Il grande carisma assicura a questo personaggio un ruolo di primissimo piano. Anche se durante la storia appare poco, la sua presenza risulta indispensabile per la riuscita della ribellione. Ed è la sua morte a mandare tutto in rovina. Erudito ed intellettualmente dotato, in questa vicenda Roger Goudret è l'unico a non sparare un colpo (anche se porta, probabilmente solo per darsi un tono, una pistola al fianco), e anzi è disposto a trattare con le autorità inglesi, ma, dato che il comando è affidato al cugino Big Bear, a parlare sono principalmente le armi. Proprio questo urta il Profeta che, non potendone più, minaccia di togliergli il potere, provocando così la propria morte e la santificazione da parte degli indiani.

disegno di Fusco (c) 1977 SBE

Dal primo impatto col personaggio (l'evasione dalla prigione di Great Falls), il lettore ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un hippy ante litteram: il modo di vestire, l'espressione del viso, gli occhialini da intellettuale lo caratterizzano, imprimendolo bene in mente. Seppur biondo e barbuto, si può notare una vaga rassomiglianza a John Lennon. E' convinto di ciò che fa: ad un certo punto definisce la rivolta "la mia rivoluzione". Si evince però dal racconto che non è lo specifico territorio canadese ad interessarlo, ma la globalità del Nord America. Della sua capacità persuasiva vediamo solo gli effetti, ma possiamo immaginarlo deciso e convincente, a giudicare dal modo col quale le canta al cugino Pierre.

Tex deve prenderlo in consegna per portarlo a Winslow, dove è in attesa di processo. Tutto ciò che fa quest'uomo, descrittoci "mite e che personalmente rifugge da ogni genere di violenza", è diffondere un ideale di libertà agli indiani delle riserve. Goudret, attivo da molti anni in tutto il Nord America, giunge in Canada dopo aver spinto alla rivolta alcune tribù del Sud degli Stati Uniti. Questa sua influenza ha costretto l'esercito ad intervenire con mano pesante per ristabilire l'ordine. Ma egli non è un pazzo delirante, tant'è vero che ad un certo punto Tex dice: "le idee che andava diffondendo erano tutt'altro che sballate, ed in alcuni punti coincidevano con la mia visione del problema indiano, però erano fuori dalla realtà" perché, aggiunge, "i tempi non sono ancora maturi".

Index Personale

1977| 203/207 Missione a Great Falls (Nolitta/Fusco)

 

Biografia

1977| Roger Goudret è rinchiuso nel carcere di Great Falls (Montana) e conteso tra la "Mounted police" ed il ranger Tex Willer. Proprio mentre è fatto oggetto di disputa tra questi ultimi, nell'ufficio dello sceriffo fa irruzione suo cugino: Pierre Goudret, detto "Big Bear", che appoggiato dal traditore Donovan, riesce a liberarlo. Lo scopo è quello di sfruttare le sue notevoli doti persuasive per convincere gli indiani del Canada alla rivolta contro gli oppressori inglesi.

Tex e Jim Brandon si mettono alle loro calcagna e dopo esser sfuggiti al massacro di Red Canyon ed esser passati da Fort Brooks, dove i ribelli hanno provocato una carneficina, vengono catturati dai ribelli e portati al loro villaggio segreto giusto in tempo per vedere all'opera Roger Goudret, che davanti ad una nutrita folla, esorta gli indiani ad armarsi ed a far valere i propri diritti. Ma gli indiani si spingono ben oltre la misura prevista dal Profeta, e quando essi ritornano da una spedizione vittoriosa su una colonna di Giubbe Rosse, Goudret assiste all'esposizione dei macabri trofei raccolti dai guerrieri. Con fretta convoca il cugino nella sua tenda e discute animatamente sui metodi sanguinari usati dai propri uomini. Quando Roger minaccia di radunare gli uomini per comunicare la decisione di togliere il comando a Big Bear, questi lo fredda alle spalle, commettendo un errore fatale. Tutte le tribù indiane, infatti, abbandonano immediatamente il villaggio portandosi dietro il cadavere del proprio profeta.

L'arrivo di un gran numero di Giubbe Rosse pone fine ai sogni di gloria di Donovan e di Big Bear e la cruenta battaglia tra i due gruppi si chiuderà con la morte del traditore e la cattura di Pierre Goudret.