel già citato L’avamposto dell’infamia terminata la sparatoria con il Capitano Eric Spencer e i suoi soldati, Tex diceva: «Avrei voluto arrivare prima, ma almeno le donne e i bambini sono salvi.» (pag.287). A pag.274 sempre Tex diceva «Siamo arrivati troppo tardi per salvare Washak, ma possiamo evitare che quei vermi facciano altre vittime!» Prima ancora, a pag.124, dopo avere difeso i Mormoni Tex tornava sulle tracce dei disertori, ben conscio nella necessità di trovarli «E trovarli in fretta, prima che facciano altri danni!» mentre, nello stesso momento, i disertori stavano massacrando due famiglie di coloni. In Furia Comanche (cit.) è Carson a rammaricarsi («Se solo fossimo arrivati laggiù qualche minuto prima...», pag.16), mentre nel Texone L’orda del tramonto Tex Gigante 29, Tex si rammaricava in tre diverse occasioni di non essere arrivato prima sui luoghi in cui diverse persone avevano trovato la morte per mano di Vladar e della sua banda (cfr. pag.43, 65 e 135).
  • A pag.34 del n.667 finalmente rivediamo Kit bere un whisky (e forse iniziare a bere anche quello del "giro" successivo), sfatando la ridicola affermazione apparsa il 19 gennaio 2015 nella pagina facebook della Sergio Bonelli Editore secondo la quale "il figlio di Tex si permette (e di rado) una birra!" Osserviamo che sulla base di tale argomentazione il disegnatore Majo (Mario Rossi) ha dovuto correggere la tavola originale esibita nel post, ciò che non è stato invece richiesto - a quanto pare - al maestro Ticci.
  • La bevuta viene interrotta dal Tenente Morris, entrato nel bar del forte in compagnia del sergente (pag.35), il quale aveva già visto Kit (cfr. pag.62-68 e 75-76 del n.666), ma in quel momento non lo riconosce, mentre si ricorda chi è alcune pagine dopo (pag.46), su precisa domanda di Morris.
  • Il capo Crow Lunga Lancia si aggiunge alla schiera dei personaggi tormentati di Ruju, che già comprende - seppure con i dovuti distinguo - il citato Capitano Spencer, il ranger Jack Loman (La prova del fuoco, cit.), il giovane mezzosangue Makua (Mezzosangue, cit.), Padre Clemente ossia l’ex-bandito Guillermo Blanco (Le catene della colpa, cit.) e l’ex-cacciatore di taglie Hannibal Cannon (La palude nera Almanacco del West 2008). Nello specifico apprendiamo che Lunga Lancia ha promesso al padre in punto di morte che avrebbe aiutato e protetto il fratello minore Unghia di Lupo "in ogni circostanza" (pag.84 del n.666) e che comunque, avendo essi lo stesso sangue (pag.114), egli è pronto a difenderlo "fino alla morte!" Alla fine, dopo avere cercato di uccidere Tex ed essere stato da lui salvato (pag.71 del n.667), Lunga Lancia disconosce il fratello e lo colpisce, arrivando quasi al punto di ucciderlo (pag.102-103). Unghia di Lupo morirà per mano di Tex, prima di poter colpire Lunga Lancia a tradimento (pag.105), dando l’ultima prova della sua natura maligna e perversa.
  • Lunga Lancia è anche il nome del capo dei Comanches ribelli che insieme ai Kiowas minaccia d’infuocare il territorio tra l’Arkansas e il Cimarron in Pony Express n.73-75.

Incongruenze

  • Nell’albo n.666 vi sono alcuni errori di ortografia e di lettering; a pag.40 viene premesso l’articolo partitivo "dei" invece di "degli" a Cheyennes (cfr. invece l’uso dell’articolo "gli" davanti a Cheyennes a pag.12, 20, 26, 31, 37, 89, 96, 100 e 112 e a pag.6, 55 e 64 del n.667 rispetto all’uso di "i", ad esempio, in Terra promessa n.146-149). Inoltre a pag.23 del n.666, striscia in alto, manca l’apostrofo in "c è"; a pag.46, vignetta centrale a sinistra, Lunga Lancia viene chiamato "Grande Lancia"; a pag.111, striscia centrale, il tenente Morris dice che «Il tenente Ross ha ucciso il Capitano Morris...» invece che "il Capitano Bennett".
  • A pag.20 del n.667, vignetta in basso a destra, si osservi il volto della donna in fuga. Non è una novità che i volti delle signore non siano il pezzo forte del maestro Ticci, ma qui la donna inseguita sembra proprio un mostro (cfr. anche Niabi e Neha, in particolare le loro sopracciglia in stile Grimilde).

Frase

  • Kit: «Quel che si dice una calorosa accoglienza!»
    Carson: «Meglio che essere accolti a schioppettate, senza dubbio!»
    n.666, pag.30
  • Carson: «Il primo che si muove schizzerà nelle Celesti Praterie ...così in fretta che i suoi antenati dovranno trottargli dietro, per dargli il benvenuto!»
    n.666, pag.93
  • Tex: «... Ma ci sono cose che uno come me non farà mai. E una di queste è tirarsi indietro!»
    n.667, pag.66-67

Personaggi

Tex, Carson, Kit, Tiger Neha donna Cheyenne sopravvissuta al massacro Bisonte Nero [+] guerriero Crow, amico di Tex Lince Rossa figlio di Bisonte Nero Lunga Lancia capo Crow, amico di Tex Niabi moglie di Lunga Lancia Unghia di Lupo [+] fratello minore di Lunga Lancia a capo di un gruppo di predoni Yawa [+] seguace di Unghia di Lupo Capitano John Bennett [+] Comandante della guarnigione di Fort Logan Sergente di Fort Logan Tenente Ross [+] di Fort Logan Tenente Michael Morris di Fort Logan, vende armi dell’Esercito ai predoni Crow Caporale Brent [+] complice di Morris Hato guerriero Cheyenne Oliver barista a Fort Logan Tineh amica di Niabi

Locations

Territorio del Montana villaggio Cheyenne villaggio Crow del capo Lunga Lancia miniera d’argento campo dei predoni Crow Fort Logan ufficio del Tenente Ross cimitero di Fort Logan bar di Fort Logan grotta dove sono nascosti i fucili

Elementi

Soldati traditori, vendono armi agli indiani Capo indiano con forte senso dell’onore Fratello minore invidioso e ribelle Cheyennes massacrati Villaggio di minatori attaccato Duello tra Tex e Lunga Lancia Vari combattimenti e scontri a fuoco