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Sog. e
Sce. Stefano Vietti
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Ci siamo, ancora un mese e vedremo quali cambiamenti ci hanno riservato
gli sceneggiatori di Nathan Never, per il futuro della serie.
Intanto abbiamo letto un altro fill-in, una storia riempitivo,
che ha un minimo di continuit� per la presenza dell'agente Nyda
Maverick e per le pagine finali, ancora introduttive alla minisaga
che partir� dal prossimo numero: una storia comunque che pu� essere letta,
nella sua globalit�, indipendentemente dal conoscere aspetti della vita
dell'agente Alfa.
Nathan � chiamato ad aiutare una collega del Dipartimento di Giustizia,
che deve proteggere un magistrato, prossimo (mancano due giorni) ad un
processo contro un importante boss. La storia si snoda su due binari
paralleli: la fuga, richiamata nel titolo, di Nathan e soci dai cattivi,
che non sono altro che i killer assoldati dal boss; gli aspetti di vita
carceraria del boss Huy Graven, compresa la sua fine.
C'� ritmo in questa avventura, anche se talvolta, soprattutto nella parte
iniziale, qualche dialogo rallenta lo svolgimento, con battute che
sottolineano ci� che gi� il disegno mostra. Un po' labili paiono le
spiegazioni che il magistrato da a Nathan relativamente al suo modo
di agire, che probabilmente pu� essere interpretato come stato d'animo
confusionale del magistrato stesso e che sar� chiaro al termine dell'avventura.
Un altro aspetto che colpisce � la straordinaria capacit� riempitiva della cintura di Nathan, capace di estrarre da essa diversi oggetti (pag.29 e pag.56) utili al momento X.
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Massimiliano Bertolini
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Ci� che colpisce nei disegni di Bertolini sono i volti ed alcune
pose: plastiche, da fotoromanzo, ma che tolgono umanit� alla persona ed
ai suoi sentimenti, provi della situazione in cui � calata.
Sono disegni, quelli cui ho accennato, che colpiscono per la mancanza
di pathos: sembra che il disegnatore si sia soffermato sull'aspetto
esteriore senza pensare ai sentimenti, ai pensieri, della persona che sta
disegnando.
Forse perch� nel disegnare certi volti ha preso come modello altri disegnatori,
si nota talvolta anche una certa disomogeneit� nei visi, soprattutto in quello
di Nathan,il cui ciuffo � veramente ribelle (pag.91, vignetta 5; pag.94, vignetta 5)
A questo difetto si accompagnano scenari naturali ben rappresentati, anche se talvolta
sembrano tirati via, prospettive sbagliate, scorci della citt� realizzati
con il computer, scene di gruppo vissute in maniera sempre statica.
Lo stile americaneggiante dei disegni toglie complessivamente un po'
di scorrevolezza alla lettura della storia.
Un storia polizesca nel futuro con un magistrato in fuga,
lo stesso magistrato che Nathan si era trovato a difendere
anni prima: niente di nuovo quindi, ma la storia � comunque gradevole.
Interessanti sono gli aspetti di vita carceraria presentati, dove basta
un poco affinch� qualcuno cambi idea e al posto di un potente ne
subentri un altro. Altrettanto interessanti, perch� reali, sono i
tormenti del magistrato che alla fine decide di farsi giustizia da
solo, eliminando fisicamente il suo problema.
Sempre ad ottimi livelli le copertine di De Angelis.
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