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uBC @ Torino Comics 2000 Report di Daniele Alfonso. Ben cinque conferenze bonelliane nel calendario della tre giorni torinese dedicata alle nuvole parlanti. Purtroppo abbiamo mancato l'incontro con i disegnatori di Dylan Dog, Giampiero Casertano e Luigi Piccatto, ma eccovi un completo resoconto degli altri quattro appuntamenti...
Conferenza Dampyr Capitanata da un Boselli in gran forma, la squadra degli autori di Dampyr si presenta sfoggiando una maglietta nera con il logo della testata, e subito iniziano a fioccare le anticipazioni su Harlan Draka e il suo mondo. Sui Maestri delle Tenebre, ad esempio. Primo, nel n.1 sono definiti "esseri alieni", ma non si tratta affatto di extraterrestri come qualcuno aveva pensato, bens� di una razza originaria del nostro pianeta, antichissima e misteriosa. Secondo, impossibilitati a riprodursi, i Maestri formano una "famiglia" non molto numerosa, e inevitabilmente destinata a diminuire di numero, anche per via delle rivalit� fra i suoi membri. Terzo, i Maestri sono molto diversi fra loro: alcuni sono cacciatori e guerrieri, altri preferiscono condurre un'esistenza mite e ritirata; alcuni hanno assunto aspetto umano, altri hanno forme imprevedibili; alcuni sono malvagi fino al midollo, altri no. In particolare, non � detto che il padre di Harlan (che, diciamolo subito, non � Gorka) sia necessariamente un nemico.
Dotti, che dice di non gradire molto l'horror, � tuttavia contento di lavorare su questo personaggio, di cui apprezza il lato di eroe romantico. A conferma della variet� dei soggetti, Genzianella ci informa che al momento sta lavorando su una storia di stampo sentimentale. Boselli, per�, si affretta a precisare che l'azione giocher� sempre un ruolo principale nelle avventure di Harlan Draka, che �� uno che mena, ma che non se la mena�. Con l'intenzione di aggiungere un po' di pepe alla gi� vivace conferenza, il sottoscritto interviene riferendo di un paio di interessanti critiche lette lurkando i newsgroup (vedere il Dopolavoro). La prima riguarda l'uso eccessivo della violenza, e la seconda denuncia un'errata interpretazione del mito originale del Dampyr, che sarebbe stato stravolto, a cominciare dalla grafia errata del termine. Molto puntuali le risposte degli autori. E' vero che "Il figlio del diavolo" � una storia molto cruda, ma la violenza c'� perch� � necessaria, ed � mostrata senza alcun compiacimento. Dampyr n.1 voleva proprio essere un numero shock, una �pietra lanciata nello stagno�, tuttavia senza raggiungere il parossismo, perch� gli autori affermano di non gradire affatto lo splatter. Riguardo al mito del Dampyr, Boselli mostra una preparazione davvero notevole, citando numerosi miti vampireschi tutti diversissimi tra loro. Il succo del discorso � che, fra i tanti miti esistenti, Boselli&Colombo ne hanno scelto uno in particolare, reinterpretandolo secondo la loro sensibilit�. La grafia della parola Dampyr � una trasposizione nella nostra lingua di un termine che, nel suo idioma d'origine, � scritto anche con un diverso alfabeto: "Dampyr" � una scrittura corretta come lo � "Dhampyr", o altre possibili varianti. Suscitando una volta di pi� l'ilarit� del pubblico, Boselli racconta di essere stato iscritto (�ma solo come simpatizzante!�) alla sezione vampiresca della Societ� Occultistica Americana, che poi ha scelto di abbandonare vista la sinistra dedizione dei suoi membri a rituali che l'autore definisce �uno schifo pazzesco!�.
Conferenza Brendon Claudio Chiaverotti ha l'aria soddisfatta, e non solo per le 70-80mila copie di venduto per numero, ma anche per la qualit� della serie, del cui team di disegnatori si dice entusiasta. Anche se Brendon �ha un carattere chiuso ed � un po' stronzo� (sic), l'autore dichiara di essersi innamorato del personaggio, di cui apprezza particolarmente il ruolo di eroe solitario. I fan del Cavaliere di Ventura vorrebbero che l'appuntamento col loro eroe preferito diventasse mensile, e Chiaverotti afferma che non � escluso che si possa raggiungere l'obiettivo della mensilit�, anche se al momento non � stata presa alcuna decisione in merito. Per il momento, la periodicit� attuale lascia a Chiaverotti un bel po' di tempo per scrivere, tanto che l'autore, dopo aver gi� completato 23 storie brendoniane, ha ricominciato a dedicarsi a Dylan Dog, di cui ha gi� scritto tre nuove storie: una di 16 pagine per i disegni di Freghieri, che sar� pubblicata nell'annuale volumone Mondadori, e altre due di lunghezza standard con i disegni di Freghieri e Rinaldi. L'avere a disposizione un po' di tempo in pi� consente all'autore di consegnare ai disegnatori solo sceneggiature complete, il che va tutto a vantaggio della qualit� del prodotto finito. Come vengono scelti i disegnatori? In base alle loro particolari inclinazioni, naturalmente: se una storia prevede delle belle ragazze il pi� adatto � Franzella, se l'atmosfera � molto fantasy si chiama in causa Maroto, se ci sono delle scenografie particolari la scelta cade su Rotundo, e cos� via. Incidentalmente, Chiaverotti fa notare che Rotundo, il quale lavora anche per il cinema come costumista, � stato ad un passo dal vincere l'Oscar per il film "Titus". Altra segnalazione importante: � in allestimento una mostra su Brendon, che esporr� circa 120 tavole, di cui una trentina originali. La mostra, ad accesso gratuito, sar� a Ferrara fino a met� Maggio, per poi spostarsi a Torino.
Per concludere, vale la pena di citare una piccola nota di colore: durante lo svolgimento della conferenza, si � presentato un ghignante Stefano Goria armato di macchina fotografica. Chiaverotti, che sembra proprio avere una spiccata idiosincrasia per gli obiettivi, ha immediatamente inforcato un paio di occhialoni scuri, esclamando come al solito �Non rubatemi l'anima!... Anzi, l'Animah...�
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