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Sbatti il mostro in prima pagina recensione di Giuseppe Pelosi Numero epocale: Ned e Hogan quasi faccia a faccia, e vicinissimi a scoprire loscuro segreto che li lega, cioè il possibile rapporto di parentela che li unisce, e che in realtà Manfredi ha solo insinuato... E secondo noi altre sorprese ci attendono.
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Un inizio fulminante: la storia si apre in una atmosfera di cospirazione molto intensa e tesa, che ci presenta dei nuovi personaggi, cioè gli adeptidi una confraternita a cui Hogan è affiliato; lo avevamo lasciato nel n.27, sconfitto e inquisito dopo la denuncia di Dick Carr: lo ritroviamo allinizio di questo albo in maniera davvero inedita: il cattivo che per trenta numeri si è presentanto come il male incarnato è qua un uomo a pezzi, costretto a chiedere aiuto, ad umiliarsi, a cercare in tutti i modi di salvare il suo potere, pericolosamente minato dalle indagini che la polizia federale sta compiendo su di lui. Nella buia notte degli inganni si rivolge alle forze del Male per avere vendetta contro il suo nemico, Magico Vento. E il suo personale patto con il diavolo serve ad evocare il Vultur, mostro alato che sotto la guida dellex potente di Chicago da la caccia a Ned, fino allo scontro diretto: Magico Vento contro la bestia, come Teseo contro il Minotauro.
In verità, già nella posta di qualche numero fa Manfredi aveva invitato a non presumere nulla, e dunque personalmente riteniamo che in realtà non voglia adottare una soluzione così solita. Secondo noi qualche sorpresa ci aspetta, e non sarà caratterizzata dallovvietà... Comunque questi elementi oscuri, la setta esoterica, questo inedito Hogan sconfitto, il dolore come strumento per incanalare lodio, e la continua allusione a questo rapporto di parentela, senza però che su questo sospetto il lettore si possa cullare, con la convinzione di aver già capito tutto, rendono questo soggetto estremamente interessante, e ulteriormente impreziosito da figure e situazioni di contorno, come la partita di shinny, il personaggio del professor Puck, il ritorno di Cole (apparso per la prima volta nel n.28).
La sceneggiatura è da ammirare per equilibrio, varietà di situazioni, dosaggio degli elementi narrativi: alla angosciante atmosfera iniziale si alterna come intermezzo di alleggerimento la partita di shinny, divertente divagazione (gli uomini perdono contro le donne a causa di un autogol dellindiano che fa tutto al contrario, Uccide se stesso...) che però si trasforma in inquietante incontro con il mostro, con tanto di vittima innocente (Falco dacciaio viene troncato in due da un morso del Vultur, in unefficace scena splatter). Colpisce il lettore anche lanagramma che Hogan fa del nome di Ned, trasformato in End, fine, presagio di sventura e di scontri risolutivi, già annunciati per il prossimo numero. Crea suspence ed è carica di ambiguità anche lultima vignetta, quella in cui proprio Hogan strappa la pagina in cui il nome di Ned si è trasformato nella parola End: che sia da interpretare come la rinuncia da parte del cattivo a interpretare il suo ruolo di nemesi fino in fondo? Forse che Hogan, roso dal dubbio di essere il padre di Magico Vento, mediti labbandono dellopera di vendetta iniziata? E, ultima domanda, come si fa ad aspettare un mese o forse più per avere risposta a tutto ciò? Questa trama ci inchioda! ![]() ![]() ![]()
Laggettivo che meglio rende lidea del disegno di Pasquale Frisenda è il più banale che potremmo trovare: spettacolare. Allusuale e formidabile chiaroscuro di Frisenda si aggiungono tavole realizzate con una tecnica nuova, quella dellacquerello, che davvero spettacolarizza situazioni e personaggi. E limmagine di Hogan che soffre, la gamma dei suoi volti, non si scorda più, come pure la lotta col mostro, e il volto wellesiano del professor Puck. Numeri come questo fanno solo venire una paura, a questo punto: non è che diventando copertinista, Frisenda ci priverà di storie disegnate da lui?
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Il modo in cui laffresco narrativo viene delineato, i tempi con cui le tappe di questa saga sono centellinati, rendono la collana autenticamente appassionante, anche se indubbiamente volta maggiormente a gratificare, almeno in questi episodi, il lettore abituale piuttosto che quello occasionale, che certo meno può cogliere il recupero di situazioni e particolari che risalgono ad albi precedenti. La copertina di Venturi è un congedo, dato che, come già segnalato, dal prossimo numero labilissimo disegnatore di questo numero diventerà copertinista ufficiale; non è forse una delle copertine migliori di Venturi, dato che la profondità dellimmagine risulta troppo appiattita dalla sfumatura degli arti inferiori del mostro, e il cromatismo globale è piuttosto monotonico, risultando in definitiva una grossa macchia di giallo. Risulta comunque innegabile che il bilancio dellartista dopo le copertine di trentuno numeri non può che essere ampiamente positivo, con punte davvero elevate, ripercorrendo la cover gallery si può inoltre notare la grossa evoluzione compiuta: Venturi lascia, grazie a Venturi.
Vedere anche la scheda della storia.
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