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" Furia Assassina"

TESTI
Gianfranco Mandredi
DISEGNI
Bruno Ramella, Frederic Volante

Ernst Borgnine

Ramella e Volante

Pagine correlate:

Atreo era fratello di Tieste. Okay, non proprio un Caino, ma peggio. Del resto Tieste non era proprio un Abele, e aveva tentato mille complotti per togliere il trono di Micene al fratello. Il quale, a quel punto, pensò bene di invitarlo a cena e fingere una rappacificazione in nome dei figli di Tieste, che erano presso di lui. E Tieste andò, anche per prendersi i suoi figli. Finito il banchetto, li reclamò. E Atreo gli disse: “Te li sei appena mangiati”.

Gotico Americano
recensione di Giuseppe Pelosi



TESTI
Sog. e Sce. Gianfranco Manfredi
   

Il tema dell’ospitalità tradita nonostante la sua sacralità, risale addirittura al mito greco. Probabilmente la sua vastissima presenza nella letteratura di ogni tempo, per non parlare della tradizione cinematografica, dipende dal fatto che il tema rimanda ad una delle paure più ancestrali dell’uomo, anche perché più autentiche: la paura dell’alleato traditore, del male mascherato da bene, (timeo Danaos et dona ferentes...).

Anche questo episodio di Magico Vento affronta questo tema. Il pregio ci pare quello di recuperare nella Storia ennesime riproposizioni del Mito: pare che una famiglia con l’abitudine di eliminare gli occasionali avventori facesse realmente parte delle tante minacce del selvaggio West. Il difetto ci pare quello di non riproporre la situazione in maniera particolarmente originale: la variante al tema classico non esiste, tutto si svolge come da copione, semplicemente i protagonisti sono Poe e Magico Vento.

"Il pregio ci pare quello di recuperare nella Storia ennesime riproposizioni del Mito. Il difetto ci pare quello di non riproporre la situazione in maniera particolarmente originale"    
Anche il binario parallelo di questa storia, quello seguito da Ned, non è per nulla originale o reso particolarmente originale dalla narrazione: qualcuno ruba le paghe dei minatori, l’eroe viene ingaggiato anche se un po’ controvoglia, per vigilare sulla nuova consegna. Non è il già visto che ci turba, ci mancherebbe. Ma il fatto che questi soggetti “noti” non guadagnino una qualche novità in sede di sceneggiatura, regalando “soltanto” uno sviluppo molto lineare. Insomma, ricordate i Classici rivisitati da Topolino? C’era sempre qualche variazione sul tema, il momento del distacco dal referente famoso, lo scarto imprevisto e qualificante. Qui tutto va esattamente come ci aspettiamo, e nemmeno l’efferato e macabro altarino dedicato a Fred Bear riesce a sorprenderci o a colpirci, dopo che Kevin Spacey ha messo in scatola la testa della moglie di Brad Pitt in Seven...
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Ernst!
disegni di Ramella-Volante (c) 2005 SBE

Va detto che i dialoghi sono al solito molto brillanti e scorrevoli, nulla di forzoso o di finto, e denotano comunque estrema cura, anche per una storia che forse è stata imposta dai tempi serrati che a volte si devono affrontare nella produzione seriale, e che non sempre possono rispettare quelli “naturali” dell’ispirazione. Anche in episodi meno gratificanti per il lettore, come questo, Magico Vento rimane assolutamente una lettura non banale e rispettosa dell’intelligenza di chi l’acquista.



DISEGNI
Bruno Ramella, Frederic Volante    

I disegni di Ramella, che preferiamo chinato da Barbati piuttosto che in questa prova con Volante (che del resto preferiamo quando disegna piuttosto che quando china), non fanno se non confermare questa impressione di un episodio nato nella fretta. Bellissima la resa del personaggio di Fred Bear con il volto di Ernst Borgnine (Il Mucchio Selvaggio, e mille altri film...); ma molte altre tavole sembrano scivolare via con l’unico obiettivo, peraltro fondamentale, di raccontare chiaramente la storia. Manca però qualche sorpresa per il lettore... Spesso il disegno appare semplice, quasi affrettato, il livello globale da tavola a tavola appare discontinuo, come se alcune siano state preparate con più tempo di altre. Anche qui, vi è l’essenziale, ma non vi è nulla di più. E i “famosi” sfondi bianchi, che anche i più inesperti hanno imparato a interpretare il più delle volte come frutto della fretta, più che di esigenza espressiva, qui appaiono copiosi.

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Una tavola di Ramella-Volante, (c) 2005 SBE



GLOBALE
 

La copertina di Mastantuono presenta elementi che hanno del clamoroso, del rivoluzionario, del mai visto. Per cominciare, è la seconda volta in 93 numeri che appare Poe in copertina. Anche nella prima il coprotagonista si trovava in una situazione di pericolo. Ma qui non ha una pistola puntata alla nuca, qui è minacciato da una scure brandita da una fanciulla, e il tabù infranto è doppio: si raffigura una donna in copertina in un fumetto western Bonelli (se guardate, son veramente rari casi), e si raffigura questa donna che lotta con un uomo (altro tabù storico) e perdipiù avendo una posizione dominante.

Il problema è nel fatto che questa scena è del tutto inverosimile, finanche assurda, inaccettabile, straniante: Poe non è un Paul Sheldon incidentato, è un giornalista d’azione; risulta poco verosimile che, nell’episodio, si faccia colpire alle spalle da una donna che sa essere folle, ma risulta del tutto irreale che finisca sotto di lei in copertina. Soprattutto se si aggiunge il fatto che Kate Bear non è una pesante Annie Wilkes...

Inoltre non riusciamo a capire perchè oltre a questi soggetti fantasiosi, le copertine di Mastantuono debbano costantemente regalarci un Magico Vento con la faccia da scemo: esattamente l’espressione, che fa gridare vendetta, che gli troviamo in questa immagine.

In definitiva, troviamo che le copertine di Mastantuono siano spettacolari per disegno e colorazione, ma per nulla “ragionate” nella scelta delle inquadrature e dei soggetti, spesso improvvisate, e improvvisate senza anima. Il copertinista di Nick Raider aveva infinitamente più cuore, e capiva meglio il personaggio. Ci perdonino gli estimatori del bravissimo disegnatore romano se ci permettiamo un giudizio così forte sulle sue copertine, ma è un giudizio che ci nasce dalla grande stima per l’artista e le sue capacità, che in questo contesto non ci sembrano del tutto sfruttate.
 

 


 
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