La prima trilogia

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La prima trilogia
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Scheda IT-NN-194-199

La prima parte di questo articolo è visualizzabile in "Quando 6 (non) è uguale 3+3"

Come da regola nel manuale della perfetta sceneggiatura, fino alla scoperta della barriera spazio-temporale (n.195, pag.85), lo svolgersi degli eventi punta principalmente a fornire numerosi indizi (Segni) la cui utilità nell’economia del racconto verrà disvelata solo in seguito.
È il caso del rapporto tra Nathan e Nicole, definitosi in via definitiva nel n.171 e poi mai più ripreso, fino ad ora. Ancora, la passione di Nicole per le atmosfere anni ’50 ed il suo più generale stato emotivo, minato nella sua iniziale dinamicità dalla "semplice" mancanza di qualcuno da amare (mentre invece è scomparso qualsiasi accenno al padre).

Dall’altra parte, la storia personale di John Winter, il suo ritorno in servizio, il suo rapporto con l’amico e superiore Liam Konig, assieme all’incapacità di accettare il proprio potere.
Sub City, il cui nome stesso ha per primo contribuito a dare un’identità a quell’innominato ed innominabile groviglio di viscere privo di luce con cui si identificavano i più bassi livelli cittadini, arena senza nome in mano a mutati e stegoratti. Fino ad arrivare ai flyer che, con il loro carico di mutati, scompaiono inglobati in estemporanei varchi temporali.
Lo svolgersi degli eventi provvede a posizionare i tasselli in (apparente) ordine, mettendo in comunicazione due epoche temporali, attraverso cui si consuma la catarsi personale di John, che grazie a Kay intravede un senso alla sua esistenza di "diverso", completandosi ulteriormente con il nascere di un sentimento tra lui e Nicole, a sua volta purificatasi nell’atto di accedere fisicamente al suo personale mondo ideale.

Passaggio
NN 195

(c) 2007 SBE

Passaggio<br>NN 195<br><i>(c) 2007 SBE</i>
...il confronto tra le due Città che formano la Città, come i volti di un Giano bifronte decaduto e sofferente...

Quasi in appendice sembra quindi venire confinato il lato noir dell’intera vicenda, dove la scoperta di Konig come personalità schizoide (ed ovviamente assassina) diviene chiara con sufficiente facilità, nel solito dovuto ossequio ad esigenze narrative di cui già si è discusso.
Tra parentesi, ci scappa anche la ribalta dell’Area 51, direttamente da (X-files e soci: ovviamente una ribalta contenuta, sia per non minare ulteriormente l’equilibrio tra i numerosi intrecci della trama, sia soprattutto per dare il "la" ad uno dei prossimi "numeri uno" dell’Universo Alfa (oltre che per ricucire qualche altro alone di mistero addosso a Darver, da troppo tempo rimasto relegato a "semplice" direttore dell’Alfa ed elemento influente nel Consiglio di Sicurezza :-)

L’elemento forse più meritevole di nota (e per questo lasciato per ultimo) è il già accennato confronto tra le due Città che formano la Città, come i volti di un Giano bifronte decaduto e sofferente nell’osservare impotente, da un lato, il pragmatismo di Orange e Adam, freddi nella loro volontà di conquista di un’indipendenza "legale", e dall’altro l’inadeguatezza di Elania Elmore e la muta rassegnazione di Darver, messi brutalmente a nudo dinanzi al loro artificioso essere luciferi di se stessi.

Sopra e sotto
NN 196

(c) 2007 SBE

Sopra e sotto<br>NN 196<br><i>(c) 2007 SBE</i>

Da entrambe le parti prorompe il bisogno di emergere dalle macerie del passato, tanto che non è più importante chiedersi lungo quale direzione: in questo Vietti, nel corso degli ultimi anni, è stato forse l’unico autore a cercare di dare una reale impostazione dinamica alla Città, immaginandone dapprima la febbrile spinta ascendente al di sopra dei sette livelli con cui essa originariamente si era presentata (vd. AA n.3 e sp11), ed ora il suo voler affondare le radici in uno sfacciato rifiuto di quella luce da sempre negata.

...una delle sequenze probabilmente più drammatiche dell’intera serie...
Da qualche parte, l’oceano mare. Da qualche parte nell’oceano mare, il solitario spauracchio del frammento di Urania precipitato senza svanire.
Quell’Urania che le potenti splah-pages delle pag.94 e 95 del n.196 ci restituiscono ora per intero, in una delle sequenze probabilmente più drammatiche dell’intera serie. Una manciata di pagine in cui anche il sottile suono della lettura scompare, ed il succedersi delle vignette rallenta fin quasi a fermarsi.

Come un film al rallentatore.

Come un cuore che (quasi) smette di battere.

Apokaleipsis
NN 196

(c) 2007 SBE

Apokaleipsis<br>NN 196<br><i>(c) 2007 SBE</i>

Continua in "La seconda trilogia".



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