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Esclusi i Tecnodroidi e i vari annessi e connessi, derivati e derivanti, se volete una storia
dove sono presenti praticamente tutti gli altri filoni narrativi, fin dai primi numeri della serie,
eccovelo qua! Da sinistra a destra e dall'alto in basso: Odaka, i Dinosauri, la saga di Atlantide, i
Venerabili e la saga Alfa con il misterioso Mister Alfa...
Il richiamo del Tempo che Fu
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Ormai abituati a leggere saghe, con questa avventura in due parti si conclude - pare - quella riguardante il piano di Odaka e del mondo preistorico che sognava. Naturalmente per il ritorno di questo Mad Doctor non bastava riproporre il periodo giurassico (e non solo) con i suoi animali ma addirittura vengono scomodati i Venerabili e le loro origini, insieme ad altri elementi che stracolmano dal calderone. Riguardo ai due albi in cui si divide la storia, si potrebbe pensare che l'unica cosa che li accomuna sia la letterista!
Così abbiamo un numero - il 115 - che presenta gli antefatti e inizia a malapena ad addentrarsi nel nucleo della vicenda, incidendo sul ritmo e dando un risultato di lentezza. Ma si sofferma sui personaggi che animano l'azione riportando, in maniera anche molto interessante e soddisfacente, i loro stati d'animo.
Lentamente questo approfondimento del carattere viene meno e... ...salta fuori Branko! L'agente mutato prende campo lentamente, la sua voce si fa più presente nei dialoghi fino a trasformarlo protagonista per alcune pagine. E qui scatta l'attenzione dello sceneggiatore - Riccardo Secchi - nei suoi confronti, tanto da farlo somigliare in più punti a colui che ha il nome sulla copertina, conferendogli il potere delle didascalie! Anche il pensiero di Branko viene pubblicizzato nella sua sfera più intima e la differenza con Nathan, stilisticamente parlando, vien meno. Addirittura la sua mascolinità diminuisce a scapito di un aspetto femmineo. Quasi lo sentiamo scusarsi per aver svegliato Ran ed essere stato ferito da lei, la accudisce dopo l'attacco del dinosauro, riflette sulle peculiarità della donna belva; poi crolla durante lo scontro fisico con un venerabile, in preda a turbe della sua giovinezza, e filosofeggia pensando ad eventi passati e sul concetto di mostro e di diverso. Nulla di più giusto se non che questo copione assomiglia troppo a quelli interpretati da Nathan! Ma forse tutto ciò rientra in quella mutazione d'animo, una sorta di stordimento, che colpisce chi è preda della passione amorosa, nel merito l'attrazione quasi animale - corretta - tra Branko e Ran. Tutto e solo questo per il primo albo di 94 pagine.
Il numero seguente - il 116 - stacca con un intermezzo introdotto come divertissment dall'autore,
Stefano Vietti, e riprende la trama dall'arrivo della squadra Alfa nella zona
infestata da Odaka. La consapevolezza della mano di questo sceneggiatore negli albi direttamente
collegati (64/65, 91,
97/98 e 107) fa ben intendere che sua
sia la mano che muove le fila.
Ma ciò che non torna è il personaggio di Odaka: da quel villain che era, da quella figura di scienziato pazzo che rappresentava, ne esce un misero ricercatore universitario che ha sbagliato i calcoli e si scusa con i presenti. Analogia sopra le righe per indicare quanto il suo carattere sia stato snaturato. Il finale dell'albo espone considerazioni tra Nathan e Branko sul Tempo (non atmosferico ma la differenza è poca), sulle possibili linee temporali e sulle dimensioni alternative già sentite in 100 e in Gigante 3.
Ma Nathan e Hadija? Branko e Ran?
Tutti gli esempi riportati hanno solo lo scopo di far da verifica a quanto scritto all'inizio di questa recensione: le parti non hanno comunicato tra loro per avere un tutto fluido e concorde. ![]() ![]() ![]()
Il giudizio è lo stesso e non si discosta molto.
Dispiace non notare nessun miglioramento nella padronanza delle espressioni - stavolta Branko si salva -
e anche nelle proporzioni e nelle pose dei personaggi. Ancora una volta le immagini non risultano di chiara
lettura e più di una tavola non contiene una buona ponderazione tra pieni e vuoti, tra chiari e scuri.
Talvolta i fondali e gli scenari riacquistano un certo tono ma l'occhio si sofferma poco su di essi per
preferire gli attanti e soprattutto il loro viso.
Diversa è la mano di Giancarlo Olivares, abilissimo nell'uso dei retini e nel creare gradevoli effetti grafici.
Il tratto si discosta notevolmente dal precedente disegnatore e si rivela più pulito e più studiato nell'inserimento o meno di elementi di contorno. Un Olivares al di sotto delle sue possibilità.
La stessa nota avanzata nella critica al testo viene riportata pure ai disegni: incomunicabilità.
Un esempio per tutti è l'interpretazione che i due disegnatori danno di Nathan e - giusto per introdurre
nuovi elementi che sarebbero dovuti nascere d'accordo tra i due - i personaggi di Elak e Asha che sono
irriconoscibili tra i due albi.
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Anche le copertine sembra abbiano partecipato a quel dualismo sviluppato all'interno degli albi. Mentre la prima privilegia l'oggetto della trama - i dinosauri - relegando il protagonista ad un angolino e di spalle, la seconda lo vede in primo piano e centrale fra due locazioni temporali che hanno un ruolo molto marginale alla vicenda e il cui unico scopo è spiazzare il lettore che se la trova di fronte. Nel complesso il bilancio è negativo: troppa distanza tra i due albi, nei testi come nei disegni che si sposano dando un risultato che non fa credere che uno sia il seguito dell'altro. La divisione è netta e marcata. Rimane solo stupore nel poter notare la mancanza di una supervisione super partes che finalizzi verso un prodotto omogeneo una storia con grandi aspettative, soprattutto per il ritorno di Odaka.
Vedi anche la scheda della storia.
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