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" Un omicidio per Andy Havilland"

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Andy conosce Foxy Bon Bon appena prima che venga assassinata. Andy � un duro, ma...

Anche i duri piangono
recensione di Marco Migliori



TESTI
Sog. e Sce. Stefano Piani    

Michele Medda ci presentava il suo Andy sul n.32 "Dirty Boulevard" come un personaggio politicamente scorretto. Razzista, ironico verso Nathan, sempre con il sesso in testa. Agli occhi di Nathan appare come il collega pi� sgradevole. Agli occhi del lettore, come un personaggio "vero". Pur nella sua esagerazione infatti, il carattere di Andy si contrappone felicemente ai tanti agenti Alfa dal cuore d'oro. Andy � un gran bastardo e se ne vanta. Gi� nel n.32 uccide colui a cui dava la caccia anche se disarmato. Nel n.60, a firma Antonio Serra, concede la replica assassinando addirittura la donna che era stata sua amante poco prima.

Con questi precedenti � evidente che il personaggio � scomodo. Piani realizza cos� una storia - come con May nel n.11 di Legs - incentrata su di lui. Un nero pi� che un giallo. Una storia cupa, in cui l'autore vuole esplorare il carattere di Andy, per evolvere il personaggio scrivendo una storia con la morale (e di queste non sentiamo la mancanza).

E la morale della storia sta tutta nelle ultime due tavole. Quando Foxy fa la sua ultima apparizione, lasciandolo solo. Solo con i suoi pensieri, Andy per la prima volta la chiama non Foxy, ma Maria (pag.189). Solo alla fine, e paradossalmente da "fantasma", Maria diventa quindi per Andy una donna vera. Una donna da rimpiangere, a giudicare dal pensiero di Andy a pag.102: "Esistono delle donne, come Foxy, che sono nate per rendere felice un uomo..". Il pensiero di un pazzo? No, il pensiero di Andy Havilland come lo conosciamo. Un personaggio che con il finale moraleggiante viene umanizzato, ma perde anche la propria "verginit�" di cattivo dalla parte dei buoni.

Resta da notare come sia apprezzabile l'idea dell'indagine che per una volta segue una falsa pista con i soliti militari. Sarebbe stata ancora pi� apprezzabile, se non fosse stato di nuovo in ballo il destino del mondo. O quantomeno della "nostra" privacy.

I dialoghi sono apprezzabili, anche se si nota la difficolt� di maneggiare un personaggio come Andy. I vari personaggi sono generalmente ben caratterizzati. Bene il Generale, con il suo senso dell'onore che giunge in ritardo. Male Fat Crow, che sembra un mafiosa da burletta, e svolge quasi un ruolo ironico, che toglie credibilit� alle sue scene.



DISEGNI
Francesco Bastianoni    

(27k)
Andy Havilland
disegni di F.Bastianoni (c) 1999 SBE
   
Il disegno di Bastianoni sembra in caduta libera rispetto ai primi lavori su Nathan. Anche rispetto al suo primo lavoro sul n.17 "Sopravvivenza zero".

Quello che non convince sono soprattutto le fisionomie, i volti. Il tratto sembra spesso incerto, e anche se il disegno resta sempre leggibile, se ne ricava alla fine una sensazione di qualcosa che manca. Forse in effetti, i testi di Piani avrebbero tratto maggior vantaggio da un altro disegnatore (o da un altro Francesco Bastianoni).

Per contro la leggibilit� (che � comunque un prerequisito assoluto degli albi bonelliani e molto di rado non soddisfatto), c'�. Anche quando insiste sul nero o sulla pioggia, per enfatizzare il lato cupo della storia. Di apprezzabile c'� anche qualche vignetta, come il primo piano dal basso del Generale di pag.175. O pag.167 con la bella scena notturna dell'attacco alla caserma. Anche le ambientazioni non sono disprezzabili, ma per le ragioni di prima, restiamo complessivamente non soddisfatti da questi disegni.



GLOBALE
 

Si sentiva la mancanza di una storia su Andy. Un personaggio che di apparizione in apparizione, ci sembrava a volte indeciso tra la macchietta e il ruolo da "gran figlio di p.." contrapposto al buonista Nathan. E mentre Nathan, con il gigante n.4 sembra finalmente scuotersi dall'attacco di buonismo galoppante, il carattere di Andy viene qui "smussato". Tolto cio� dal ruolo di spalla stronza di Nathan, con le sue paranoie.

Certo, Andy continua a odiare i mutati e a urtarsi con Branko. E pure continua a non fare nulla per farsi benvolere dai colleghi (Reiser a pag.127). Ma realizzando una intera storia su di lui, non poteva restare la caratterizzazione "esagerata", fattane in precedenza, perfetta per il ruolo di spalla.

In questa che, pur non eccezionale, � la migliore delle tre storie presentate su Agenzia Alfa n.4, abbiamo alla fine un Andy pi� umano. Se � un bene o un male, � presto per dirlo. Di certo, non si sente la mancanza di un altro personaggio buonista, e quindi auspichiamo che sulla serie regolare persista il solito Andy. Stronzo, ma "vero".
 

 


 
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