La Legs debole

Legs alle prese con i suoi drammi interiori
Recensione di  |   | nathannever/

La Legs debole
Nathan Never 291

Scheda IT-NN-291

"Le prime radici" è un albo drammatico dedicato a Legs.
O almeno questo è quello che si intuisce dall'intensa copertina di Sergio Giardo, con Legs disperata in primo piano e Nathan che esce (?) dalla stanza, anche lui affranto. Che sia la fine della loro amicizia? Muore qualcuno, come ormai le serie tv ci hanno abituato? Sicuramente c’entra un ospedale, visto che già nella prima tavola Legs rifiuta una chiamata dal St.Peter Hospital, e subito dopo, molto nervosa, reagisce con profondo fastidio alle direttive imposte da Nathan in una missione di pochissimo conto. Il "fottiti" con cui ribatte tra i denti agli ordini è forse una delle imprecazioni più realistiche mai lette in una serie Bonelli.

L’albo prosegue mostrando una Legs sostanzialmente sola, rabbiosa e e piena di dubbi: il motivo, che finalmente emerge, è che il padre sta morendo. Un filone narrativo effettivamente mai esplorato, che viene affrontato da uno sceneggiatore indubbiamente capace ma all’esordio con un personaggio spinoso come Rebecca "Legs" Weaver. Né Antonio SerraLuca EnochAlberto Ostini (i principali autori di Legs) hanno infatti mai approfondito il perché i signori Weaver siano sempre stati dipinti come crudeli ed incapaci di amare la loro unica figlia: ne "La regina bianca" (speciale n.1 della serie "Legs Weaver", del 1996) emerge che non corrono buoni rapporti tra genitori e figlia, mentre diverse tavole de "Gli amori difficili" (n.51 della serie "Legs Weaver", del 2000) vengono riprese pari-pari per spiegare una coppia ormai scoppiata che però vive sotto lo stesso tetto.

Quel che in pratica sappiamo di Legs è che non ha un buon rapporto con i genitori, che non si sa se siano vivi o morti, che da Rebecca è diventata Legs per colpa del complotto ordito da Corinne Lawrence e soprattutto grazie all’aiuto di Alexej Ivanov, conosciuto in carcere, che da piccola era dislessica, dismetrica, impacciata, timida e facilmente influenzabile.

Fino ad oggi questa corazza è stata usata come punto di forza, una leva per raccontare Legs come donna solida che ha saputo reagire ad una vita aspra.

Fino ad oggi.

Oggi, nel 2015, Riccardo Secchi approfondisce questo scenario, cercando di restare in equilibrio sulla traccia già scritta da altri quasi vent’anni fa, e ormai ben digerita dei lettori storici del personaggio. La vera questione, quindi, è proprio se i lettori storici sapranno capire ed accettare la visione sfaccettata che Secchi propone. La sua Legs riflette sul rapporto avuto con i suoi genitori e con un nuovo mentore, Simon, mai citato prima: forse un po’ troppo simile ad Alexej (non passa certo inosservato che entrambi sono impossibilitati a camminare), Simon forgia la giovanissima Legs e cerca di aiutarla a superare il suo difetto più grande. La debolezza.

"Legs debole??? Nooo!" Già vedo orde di fan protestare furiosamente...
"Legs è tosta! Legs è dura! Legs affronta di petto le sfide!"

Certamente. E secondo Simon/Secchi, lo fa perché è una debole avvolta da una corazza di finta durezza, in attesa di chi sappia davvero vedere dietro il muro. Lo è sempre stata, e neppure il cinismo derivato dal carcere ha cancellato completamente questa pecca: la differenza però è nel modo in cui questa doppia pelle è stata usata dagli autori. Fino ad oggi questa corazza è stata usata come punto di forza, una leva per raccontare Legs come donna solida che ha saputo reagire ad una vita aspra, e che solo pochissimi a lei cari (May, Janet, Nathan) hanno saputo conoscere davvero.

Ora però Secchi cambia leggermente prospettiva: l’aggettivo "debole" è una novità per Legs, e pare inadatto al personaggio e al suo vissuto. Leggendo però a fondo l’albo, e tra le righe di ogni scambio di battute, emerge un nuovo, significativo, punto di vista: Legs era da giovane, ed è rimasta, una debole incapace di vivere il rifiuto attraverso la riflessione, ma solo con la rabbia e l’irrequietezza. L’albo presenta due o tre momenti di "rifiuto", estremamente reali e "normali", in cui Legs è palesemente non a suo agio: quando le scelte o gli impegni di altri professionisti (Nathan, il dottor Herschefeld, sua madre) comportano un "no" verso di lei, la reazione è adolescenziale, immatura, a tratti sciocca.

La versione che Secchi dà di Legs è proprio quella di una ragazzina che se la prende se gli altri non fanno quello che dice lei, che si adombra in "pare mentali" da liceale perché mamma non la bada. Debole e insicura, bambinesca. Incoerente col quadro già dipinto da altri? Tutt’altro, anzi molto puntuale nel dare una chiave di lettura ancora più profonda ad un personaggio che ha avuto fin troppi approcci alla sua vita (editoriale).

L'albo è un percorso ad ostacoli attraverso diversi "no": la storia inizia con uno scambio di vedute abbastanza teso tra Nathan e Legs su come approcciare ad alcuni sequestratori e ai relativi ostaggi. Mentre Nathan vuole mediare, Legs vorrebbe entrare armi in pugno: Nathan, capo della missione, impone a Legs di obbedire, e il risultato è il "fottiti" citato inizialmente. Nulla di grave, uno scambio di vedute tra due professionisti che però Legs vive in parte a livello personale. Poco dopo, ci sono un altro paio di scambi simili: il dottor Herschefeld si rifiuta di incontrarla appena lei lo chiama, perchè (giustamente) ha altri pazienti da accogliere... ovviamente per Legs questa cosa non è concepibile, perchè lei aveva bisogno di lui immediatamente. La stessa scenetta accade qualche tavola dopo, sempre con Herschefeld che tronca una seduta in modo apparentemente molto brusco, perchè ha un altro appuntamento, e poi non si fa trovare perchè è ad un convegno. O il dottor Herschefeld è un pessimo psicologo, oppure è Legs che reagisce decisamente male ad ogni intoppo.

In un sogno, preludio all'incontro col padre, Legs immagina di trovarlo morente ma in lacrime perchè finalmente può chiedere perdono alla sua amata figlia: perdono di cosa, è sempre tutto nella testa di Legs, da sempre convinta di essere stata "maltrattata" dai suoi genitori, per cui l'ultimo incontro (nei suoi desideri) non può che essere l'espiazione del padre. Salvo poi scontrarsi con una realtà ben diversa: il padre è già morto, per cui nessuna scusa in punto di morte. Ormai Legs è interiormente spezzata, ma forse inizia a capire che il padre non era poi così malvagio come se lo ricordava (sia grazie alle sedute con Herschefeld, sia grazie al ritaglio di giornale che parla di lei ritrovato tra le poche cose del padre).

Il "colpo di grazia" è l'incontro con la madre, dove è palese che forse tutto questo dramma è solo una proiezione che Legs si trascina dietro sin da quando era bambina. E davanti all'ennesimo rifiuto "normale" (la madre ha un appuntamento di lavoro già fissato, per cui deve interrompere la visita a sopresa della figlia) Legs è mortificata, ma non più rabbiosa: prende atto, come fa (dovrebbe fare) ogni adulto.

L'albo quindi si conclude come era iniziato, ma con una sostanziale differenza: nuovo scambio di vedute tra Nathan e Legs su come affrontare un sequestratore appollaiato ad una finestra, con Nathan che vuole mediare e Legs che... non chiede, semplicemente si gira e spara al cornicione, facendo cadere sul materassone sequestratore ed ostaggio, risolvendo a suo modo la questione e poi chiedendo scusa, con l'occhiolino, a Nathan.

"Le prime radici" può quindi essere letto come l’albo della maturità di Legs, del passaggio da ragazza debole a donna consapevole.

Nelle ultime tavole dell'albo Secchi chiude virtualmente il cerchio della narrazione, facendo percorrere a Legs un cammino di analisi interiore e strizzando l'occhio non solo a Nathan ma anche al lettore: "la crisi è risolta, Legs è qui!".

"Le prime radici" può quindi essere letto come l’albo della maturità di Legs, del passaggio da ragazza debole a donna consapevole. Ed in quanto consapevole, anche capace di eseguire un’azione per lei "abituale" (sparare invece di mediare) sulla base di una motivazione "interiore" diversa dal passato: un eccellente escamotage di Secchi per non rinunciare, in futuro, alla vena chiassosa e violenta del personaggio.

Un plauso perciò al team di autori: Secchi molto abile sia nel toccare le corde giuste sia a dare un ritmo adeguato all’albo, Denna a suo agio nel tratteggiare la sofferenza interiore di Legs, e soprattutto a farla piangere probabilmente per la prima volta "da adulta". L’unico forse leggermente fuori fuoco è Giardo, che mette Nathan in una posa ambigua (entra? esce?) che poco si sposa col ruolo positivo dell’amico. In ogni caso, insieme sono stati capaci di rileggere ancora una volta un personaggio che conferma di avere mille volti ma una sola anima, una fenice capace di rinascere periodicamente dalle sue ceneri più forte di prima.

Mamma: "Sei una donna che si è affermata bene nel suo lavoro.. leggo di te ogni tanto, delle cose che fai.. e mi viene da dire che non ti abbiamo cresciuta poi così male..."
Legs: "Insomma, tutto questo dramma sarebbe solo una mia proiezione.."


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