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![]() ... questa è una storia molto romantica... C'è stato un tempo in cui gli agenti portavano la divisa, l'uniforme del vecchio tipo, quella con il colletto chiuso e la doppia fila di bottoni, scomoda, ma dotata di personalità. C'è stato un tempo in cui l'unica vera scuola di polizia non era quella dell'Accademia, ma la strada, ed in particolare il Bronx. C'è stato un tempo in cui il vero insegnante non era l'istruttore, ma colui che viveva in mezzo alla gente, condividendone problemi, drammi, gioie e dolori.
Tutto questo era Abraham Reginald King, nonché ancora di salvezza per un giovane Nick Raider, appena uscito
dalla scuola di polizia e sbattuto a farsi le ossa nel Bronx, al quarantaquattresimo distretto, ribatezzato qualche anno
dopo, con Nick già lontano, Fort Apache, a causa dell'assedio che subì.
Ma chi era Abe, detto anche Blackbear? Era ovviamente un poliziotto di colore, come lui stesso si definiva un vero
negro, prima sbirro poi negro e siccome all'epoca l'85% dei criminali erano neri, lui odiava i neri, non
i negri; alla faccia delle balle che venivano raccontate dai politici liberals, nei dibattiti televisivi e dagli insegnanti
delle scuole di polizia a proposito del fatto che i neri diventavano criminali perché costretti a vivere nei ghetti.
Con una filosofia tutta sua, che in gran parte Nick farà propria, Abe si muoveva tra il marciume del Bronx, colpendo chi doveva
colpire, mettendosi dalla parte dei deboli quando necessario, ma rispettando sempre e comunque la giustizia, la legge.
Abe era un negro tutto d'un pezzo, con una coscienza da sbirro tutto d'un pezzo, che non avrebbe fatto lo sbirro se avesse voluto fare quattrini, ma il rapinatore od il pappa! E le occasioni, visto il quartiere in cui era cresciuto, non gli erano certo mancate, ma lui aveva fatto la sua scelta, completamente differente da quella dell'amico di infanzia Malcom Delaney, che, pur essendo cresciuti insieme, sposò la strada della criminalità, dedicandosi alla prostituzione, alle scommesse clandestine ed al traffico di droga.
Abe non si mise mai sulle tracce di Malcolm, pur conoscendo la strada intrapresa, lasciando che fossero altri ad occuparsi di lui;
questo fino a quando venne uccisa Deborah, l'amica di infanzia di entrambi, di cui probabilmente entrambi erano
innamorati. Nizzi ci tratteggia una figura di poliziotto vecchio stampo estremamente credibile ed estremamente vera. Con la sua narrazione oltre a descriverci la personalità dell'agente, la sua umanità, ci descrive anche uno spaccato della comunità newyorchese, quella del Bronx, con tutti i suoi problemi, realtà che verrà descritta in tanti romanzi gialli ed in tanti film.
Nizzi condisce inoltre la storia con spaccati di vita familiare, senza raccontarceli, ma lasciandoceli immaginare: due amici,
la stessa ragazza, entrambi innamorati di lei; poi le strade si dividono... chissà cosa è successo alla ragazza. La personalità di Abe è tale che, avendo fatto la sua scelta, nulla più potrà fargli cambiare idea, almeno così crede lui; il ritorno di fiamma della sua vecchia amica, la sua uccisione, lo porterà però a modificare il suo comportamento, spingendo ad agire impulsivamente in modo tale che alla fine ne subirà le conseguenza. Quella che Nizzi ci ha raccontato, usando le parole di Nick nell'ultima tavola, è dopotutto una storia molto romantica.
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29| Appena uscito dalla scuola di polizia Nick viene spedito nel Bronx, presso il quarantaquattresimo distretto, ed affidato alle cure di un vero esperto, Abraham Reginald King, il quale si preoccupa, meglio occupa, di svezzarlo, mostrandogli la dura relatà del Bronx ed inculcandogli insegnamenti che Nick farà poi propri.
Abe è un poliziotto tutto d'un pezzo, integerrimo, che combatte il crimine, quasi nel
pieno rispetto della legge. Tutte queste cose ci vengono raccontate in flashback da Nick, mentre sta andando nel Bronx, da Malcom, uscito una settimana prima dal carcere; Nick è appena stato al funerale di Abe, ucciso da due colpi di pistola. Malcolm lo accoglie molto volentieri e pur ricordando le minacce a suo tempo proferite, afferma anche come mai e poi mai avrebbe ucciso il vecchio amico: infatti è proprio lui che ha chiamato Nick, per consegnarli l'assassino di Abe, il suo secondo Santana che a forza di tenergli il posto in caldo durante la sua assenza, si è talmente affezzionato che ha deciso di fare ricadere la colpa dell'uccisione di Abe a Malcolm, per toglierselo definitivamente dai piedi. Ma non ci riuscirà perché nello scontro a fuoco che ne segue, tutti, eccetto i poliziotti, restano uccisi. E Malcolm troverà giusto il tempo di confessare di essere stato lui una decina di anni prima a fare eliminare Deborah...
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