uBC (3k) Nathan: sei anni di avventure
un consuntivo dei suoi primi sei anni visti da un appassionato lettore.
di Marco Gremignai

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Premessa.
Nathan (6k)
disegno di G.Gentili
Prima di iniziare questo consuntivo, vorrei precisare quanto segue: sin da bambino, quando mio nonno (contadino semianalfabeta) leggeva Tex, ho SEMPRE letto e collezionato i fumetti di Bonelli - Tex, Zagor, Mister No eccetera eccetera. Ancora oggi continuo a leggere i fumetti di Bonelli, anche se alcuni personaggi hanno lasciato il posto ad altri (Martin Myst�re, Dylan Dog...). Adesso, per�, colleziono soltanto uno di questi fumetti, pur leggendoli quasi tutti: e questo "uno" � Nathan Never. Mi direte: ma chi � 'sto qui e perch� ci racconta 'ste cose? Sono solo un ammiratore sfegatato dell'investigatore del futuro, tanto ammiratore da preferirlo (appunto) a tutti gli altri fumetti di Bonelli. Ed � proprio per questo che, come molti altri ammiratori di Nathan Never, in questo consuntivo muover� anche qualche piccola critica: non perch� il personaggio o le sue avventure non mi piacciano, anzi, ma solo perch� vorrei che fosse sempre "al massimo". Cosa che, in sei anni, a volte non � capitato - e non solo per l'inevitabile impossibilit� di spedire in edicola, ogni mese, 94 pagine superlative (le produzioni seriali, con l'alternanza degli autori, sono soggette ad alti e bassi fisiologici). Questo consuntivo sar� quindi l'occasione per fare un attimo il punto della situazione e lanciare una base per la discussione tra tutti gli appassionati. Le mie opinioni, naturalmente, saranno soggettive: come ci ricorda "Janine" (vedi la posta del n.70), "ognuno � sempre libero di fare e agire come pi� gli aggrada". Tradotto: de gustibus...

Gli autori. Qualsiasi considerazione su Nathan Never non pu� non partire dagli autori, nella fattispecie da chi si occupa dei testi. Ora, non me ne vogliano gli autori "occasionali" (i vari Piani, Ostini, Lisiero e Cordone eccetera), ma gli AUTORI per antonomasia, quelli che hanno costruito il personaggio Nathan ed il mondo nel quale agisce, sono loro: i TRE SARDI.

Che dire di Medda, Serra e Vigna? Sicuramente che, IN BLOCCO, vanno elogiati per questo sforzo titanico. La complessit� e la documentazione sulle quali il mondo di Nathan Never � stato costruito basterebbero da sole a farli considerare autori eccellenti. Qualche episodio, forse, non � stato eccelso, ma il lavoro di base � stato eccezionale: certo, erano tempi diversi, ma quanta differenza nella documentazione certosina messa a punto dai tre sardi con le "libert�" che si prendevano, tanto per citare solo due nomi, Gianluigi Bonelli e suo figlio "Nolitta" nello sceneggiare Tex e Zagor! (Armi che all'epoca non esistevano e altri anacronismi di vario genere, particolari che non combaciavano nella "continuity" dei personaggi - per Tex la guerra di secessione dev'essere durata interi decenni..) Qualcuno potr� obiettare che, a volte, anche i tre sardi sono incappati in qualche svista, ma la cura con il quale � stata preparata tutta la serie mi bastano per - parentesi "janinesca" - ringraziarli di esistere.

Con gli anni - e gli episodi - i tre sardi hanno accentuato la loro "diversit�". Serra si � lanciato nel gigantesco affresco che Giovanni Gentili, con un termine azzeccatissimo, ha definito "un'interessante e complessa storia del mondo": una storia di cui parler� in seguito (cfr. "I massimi sistemi") nella quale "tutto si tiene" e che lega il destino di Nathan e di certi personaggi (solo due esempi: gli uomini ombra e i tecnodroidi) al futuro stesso della Terra. Purtroppo il buon Serra - e questa � una delle critiche pi� "comuni" che gli sono state mosse, critica con la quale concordo - � un po' troppo "antitecnologico" e "giapponese"... ma non si pu� avere tutto dalla vita!

Medda, da parte sua, ha dato e sta dando il massimo con storie pi� intimiste e "minimaliste", nelle quali l'aspetto fantascientifico resta a volte in secondo piano: sono storie che il pubblico mostra di apprezzare moltissimo, che vanno da episodi "classici" come "Gli occhi di uno sconosciuto""Il sogno della farfalla".

Vigna, per finire, si � orientato verso storie nelle quali predomina l'aspetto "flashback", storie che sono servite soprattutto a "riempire" le caselle vuote nella biografia di Nathan Never e del suo mondo (vedi ad esempio gli almanacchi 1995-1997) pur intersecandosi con il presente. Vigna � inoltre l'autore di diversi episodi che rimandavano pi� o meno esplicitamente ad alcuni classici della letteratura (tre esempi: "Inferno", "Delirio" e "Cuore di tenebra"), episodi forse talvolta "ostici" ma comunque molto interessanti. Tre autori "diversi", insomma, che hanno creato storie a loro volta diverse - pur se sempre coerenti con le "idee di base" alle quali tutti e tre hanno contribuito - ma quasi mai banali: ONORE AL MERITO.

I disegnatori. Un fumetto, si sa, � composto da testi e disegni. Ci� implica l'annosa questione di sempre: sono pi� importanti i testi o i disegni? Anni fa avevo letto, sulle pagine di Lanciostory, una valutazione "percentuale" nella quale si attribuiva il 51% ai testi e... il 51% ai disegni (non � un refuso), proprio a significare che - lapalissiano, ma vero - un ottimo testo � illeggibile se illustrato da disegni schifosi e un ottimo disegno � fine a s� stesso se il testo � penoso.

Detto tutto questo - e, naturalmente, dichiarandomi d'accordo con quanto ho appena riportato - devo per� ammettere che, DI NORMA, non do mai troppo peso al disegno: ovvero, se il testo � ottimo e il disegno � appena sufficiente, sono ugualmente molto soddisfatto. Il livello dei disegnatori di Nathan mi sembra perci� ottimo, perch� tutti sono abbondantemente al di sopra della sufficienza (tranne, ma � il solito parere personale, Catacchio, Rizzato e "l'ultimo" Mari): questa � anche l'opinione dei naviganti, a quanto pare, visto che nella Top Ten dei disegni sono presenti ben nove disegnatori.

Solo qualche annotazione qua e l�:
I primi "mitici" numeri. Spesso, leggendo gli interventi dei naviganti e le recensioni su Nathan Never, ho letto frasi che, personalmente, non mi sento di condividere: sono quelle che alludono, pi� o meno esplicitamente, alla "bellezza irraggiungibile" dei primi 20 numeri. Certo, non posso negare che quello sia stato un periodo "aureo" con molti ottimi episodi ("Gli occhi di uno sconosciuto" in primis, naturalmente), ma ritengo che sia doverosa una premessa: quei primi "mitici" numeri erano il frutto di anni di progetti, di rifacimenti, di limature.

Tutti sappiamo che, gi� nel 1989 (se non prima) i tre sardi stavano mettendo a punto il mondo di Nathan e, di conseguenza, le storie "d'esordio" nella quale la complessit� di questo mondo doveva essere esplicitata: � chiaro, quindi, che quegli episodi dovevano colpire con forza il lettore. Non dimentichiamoci inoltre che i bonelliani appassionati di fantascienza aspettavano da anni quel momento, quindi...

Proprio tenendo in conto questi aspetti, mi sembra eccessiva l'ondata di "nostalgia" di certi naviganti: primo, perch� dopo il n.20 ci sono comunque state ottime storie e non c'� assolutamente stato un calo "generalizzato"; secondo, perch� alcuni episodi un po' "di maniera" c'erano anche in quei famosi numeri (penso ad esempio a "Terrore sotto zero"); terzo, perch� � molto pi� semplice raggiungere l'apprezzamento entusiastico dei lettori che mantenerlo costantemente. Insomma, io non sono di quelli che pensano "una volta si stava meglio": Nathan Never, come tutti i personaggi seriali, potr� accusare qualche passaggio a vuoto, ma sono sicuro che in futuro ci dar� ancora brividi e sensazioni piacevoli come in occasione di alcuni di quei primi, "mitici" numeri.

I personaggi di contorno. Attorno al personaggio di Nathan Never hanno ruotato, sin dai primi numeri, alcuni personaggi di contorno molto interessanti che forse non sono stati sfruttati come meritavano. Sono d'accordo che Nathan deve comunque essere al centro dell'avventura e che non � proponibile un paragone con personaggi come Alan Ford, tanto per fare un esempio (spesso Alan Ford lascia quasi tutto lo spazio agli altri agenti del Gruppo TNT oppure ai vari "cattivi" - uno per tutti: Superciuk): al tempo stesso, per�, mi sembra che certi personaggi siano relegati a ruoli da macchietta, senza gli approfondimenti psicologici che, invece, i lettori gradirebbero.

Speravo quindi che Agenzia Alfa colmasse un po' questa lacuna, anche perch� erano state "promesse" avventure corali, con i vari agenti in azione... Come tutti sappiamo, non � andata cos� (e non sto qui a riaprire la discussione su "Agenzia Alfa": basta leggere le recensioni per "tastare" il malumore dei lettori): secondo me � stata veramente un'occasione sprecata, anche perch� dovremo accontentarci ancora - spero per poco - delle "comparsate" dei vari comprimari, ingabbiati nei loro ruoli e, magari, intenti a fare strage di cuori femminili... Passi il supereroe tenebroso che fa innamorare di s� tutte le donne che incontra ("certo che Nathan deve essere un personaggio ben strano se Hadija, di fronte ad un normale tentativo di attaccar bottone in pochi istanti di ascensore, si accorge della sua diversit�..." Marco Migliori, recensione del n.66), passi il playboy "sciupafemmine" - Havilland - ma che anche Sigmund diventi un vero e proprio rubacuori mi sembra veramente eccessivo!

I massimi sistemi. Esaurita questa panoramica sugli autori e sui personaggi, vorrei allargare il discorso ad alcune delle tematiche che ricorrono pi� frequentemente nelle recensioni e negli interventi dei naviganti, mettendo in risalto sia gli aspetti positivi che quelli negativi. Il primo di questi argomenti riguarda quelli che Giovanni Gentili, nella sua recensione al n.65, ha definito "i massimi sistemi": ovvero le storie riguardanti gli uomini ombra e i tecnodroidi (in parte anche Atlantide, ma in questo caso la storia sembra - e sottolineo "sembra" - gi� finita). Anche in questo caso vorrei far partire il discorso da Lanciostory. Chi conosce i giornali di quel tipo, sapr� che sono un "contenitore" all'interno del quale sono presenti personaggi seriali e fumetti "liberi", e il dibattito mai risolto �: meglio le serie o i "liberi"? (Lo stesso dibattito, anche se pi� contenuto, � d'attualit� per Zona X).

Trasponendo il discorso su Nathan Never, sono meglio i "massimi sistemi" o le storie da un albo e via? Io, quando leggevo Tex o Zagor, mi appassionavo tantissimo per le storie con i vari Mefisto, Yama, El Morisco, Hellingen, Fishleg eccetera e consideravo le altre "di seconda categoria", quindi anche per Nathan provo un po' le stesse sensazioni. Solo che, in questo caso, la storia che Serra ci sta elargendo a piccole dosi sta mettendo a dura prova la mia pazienza. Forse, alla fine (ma ci sar� mai una fine?), tutti i particolari disseminati qua e l� saranno pi� chiari ed assumeranno il loro pieno significato... ma non posso fare a meno di essere d'accordo con Giovanni Gentili: probabilmente a questa "saga" avrebbe fatto bene una pubblicazione a s� stante. Anche perch� vorrei proprio vederlo l'acquirente occasionale... Inoltre, con questi richiami continui ad altri episodi, si rendono necessari dei riassunti che, alla lunga, sono veramente stancanti (d'altronde, senza di quelli, il lettore occasionale ci capirebbe veramente poco...). Con tutto questo, ritengo che Serra abbia veramente compiuto un exploit e quindi si meriti i miei complimenti, anche se non amo molto i viaggi nel tempo e i paradossi che tali viaggi vengono a creare. Inoltre, non � molto credibile che, su un mondo con miliardi di abitanti, ci sia sempre di mezzo Nathan e che le malefatte ai suoi danni le compia sempre Skotos. Certo, questa accezione del "supereroe" attraverso le cui azioni passano i destini di tutta l'umanit� � un topos gi� sfruttato da moltissimi altri autori, per� avrei preferito un maggiore mimetismo.

Al tempo stesso devo riconoscere che, tornando sul discorso delle piccole dosi, nell'attesa tra un episodio e l'altro della saga il lettore si pone MOLTE domande (e qui cito solo alcune delle frasi presenti nelle recensioni e negli interventi su Nathan): perch� Ann-Dakkar � cos� giovane? Perch�, negli almanacchi, Nathan � vecchio? Come fa Susan Connery a riapparire e ad uccidere Nathan? Dov'� finito il resto del corpo di Selena (vedi il finale del primo speciale)? Come sono "nati" i nanoidi? E poi - questa la aggiungo io, perch� mi sembra che non se lo sia chiesto ancora nessuno - non sar� mica che � stato proprio Nathan Never a generare il primo tecnodroide (facendo l'amore con July Frain) e anche il primo Super Sapiens (facendo l'amore con Nusuth)?

Aver creato questa suspense � quindi un grande merito di Serra, perch� (come dice Nippur di Lagash a Gilgamesh, l'immortale): "la scarsit� migliora il gusto"!

La continuity. "Una serie moderna, con una continuity narrativa, cio� una storia che prosegue oltre le singole avventure, e con i personaggi che si evolvono nel corso della saga". Queste sono parole di Sergio Bonelli, tratte dall'introduzione al primo numero di Nathan Never, che preannunciavano gi� - sotto certi aspetti - i "massimi sistemi" dei quali ho appena parlato e anche i continui rimandi presenti nella serie, con i personaggi del passato e del presente che ritornano (e mi perdonerete se non cito nessuno: la lista sarebbe interminabile).

Tutto "bene", insomma, per un lettore come me ai quali piacevano Mefisto, Hellingen e compagnia. Peccato, per�, che la continuity si sia scontrata talvolta con i ritardi nella pubblicazione delle varie storie... Se programmi una sequenza (memorabile quella segnalata nella posta nel n.9: Rinaldi doveva apparire nel n.14 - poi � arrivato nel n.22 - e veniva annunciato un episodio disegnato da Atzori che dovrebbe arrivare tra poco..) rischi inevitabilmente, per problemi redazionali che si traducono in genere nel ritardo dei disegnatori a completare la storia (ed � per questo che apprezzo i disegnatori "alla Casini"), di dover apportare delle modifiche non sempre puntuali. Tanto per citare ancora una volta Giovanni Gentili, "non si possono porre dei vincoli di cuore ai personaggi di una serie (immersa nella continuity, NDG - G sta per Gremignai) perch� fanno comodo in una storia e poi dimenticarsene bellamente". Il problema � che, magari, la storia non doveva uscire in quel momento e, quindi, sono state dimenticate quelle piccole modifiche nei dialoghi che avrebbero reso la situazione maggiormente rispettosa della suddetta continuity (un esempio l'ho fornito nel mio intervento "Agenzia Alfa che delusione", a proposito dell'innamoramento repentino di Jack).

La datazione del futuro. Legato al discorso della continuity c'� anche quello della datazione del futuro (premessa: l'idea del "salto indietro", dal 1 gennaio 2024 al 1 gennaio 1946, mi � sembrata un po' demenziale...). Citiamo ancora una volta una posta, quella del n.13: "In che citt� e in che anno si svolge Nathan Never? [...] La citt� non ha nome (NDG: ma sembra tanto New York, naturalmente) e non conosciamo l'anno [...] soprattutto perch� [...] la realt� supera spesso la fantasia e se [gli autori] decidessero una data, il futuro in quel momento sarebbe sicuramente diverso da come loro lo hanno descritto".

Okay, potevo essere d'accordo: con il n.50, l'Almanacco 1995 e la cronologia allegata allo speciale n.5, gli autori hanno per� cambiato idea... Secondo me non � stata una grande pensata: in questa maniera si sono esposti a considerazioni e critiche giustissime (ne cito solo una, del solito Gentili - recensione del n.68: "da oggi al 2024 [...] Medda prevede che saremo in grado di costruire astronavi come la Exeter" eccetera). Dando la parola a "Janine" (posta del n.62), la "colpa" sarebbe stata dei lettori, che hanno richiesto a gran voce di "inquadrare" cronologicamente le avventure di Nathan. Ne siamo sicuri? Per la storia dei "massimi sistemi", mi sa invece che la datazione, prima o poi, sarebbe venuta fuori. Ad ogni modo, gi� che c'erano, gli autori potevano benissimo far avvenire la catastrofe nel 2050 - io, se sar� ancora vivo, avr� 85 anni, e non so se Nathan Never sar� ancora pubblicato... - ed evitare quel famoso "salto indietro". Ad incasinare gli avvenimenti futuri sarebbero bastati Jorge Domeq (con conseguente distruzione degli archivi cartacei), le mutazioni di vario tipo, la catastrofe stessa... senza aggiungere le doppie date!

Le citazioni. TUTTI i fumetti di Bonelli hanno sempre fatto ricorso, pi� o meno massicciamente, a citazioni pi� o meno inconsce. Questo, secondo me, dev'essere il punto di partenza di qualsiasi dibattito su chi apprezza e chi disprezza l'uso delle citazioni - di qualsiasi genere esse siano. Volete un esempio spicciolo? Guardate l'illustrazione nella posta di Zagor n.377 ("Agente speciale"): il folle scienziato Virus � un prototipo preciso di Hellingen!

Battute a parte, forse che il personaggio stesso di Zagor non � una citazione "tarzanesca" (con le famose liane nel Nord America...)? Oppure Molok non � una copia del mostro di Frankenstein? Vero � che, soprattutto con Dylan Dog, le citazioni hanno cominciato ad esagerare un pochino: anche qui la "colpa", talvolta, � stata data ai lettori, che le chiederebbero (almeno, alcuni di loro) a gran voce - un solo esempio: rileggetevi la posta del n.80 di Dylan Dog, "Il cervello di Killex"... D'altronde, non � forse vero che "se rubi a un autore, � plagio: se rubi a molti � ricerca"? (Motto di Wilson Mizner, da "Le leggi di Murphy").

Dove voglio arrivare con tutto questo preambolo? Che a me troppe citazioni non piacciono pi� di tanto... Ma, per fortuna - cos� mi godo di pi� Nathan Never - il mio lavoro non mi lascia mai troppo tempo per altre letture: quindi, a parte quasi tutto Asimov (e anche Clifford D. Simak, il mio autore preferito), non conosco granch� gli autori "storici" di fantascienza e, meno che mai, i "nuovi". So che, con questa mia affermazione, far� storcere il naso a molti degli amanti della science fiction, ma tutto sommato - ripeto - il particolare � anche positivo, proprio perch� in questa maniera non so quasi mai se gli autori di Nathan Never stanno citando qualcosa o no... e quindi penso (quasi sempre) che siano molto bravi ed originali!!

Peccato che, poi, ci siano le recensioni e gli interventi sempre puntuali su uBC ad "aprirmi gli occhi"... Sottoscrivo infatti in pieno le affermazioni di Giorgio Loi ("Tex vs. Nathan Never"): � troppo semplice appigliarsi a scuse del tipo "tutto � stato gi� scritto", "nessuno � veramente originale" eccetera. E poi, anche se non ci fosse uBC, ogni tanto vado al cinema: ultimamente � stata la volta di "Nirvana", e non mi � piaciuto granch� sorprendermi a pensare "Certe situazioni le ho gi� ritrovate su Nathan Never... Ergo, siccome non credo che Salvatores abbia copiato i tre sardi (o viceversa), qual � la fonte comune che entrambi hanno citato?" Auspico quindi, in futuro, qualche citazione in meno e qualche idea "originale" in pi�.

L'aspetto scientifico. Ho riletto velocemente le recensioni degli ultimi numeri usciti: non ce n'� una, DICO UNA, nelle quali non ci sia qualche giustissima osservazione su sviste di questo tipo compiute dagli autori. Senza riaprire l'ennesimo dibattito (Nathan dev'essere pi� "documentato" oppure va bene anche con le "sviste scientifiche"?), mi pongo una domanda da profano - i miei studi sono sempre stati esclusivamente letterari: perch� non avvalersi della consulenza d'uno staff che comprenda un informatico, un ingegnere, un chimico eccetera?

Anzi, facciamo a meno dello staff: perch� non essere, talvolta, un pochino pi� vaghi in modo da sbagliare di meno? Il lettore documentato storcerebbe un po' il naso, ma sarebbe sempre meglio - per come la vedo io - che esporre il fianco continuamente alle critiche. Citando nuovamente Gentili, un campo di energia (di startrekkiana memoria) � quanto di pi� vago ci possa essere, ma lascia il campo a maggiori possibilit� rispetto ad un campo magnetico, che invece � molto pi� concreto: certe cose le fa, ma certe altre non pu� assolutamente farle!

Per il lettore ignorante in materia - come lo sono io e sicuramente molti altri - una maggiore "genericit�" non cambierebbe niente nella lettura della storia... Ma cambierebbe moltissimo nella lettura delle recensioni!

Il cyberspazio. Qui non ho bisogno di essere documentato - d'altronde, c'� forse qualcuno che riuscirebbe VERAMENTE a spiegare come funziona il cyberspazio? - e mi sento tranquillamente in grado di fare la mia affermazione: il cyberspazio non mi piace! Certo, la colpa � probabilmente della famosa programmazione non rispettata (cfr. "La continuity"), ma due numeri consecutivi - e, tra l'altro, poco riusciti - sul cyberspazio mi sono sembrati veramente eccessivi. Naturalmente sto parlando del famigerato "Cacciatori di virus" (non so se la madre di tutti i virus � stata sconfitta, ma � sicuramente diventata la madre di tutte le critiche... ;-) e del numero seguente, "Istinto primordiale". Insomma, cos'� 'sto cyberspazio? Perch� ogni volta c'� un nuovo sistema per entrarci? E perch� un lettore "normale", che non conosce a menadito Gibson, deve sempre sentirsi a disagio?

In parte legato a questo argomento - e in parte all'aspetto scientifico - c'� l'onnipotenza di Sigmund nei confronti delle macchine, di qualsiasi tipo esse siano: certe volte mi sono sembrate veramente troppo semplicistiche le soluzioni trovate dal pur geniale polacco (un esempio per tutti: il BVRM ha un braccio danneggiato, che si fa? Con un cacciavite o poco pi� gli monto il braccio di Orloff...), anche perch� poi i rari casi nei quali Sigmund fa cilecca (sto parlando, appunto, di "Cacciatori di virus") fanno ancora pi� notizia e risultano poco credibili.

La posta. Chi ha avuto la pazienza di resistere finora star� pensando: "Certo che, anche se si definisce un ammiratore sfegatato di Nathan Never, 'sto Gremignai non ha lesinato le critiche..." Meglio, quindi, che non esprima cosa penso della posta di "Janine"! Evitando qualsiasi polemica, spero solo di vedere la posta "confinata" nella seconda di copertina, come (per fortuna) sta succedendo sempre pi� spesso: in questo modo, a pagina 4 potrebbero continuare ad alternarsi le schede dei disegnatori (alle quali aggiungerei quelle di soggettisti e sceneggiatori), il riassunto della puntata precedente in caso di seconda parte d'una storia, gli interventi degli autori sulla genesi dell'episodio (come � successo con Medda nel n.72) oppure le altre rubriche, troppo spesso latitanti (e nel "Mondo di Nathan Never" o nel "City News" potrebbero essere spiegati certi particolari anche "scientifici" che appariranno nell'episodio).

Le conclusioni. Conclusioni vere e proprie - l'ultima parola su Nathan Never, per intendersi - non ce ne sono, n� potrebbero esserci proprio a causa del continuo evolversi delle storie e dei continui rimandi. Chiuder� quindi con la constatazione che, COMUNQUE, questi sei anni di letture sono stati molto interessanti, perci�... aspetto con fiducia i nuovi numeri di Nathan Never, di qualsiasi tipo essi siano, per godermi ancora la lettura che preferisco. Con la speranza che le recensioni e gli interventi dei naviganti trovino un po' pi� ascolto tra gli autori, in modo che eventuali difetti possano essere limati e ci sia una vera e propria interazione tra autori e lettori. D'altronde, non � certo Internet la madre di tutte le disgrazie dell'umanit�, anzi!

Un cordiale saluto a chi ha avuto la pazienza di sopportarmi finora, e a mia moglie Barbara che, invece, deve sopportare tutti i giorni il BVLM (Buon Vecchio Logorroico Marco).

P.S. Ora che ci ripenso, un modo per concludere degnamente l'articolo c'�:
BUON COMPLEANNO, NATHAN!


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