Nick Raider
n.107 | ||||
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Morire dal ridere
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( 5 , 4 , 4 ) 3 + 3 | 65% | equiv. 5/7 | |
Vedere anche la Scheda della Storia nell'uBC Database. |
In Svezia fa freddo e per scaldarsi gli abitanti raccontano anche barzellette, come Stan, comico di orgini appunto svedesi, che finisce sulla calda ribalta televisiva da un freddo
locale di periferia, travolto per� da qualcosa pi� grande di lui...
Ridere troppo pu� fare male recensione di Marco Zucchi |
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Soggetto | 5/7 |
Gianfranco Manfredi |
L'idea di base � senza dubbio interessante: un comico sconosciuto portato improvvisamente alla ribalta della televisione viene ucciso, apparentemente da un critico che lo aveva stroncato, decretandone
appunto il successo, critico a sua volta apparentemente morto suicida; il tutto condito da strani intrighi coinvolgenti i vertici della televisione Big Apple, alle cui spalle girano finanziamenti non
certo leciti. Il titolo dell'albo riprende tra l'altro quello di una mostra svoltasi alcuni anni or sono, dedicata all'umorismo in salsa horror.
Dicevo bella l'idea di base, attinta almeno in parte da un libro dello stesso Manfredi, La fuga del cavallo morto, pubblicato nel 1993, dove si narra di un autore di battute per altri che raggiunge un inaspettato successo quando viene gettato improvvisamente davanti alle telecamere. |
Sceneggiatura | 4/7 |
Gianfranco Manfredi |
L'intera vicenda viene ben svolta, sottolineando particolarmente lo squallore del teatro-cantina dove si esibisce il protagonista Stan; i passaggi da una situazione alla successiva sono resi efficacemente, anche
se svolti con la solita caratteristica delle sceneggiature di Manfredi, ovvero grande predominanza delle vignette con un unico ballon.
Se andate a rivedere anche gli altri albi da lui scritti (e con questo siamo a dieci storie per undici numeri) e poi li confrontate con quelli di altri autori (penso a Nizzi, ma non solo), questa differenza salta subito all'occhio. Non pretendo certo didascalie-riassunto, tipo quelle dei fumetti pubblicati su Il Vittorioso, ma a volte qualche ballon in pi� non guasta. Qualcuno potrebbe sostenere che ci� porta ad una pesantezza nello svolgersi della vicenda, io invece penso che porti semplicemente una maggiore chiarezza e scorrevolezza. Come esempio porterei la vignetta 1 di pag.22: il dito che indica il giornale mi sembra un p� solitario e penso che il gesto necessiti di qualche spiegazione da parte di Felix, che sta parlando nell'ultima vignetta della pagina precedente. Questo ovviamente nulla toglie allo svolgersi della vicenda: l'autore ci porta inoltre tutti gli stereotipi del mondo televisivo, mondo che conosce bene, in quanto autore di programmi televisivi, di film e telefilm (tra l'altro Manfredi � anche stato autore di testi per comici della vecchia e della nuova generazione). Osserviamo quindi l'esaltazione dello sconosciuto, il talk-show, la televisione spazzatura, la commemorazione ad arte, etc. Alcune cose da notare:
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Disegni | 4/7 |
Pietro Dall'Agnol | Per un'atmosfera underground era necessario un disegnatore ad hoc: ovvia quindi la scelta di un membro dello staff di Dylan Dog. Gi� una volta si prese questa direzione, in occasione dello speciale 5, chiamando ai pennelli il grande Corrado Roi, con ottimi risultati. Risultati che qui sono minori: a volte Nick non � lui, ma giustamente ogni disegnatore ha il suo stile, ed anche D'Angelo e Art non sono i soliti. Sono comunque ben rese le atmosfere squallide dei luoghi dove si svolge la vicenda. |
Copertina | 3/3 |
Corrado Mastantuono | Sono sempre molto belle e di impatto le copertine di Mastantuono ed anche questa non � da meno. |
Overall | 3/3 |
Bella storia, scura, nel senso che si svolge prevalentemente in notturna ed in locali chiusi (la regia televisiva ed il locale, soprattutto),
con Manfredi che sfrutta abilmente alcuni giochi di parole, pur propri della lingua inglese, e condisce tutto con freddure ed allusioni sparse qua e l�.
Una piccola disattenzione nel lettering, che non inficia il lavoro, ma � strana per la cura degli albi Bonelli, quando a pag.83, nella VI vignetta, sembra esservi la sovrapposizione di due righe di testo, che costringe all'uso del bianchetto sulla prima, forse per una aggiunta dell'ultimo minuto. | |