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Il messaggio nella bottiglia di Kurumada
Gioventù bruciate Il tema dell'adolescente guerriero è un topos della narrativa a fumetti nipponica. In un ideale percorso che va da Go Nagai ai più recenti Dragon Ball e Sailor Moon, non può sfuggire come la scena giapponese sia costellata di giovani eroi dotati di grandi poteri, che, volenti o nolenti, li rendono difensori dell'umanità. Tale precisa scelta narrativa è riconducibile, a grandi linee, a due motivazioni. In primo luogo l'adolescenza è quel periodo della vita in cui, a fronte di rapide ed improvvise mutazioni fisiche (cambio della voce, irrobustimento), la personalità del bambino comincia lentamente a delinearsi, intraprendendo quel percorso di maturazione che lo porterà sino all'età adulta.
In secondo luogo l'adolescente è la figura che idealmente meglio incarna gli ideali di pace, giustizia e moralità. Ancora scevro da corruzioni quali l'ambizione, il vizio e la sete di potere, il ragazzo, nel momento in cui viene investito della propria missione universale, rappresenta la purezza assoluta, la guida morale dell'umanità. Tuttavia, perchè egli possa prendere piena consapevolezza del proprio ruolo, deve prima confrontarsi con il male, superandolo dialetticamente. Proprio questo difficile confronto con il lato oscuro rappresenta spesso il succo della storia raccontata. E in effetti Saint Seiya non è da meno. Ciò che tuttavia colpisce nel manga di Kurumada è l'estremizzazione del concetto del giovane eroe. Tutti i protagonisti della storia sono vittime di una terribile violenza: sin dalla più giovane età, i futuri Saints hanno dovuto sopportare il peso di durissimi allenamenti, impostati sia su un lavoro prettamente fisico, sia, a volte, su una vera e propria tempratura del carattere. Il loro destino, inoltre, è segnato sin dalla nascita: Hyoga, Seiya e gli altri cavalieri sono stati concepiti dal padre Mitsumasa con l'unico scopo di creare una stirpe di protettori della dea. Essi non solo non hanno avuto altra alternativa all'addestramento, se non la morte, ma hanno anche dovuto subire traumatiche separazioni, premature morti di amici...
Perchè Kurumada insiste con tale sadica crudeltà sul triste destino dei suoi eroi, bambini a cui sono
state rubate l'infanzia e l'adolescenza in nome di una guerra non loro? Perchè ogni personaggio nasconde
dentro di sè un tragico passato?
"[Gli altri ragazzi] camminano per strada con pettinature e vestiti alla moda e vanno a ballare in discoteca... cercano di pensare alle cose con leggerezza e sono allegri quando scherzano su tutto... mi chiedo se questo significa veramente che si divertano nella loro gioventù... stanno sprecando il loro tempo senza ottenere niente di concreto". Pur appesantita da una buona dose di semplicismo, l'accusa di Kurumada non è del tutto infondata: impegnati a seguire le mode e a cercare divertimenti sempre più sofisticati, i giovani (ma anche gli adulti) hanno dimenticato di guardarsi dentro, di trovare in loro anche solo una parte di quel cosmo di cui tutti noi siamo dotati e da cui i suoi eroi traggono la loro incredibile forza. Continua Seiya:"Noi siamo diversi da loro. Sentiamo di essere parte di questo universo perchè il cosmo all'interno del nostro corpo brucia continuamente. [...] Alcuni sono nati sotto una stella fortunata, altri sotto una sfortunata. Esistono tanti tipi di uomini, però io vivrò sempre con solennità qualsiasi destino."
Per certi versi Kurumada sembra quasi anticipare certe tematiche new age che tanta fortuna hanno
avuto negli anni '90. Il richiamo ad una maggiore comunione con la natura, la ricerca della propria
vitalità interiore, l'autore sembra lanciare un appello nascosto tra le righe: il mondo va verso un
vicolo cieco, ma siamo ancora in tempo per cambiare strada. E dobbiamo farlo attraverso i nostri figli,
educandoli in funzione di una lotta che prevede tanti sacrifici: quella per il miglioramento del mondo
in cui viviamo.
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