

IT-TX-579-580

Vendetta per Montales
- Trama
Tex si unisce alla banda di desperados di un ambizioso avventuriero messicano per far luce su un oscuro episodio del passato del suo vecchio amico Montales, che sembra averlo trascinato in una strada senza uscita.
Valutazione
ideazione/soggetto






6/7
sceneggiatura/dialoghi






6/7
disegni/colori/lettering






5/7







sceneggiatura/dialoghi







disegni/colori/lettering







80%
data pubblicazione Gen 2009 - Feb 2009
testi (soggetto e sceneg.) di 
copertina di

disegni (matite e chine) di

copertine


tag
montales, nacho gutierrez, oro nascosto, san rafael, passato di tex
Annotazioni
Il prezzo dell'amicizia
Che cosa dovremmo pensare di un'avventura dove, nelle prime trenta pagine, il nostro eroe si slaccia il cinturone di fronte agli avversari e prende una botta in testa? Tutto il male possibile, dati i lunghi e tristi trascorsi, né si dovrebbe nutrire il minimo dubbio circa la paternità di un tale "capolavoro". Invece Mauro Boselli sembra quasi voler giocare in battuta con i difetti del peggior Claudio Nizzi per restituirci uno dei migliori Tex degli ultimi tempi, calato in un'avventura messicana che non ha la pretenziosità di "Omicidio in Bourbon Street", ma che a nostro avviso funziona molto meglio.Sfruttando abilmente il tema dei ricordi a lui caro, Boselli riporta le lancette dell'orologio indietro fino al lontano 1948, ai tempi del primissimo incontro fra Tex e Montales, con alcuni flash-back di rara suggestione. Come per mano di un passato che ritorna beffardo, i due amici si ritrovano nuovamente banditi; l'uno -apparentemente- a causa delle conseguenze della sua burrascosa giovinezza; l'altro, per aiutare il primo. Infiltrato in un ejercito di desperados, Tex gioca con i suoi classici atteggiamenti da "duro" per divenire un credibile bandido (pur non raggiugendo, sia chiaro, le vette di "Gilas") ed è nei rapporti umani che fatalmente s'instaurano con i diversi membri della banda che troviamo l'autentico nerbo della storia, giocata fondamentalmente sull'amicizia virile, laddove l'abbondante azione e perfino una spruzzata di magia e mistero rivestono al più una parte di contorno, sia pure gustoso.
I dialoghi, mai stati il punto di forza del Tex boselliano, sono secchi, efficaci, addirittura eccellenti nel primo albo. Perfino il tormentone dei complimenti, filtrato dalla rudezza dei banditi, perde l'eccesso di mellifluità che spesso lo rende insopportabile e colpisce dritto nel segno, esaltando il carisma del protagonista che si riflette più nelle ammirate parole degli antagonisti che nelle pur spettacolari scene d'azione.
Se il primo albo è un piccolo capolavoro (basterebbe la scena d'apertura con i due gradassi texani a giustificarne l'acquisto), il secondo cala leggermente di tono: troppo fracassone e, talvolta, con dialoghi più impacciati. Merita comunque segnalare il graditissmo ingresso in scena degli altri tre pards, in una storia che fino a quel momento si sarebbe pensata appannaggio esclusivo di Tex e Montales. Forse il secondo albo paga anche un'eccessiva compressione degli eventi, perdendo il respiro più equilibrato del precedente e facendo rimpiangere la mancanza di un terzo volume, che ci sarebbe stato tutto.
Azzeccati e convincenti pressoché tutti i numerosi comprimari, ma non possiamo esimerci da una menzione d'onore per
Per essere un esordiente sulle tavole di Tex, Piccinelli compie in effetti un lavoro egregio, grazie a un tratto ricco di particolari che ci restituisce una splendida galleria di personaggi, ma che non è da meno nel dipingere le assolate pietraie del nord del Messico o le anguste gallerie di una vecchia e buia miniera, grazie a un uso sapiente di luci e ombre. Piccinelli, che tradisce un debito evidente verso lo stile di Claudio Villa, è particolarmente abile nella caratterizzazione dei personaggi, dando vita e spessore alla galleria di varia umanità che affolla le pagine di questi due albi: Lope non sarebbe riuscito così bene se Piccinelli non lo avesse interpretato come invece ha fatto. Forse alcune pose dinamiche risultano legnose e poco naturali, ma per questo ci sarà tutto il tempo di migliorare in futuro.
Note e citazioni
- Nel corso del
n.579 sono riprodotti alcuni frammenti del primissimo incontro tra Tex eMontales , avvenuto nell'albo gigante n.3 "Fuorilegge". In particolare: le vignette di pagg.41-42 deln.579 sono prese da quelle di pag. 125 deln.3 ; le vignette di pagg.43-45 deln.579 si rifanno a quelle di pagg.137-138 deln.3 ; quella di pag.46 deln.579 riproduce quella di pag.140 deln.3 . - Il
capitano White dei rangers, che compare in un ricordo neln.579 , pag. 74, era già apparso nell'avventura "A sud del Rio Grande", nn.506-507 (segnalazione di Carlo Monni).
Incongruenze
N.579 , pag.5. "...in un'afosa giornata di fine maggio..." Tex indossa la giacca di pelle con le frange!- Il Tex giovane mostrato nei flash-back del
n.579 veste diversamente da quello originale deln.3 . Infatti non porta i guanti, indossa una camicia con i polsini neri, così come sono neri cappello e pantaloni (l'originale porta i guanti, cappello e calzoni sono chiari). Piuttosto questo Tex assomiglia a quello de "Il passato di Tex", una storia successiva a quella del n.3 ma che è, cronologicamente, antecedente. - Montales che da governatore ritorna bandito, per via di un ricatto basato unicamente sulla parola di
Nacho Gutierrez , è un passaggio che non è stato spiegato a sufficienza. Se anche prendessimo per buono il comportamento di Montales, è molto meno comprensibile quello del suo ricattatore. Sarebbe stato più prezioso per la "causa" un governatore ricattabile ma nel pieno esercizio delle sue funzioni, o un ex-governatore anziano e fuggiasco, buono solo per la sua abilità con le pistole? - Anche la spiegazione della lunga sparizione di
Fulgencio Villahermosa , per non danneggiare la carriera di governatore di Montales, sembra tirata per i capelli. Emblematica la risposta di Montales: "Non posso crederci!". Concordiamo. - Alla fine del
n.579 Montales viene ferito all'avambraccio destro, trapassato da una freccia. Non una ferita da nulla, dunque, tanto che da allora è costretto a portare il braccio legato al collo. Tuttavia, durante la sparatoria finale lo vediamo sparare senza problemi proprio con la destra.
La frase
Personaggi



















Locations



