Scorrete lacrime! Disse il poliziotto Nathan

very pathos in Nathan Never
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Scorrete lacrime! Disse il poliziotto Nathan
Nathan Never 216-217 "Bambina scomparsa, La"

Scorrete lacrime! Disse il poliziotto Nathan

Schiacciando il piede sul pedale dell’acceleratore

Schiacciando il piede sul pedale dell’acceleratore a tavoletta. Così Luigi Simeoni - "Sime" - ha scritto questa storia doppia di Nathan Never: schiacciando il piede sul pedale dell’acceleratore delle emozioni. A tavoletta. Si piange assai con questa storia (be’, a non essere proprio aridi e avendo mantenuto quello spirito che ti fa leggere i fumetti per la capacità che hanno di emozionare). Il buon Sime non risparmia artificio alcuno per spremere lacrime al lettore e immergerlo in un brodo di sentimenti robustissimi che lo circondano, lo inondano di odii violenti, invidie parossistiche, amori tenerissimi; lo impregnano di questo e altro. Nessuna risorsa del ferreo armamentario del narrare strappalacrime è inutilizzata: la madre in pena, angosciata, disperata; la bambina sognatrice e delicata in pericolo - e malata; cattivi assortiti mossi da interessi sordidi o moti furibondi dell’anima, temprati al fuoco di emozioni ancestrali e primeve; un mostriciattolo dolcissimo e dal cuore immenso e purissimo; l’eroe, lui, grande e invincibile (o quasi) che corre in soccorso di tutti (e trascura la sua bella, ahilui: quanto ancora, oh Nathan, ti attenderà Sara McBain?).

Tirate fuori fazzoletti! :-)
E nessun risparmio sui loro dialoghi, sulle storie loro: Sime intinge la penna nel calamaio del pathos a ogni singola sillaba scritta. Uno sformato di melassa, allora? Ma signornò. Cioè sì, la melassa c’è, per carità. Però...

Il timido Sime...
... si autoritrae

(c) degli aventi diritto, disaegno di Luigi Simeoni

Il timido Sime...<br>... si autoritrae<br><i>(c) degli aventi diritto, disaegno di Luigi Simeoni</i>

Melassa sì, con juicio

La melassa è un ingrediente pericoloso, terribile: può rovinare un racconto come niente. E’ necessario saperla maneggiare. Ecco, Sime dimostra di saperlo fare. Non siamo al cospetto di un capolavoro, ma di una storia in grado di emozionare: pienamente, veramente. E un fumetto non dovrebbe fare proprio questo, alla fine dei giochi? Non dovrebbe - proprio - emozionare? (sempre a patto di aver mantenuto salda la presa sul racconto...)

Non è perché si piange grazie all’abilità con cui l’autore preme in sequenza i giusti tasti per provocare la reazione desiderata - sì, anche per questo, ma sarebbe un’emozione corriva, che stancherebbe e disgusterebbe ben prima della fine. Emozionante è seguire passo passo, a latere di quanto suscita la lettura, il lavoro amorevole di costruzione dei personaggi. Perché questo amore è evidente. Un pizzico o forse più di ruffianeria da parte di Sime è scontato, ma molto di più si percepisce il piacere con il quale sbozza e porta in rilievo le personalità delle figure di carta e inchiostro che muove sulle pagine della storia. Invero con un fondo mielato di troppo, ma c’è della poesia in questi due albi; e se la raffigurazione manichea dei personaggi suona irrimediabilmente irreale, è perché il racconto appare strutturarsi come drammaturgia morale, come parabola.

Si aggiunga un dignitoso plot investigativo; un villain bizzarro e maniacale, che con qualche pennellata di colore in più potrebbe fare il cattivo di rincalzo in una storia d’antan di Batman; un Darver sulfureo che mostra alla perfezione perché sia lui il capo dell’Agenzia Alfa. Si ottiene dell’eccellente intrattenimento.

Nathan Never 217
copertina di R. De Angelis

(c) 2009 Sergio Bonelli Editore

Nathan Never 217<br>copertina di R. De Angelis<br><i>(c) 2009 Sergio Bonelli Editore</i>

La pienezza e solidità del tratto di Simeoni conferiscono corpo alle sequenze di più delicata esposizione di piccoli e teneri sentimenti, e danno slancio alle parti drammatiche e d’azione. Il disegno pare illanguidirsi e farsi nostalgico in presenza dei due protagonisti assoluti della storia, Alice (la bimba salvata da Nathan da sotto le macerie al tempo della seconda caduta della Stazione Urania sulla Città) e Randy, geniale e dolcissimo freak (e chissà, in futuro consulente o collaboratore di Sigmund?).
Al solito, non è tanto cosa si scrive (e disegna), ma come lo si fa
La loro giovane o giovanissima età, la loro immediatezza, lo spirito così vitale emergono non poco grazie alla rappresentazione visiva che ne fa l’autore.

Al solito, non è tanto cosa si scrive (e disegna), ma come lo si fa. "La bambina scomparsa" (Nathan Never 216-217), di Luigi Simeoni, Sergio Bonelli Editore