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" Faccia di pietra"

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recensione di Marco Migliori

Un pazzo pericoloso, Derek Dish, si aggira sulle Rocky Mountains alla ricerca delle sue origini. Una profezia indiana, i giacimenti auriferi della zona che richiamano gli interessi di Hogan, la pazzia di Derek, tutto ci� richieder� l'intervento magico..



TESTI
Sog. e Sce. Gianfranco Manfredi    

Partenza a razzo: gi� alla seconda pagina vediamo un grizzly enorme, nero, affamato e sembra pure un tantino incazzato. Calvin, o meglio Derek Wish che sta passando da quelle parti se la cava per il rotto della cuffia grazie all'intervento di un vecchio cacciatore che avr� modo di pentirsene in seguito. La sequenza iniziale termina a pag.17, e Manfredi senza dubbio ci ha incuriosito presentadoci un cattivone, uno che non si arrende nemmeno davanti a un grizzly e che non ha pieta' per niente e per nessuno. Il personaggio ci sembra interessante e proprio la sequenza senza parole di pag.17 (soprattutto la bella quarta vignetta) ci fa ben sperare per il seguito.

(20k)
"faccia di pietra" alias Derek Dish
(c) 1998 SBE
   
 

Un personaggio interessante dicevamo, ma come far intervenire Magico Vento nella vicenda? Questo problema che si ribalta su qualsiasi serie della Bonelli, pu� essere brillantemente risolto da Manfredi facendo chiamare il nostro eroe dal corrispondente indiano del 118: un bel sogno che deve purtroppo essere facilitato per� dal digiuno assoluto di 3 giorni (passate la ricetta alla May di Legs :-). Anche Poe deve contribuire a interpretare il sogno, ma fortunatamente si ricorda che ha scritto un articolo proprio sul luogo che ci interessa..

Facili battute a parte il soggetto di questa storia ci � parso veramente interessante (per quanto non originalissimo) dopo il primo albo. Manfredi riesce a ideare una trama che muove tanti personaggi opportunamente motivati e interessati (a parte i filantropi Poe e Magico Vento) a restare in scena. Rancori personali, interessi economici, sopravvivenza della comunit� e gelosia si intrecciano tra loro e permettono di tenere aperte diverse vicende. Manfredi pu� cos� passare dall'accampamento indiano, alla comunit� di cacciatori, alla citt�, al viaggio; il che gli permette di diversificare gli ambienti facendo girare opportunamente i personaggi e potere cos� avvincere il lettore.

Manfredi piazza qualche pizzico di ironia qua e la' nel primo albo, mentre nel secondo spinge sull'acceleratore della pazzia di Derek, con la bella trovata del padre di Derek sulla sedia a fargli da consigliere. Ancora nel secondo albo, Derek alterna momenti di pazzia ad una lucidit� che gli fa capire di essere in mano a Herbert e ai suoi padroni. Sorprendente e agghiacciante per il lettore la sequenza in cui Big John entra nella capanna di faccia di pietra e non lo trova, mentre Derek � sul letto con la maschera di suo padre.

Bruttina la sequenza finale in cui Magico Vento e Hogan affermano di essere l'uno il nemico naturale dell'altro. E per restare in tema di fine, la morte di faccia di pietra e la conclusione della vicenda non ci convincono appieno: tutto ci aveva preparato ad una fine ancora piu' incisiva, mentre questa pur non essendo male, ci lascia un po' d'amaro in bocca per la fine troppo facile di Derek, che tanto � stato sanguinario e crudele nel resto dell'albo.

Complessivamente quindi il secondo, nonostante il cambio di ritmo che diventa frenetico rispetto al primo che comprende anche il flashback, � forse un pelo inferiore al primo, proprio per il finale.



DISEGNI
Bruno Ramella,
Paolo Raffaelli,
Giuseppe Barbati
   

Sarei tentato di esprimere un giudizio parzialmente negativo su diverse sequenze, soprattutto nel primo albo la dove colabora Raffaelli e non Barbati.

Sarei tentato dicevo, perch� tutto sommato rileggendolo ho trovato pi� numerose le tavole ben realizzate che le altre. Quasi tutti i personaggi del resto sono ben caratterizzati graficamente, in particolare il protagonista "faccia di pietra" (mentre Magico Vento proprio non riesce ad appassionarmi con il suo faccione).

Complessivamente do quindi un giudizio decisamente positivo, anche se per ora i disegni sono il punto di forza di Magico Vento, e questi mi sembrano un tantino inferiori allo standard della collana.



GLOBALE
 

Una buona idea, realizzata forse con meno abilit� (per il finale), ma tutto sommato Manfredi � riuscito a creare quel minimo di atmosfera surreale ma allo stesso tempo realistica anche in questa storia.

Venturi sta crescendo come copertinista, pensate anche solo alla tristissima copertina del n.1. E' questa la mia impressione guardando le due copertine di questa storia, ben realizzate e inquietanti (soprattutto la seconda) grazie all'abile disposizione dei personaggi sulla scena: in una a suggerire il tradimento, nell'altra in primo piano a colpire non tanto Magico Vento, quanto il lettore con quel tranquillissimo vecchietto sulla sedia a dondolo (peccato che sia uno scheletro).
 

 


 
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