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Cambi di strategia in casa Bonelli report di Paolo Ottolina
La Lucca novembrina � tutto uno scintillio di grooossi nomi, da Don Rosa a Neil Gaiman, da Sidney Jordan a Jeff Smith. La Lucca novembrina ha la solita, pessima, organizzazione di sempre: sale incontri a un livello men che parrocchiale (amplificazione ridicola, dimensioni insufficienti per i grossi nomi,
isolamento acustico neanche a parlarne con drammatiche sovrapposizioni tra gli oratori dei due punti incontro), una sala video risibile (un tv a 20'' con quattro sediacce accatastate davanti), bar sforniti e cari, spettatori segregati dentro la mostra perch� non si poteva uscire e poi rientrare (se no chi ci andava ai bar interni, poi),
incontri indetti e poi spostati (v. quello di Jordan). La Lucca novembrina, facendo la media tra il primo e secondo punto, passa alla storia come un'edizione pi� che accettabile, che con un'altra logistica avrebbe potuto essere pressoch� perfetta.
Bando alle ciance, in ogni caso. Come i lettori Bonelli ben sanno, la filosofia della casa editrice, da un qualche anno fa all'altro ieri, � stata: pochi nuovi personaggi, ma ben dosati e progettati per durare il pi� a lungo possibile. Inoltre, soprattutto negli anni '80, si � assistito a una serie di nr.1 che andavano a coprire aree ben distinte della narrazione avventurosa, complementari ma il meno possibile sovrapposte: MM per la divulgazione mysteriosa, DD per l'horror, NR per il giallo, NN per la fantascienza. Notiamo ora invece come le nuove testate pur presentando caratteri peculiari vadano a incrociare abbondantemente le proprie tematiche con quelle di altri personaggi gi� in edicola: ecco il lancio di una nuova serie di SF (seppur comica, Legs), di un nuovo western (seppur horror/storico, Magico Vento), di un nuovo giallo (seppur psicologico, Napoleone). E notiamo inoltre come i nuovi lanci si susseguano a ritmo ben pi� serrato di quello degli '80: 2 serie nel giro di un semestre, che diventeranno 4 nel giro di un anno con le preannunciate partenze di Brendon e Julia. Ed ecco delinearsi la nuova politica della SBE: molti nr.1 e molto ravvicinati. Ehi, direte voi, ma perch� buttare nella mischia nuove testate quando il mercato � in crisi e le edicole scoppiano di testate? Gi�, perch�? Perch� (risposta del Corvo in versione Madre Teresa) bisogna dar da mangiare ai disegnatori: la SBE ha nelle sue file una torma di vecchi e nuovi matitisti, e una sfilza di giovanotti da editare in lista d'attesa. E poi perch� (risposta del Corvo in versione Zio Paperone) questa crisi di fine '90 � assimilabile a quella di inizio '80: la SBE sforner� characters a getto continuo, e tra tanti flop si centrer� il nuovo Dylan Dog.
Le nuove testate produrranno una cataclismatica rivoluzione nel parco della casa editrice: si ventilano chiusure di serie pi� o meno storiche, che viaggiano sotto il livello di guardia (40.000 copie) o appena sopra. Per cui, dopo la dipartita, speriamo non definitiva ma tutto fa supporre il contrario sic :-(, di Ken Parker, lugubri ombre sembrano stendersi su Zona X e Nick Raider entrambe in chiusura per Dicembre 1998.
Che dire? A parte che nel mercato delle opere d'ingegno non esistono formule n� teorie esatte, le analogie tra questo mercato di fine millennio e quello di 15 anni fa potrebbero essere tali solo in apparenza. In un panorama fumettistico che ha perso le riviste d'�lite, ma ha guadagnato tante buone pubblicazioni "popolari" da edicola o libreria (roba estera, di italiano resiste solo la Bonelli), e in cui i gusti dei giovanissimi sembrano orientarsi su un genere diverso (leggi manga), il timore che la SBE sprofondi ulteriormente invece che risollevarsi esiste. Come dice il poeta, lo scopriremo solo vivendo.
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