Sembra quasi che i lettori di questa testata si dividano in due gruppi ben
distinti: quelli che apprezzano solo lo scontro con Hogan, in quanto
appassionante come un romanzo dappendice, e quelli che amano
gli episodi sulla cultura indiana, in quanto piacevolmente
informativi e originali anche dal punto di vista narrativo. Questo episodio
dovrebbe in realtà metterli daccordo entrambi, dato che agli
elementi della cultura indiana unisce lazione serrata tipica dei
migliori episodi con Hogan. Inoltre anche qui compaiono elementi di
continuity, dato che ritroviamo personaggi già visti in altri numeri
(a parte Rifiuta di smettere, vi è un serissimo cameo di
Uccide se stesso, lheyoke della tribù, cioè
lindiano che fa tutto al contrario, già visto nel n. 2). La figura storica di George Catlin, il
ritrattista di indiani, ispira il personaggio di Cole Turpin,
mostrando ancora una volta laccurata documentazione di
Manfredi. Pertanto il testo risulta interessante già a livello
di soggetto, al solito sapiente miscela di azione e riflessione, suspence e
introspezione psicologica, storia e fantasia.
"Il testo risulta interessante già a livello di soggetto, al solito
sapiente miscela di azione e riflessione, suspence e introspezione
psicologica, storia e fantasia."
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Eppure lidea di fondo è quanto di più noto esista: nella
tribù dei Crow, al vecchio capo che rispetta lantico codice di
guerra, succede il giovane capo con intenti bellicosi; è davvero una
trama già sentita, ma linserzione di elementi aggiuntivi
(Rifiuta di smettere reticente alle proposte di matrimonio; i due giovani
Sioux che cercano gloria contro i Crow per farsi vedere da lei e dal
villaggio intero; la scena al palo della tortura; la figura delluomo
bianco ritrattista di indiani) crea qualcosa di completamente nuovo,
cancellando la sensazione di già sentito.
Naturalmente merito di ciò va anche alla sceneggiatura: non è
importante solo ciò che si racconta, ma anche e soprattutto come lo si
racconta, e ancora una volta Manfredi è splendido, in questo: la perla
è la scena in cui Tempesta di grandine entra nella tenda di Rifiuta
di smettere, e lultima vignetta della pagina lascia intuire
qualcosa di terribile: il suo suicidio allo stesso modo di Passa volando.
La sceneggiatura allude, crea una tensione, costringe a girare pagina, e
vedendo che nella pagina seguente cè un cambio di scena, a
tornare indietro per guadagnare da una lettura più attenta indizi
più chiari di quello che si sospetta.
"La sceneggiatura allude, crea una tensione, costringe a girare pagina"
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Lepisodio presenta molti momenti di azione, diremmo che è
proprio una storia davventura pura, e anche in questo la
sceneggiatura è molto chiara, cosa che, purtroppo, non sempre avviene
quando a narrare sono solo le immagini. Del resto gli stessi cambi di scena
sono meno presenti del solito: la narrazione tradizionalmente sincopata e
caleidoscopica di Manfredi si fa qui stringente, univoca, a tutto vantaggio
della linearità del raccontare; la tensione non viene qui costruita
con la tecnica del montaggio alternato che lautore ben utilizza
altrove, ma con movimentate eppure chiare scene di azione, limpidamente
illustrate e narrate per immagini.
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Stefano Biglia
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La Maschera del Dio Cannibale, disegni di Biglia
(c) 1999 SBE
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E vediamole, dunque, queste immagini: si tratta di un esordio su questa
collana e di un quasi esordio in assoluto: Stefano Biglia ha
disegnato qualche numero di Nick Raider in collaborazione con Copello, con
cui ha realizzato anche una storia di Tex, e solo un paio di cose
completamente da solo. Si tratta di un esordio veramente riuscito,
dobbiamo dire: il disegnatore si dimostra padrone dei personaggi e delle
loro fisionomie, capace di gestire le scene di movimento e molto
interessante nella rappresentazione delle scene e dei paesaggi naturali,
alberi, boschi e montagne. Lunico appunto che ci viene da fare, ma
più per il gusto di trovar peli a qualsiasi uovo, che per reale
mancanza, sta forse nel fatto che lo stile di Biglia ci appare ancora come
poco personale: il tratto ricorda moltissimo quello di altri disegnatori
visti su questa collana, e sopra tutti Frisenda, che è comunque un
ottimo modello, no?
Questa volta la copertina di Andrea Venturi non ci ha convinto
appieno: prima di tutto è poco denotativa, dato che descrive
una scena che in realtà non appare allinterno dellepisodio
(Magico Vento si scontra con Volpe che corre che indossa la maschera
soltanto a cavallo, e in realtà la maschera risulta alleata di Ned e
non nemica...); inoltre continuano a non piacere le mani disegnate dal
nostro: quella appoggiata sul petto di Ned appare sproporzionata. In
compenso la costruzione della tavola sfiora ancora una volta la
classicità nellequilibrio (sarebbe eccessivo scomodare
Raymond?): i due corpi segnano le due diagonali, e le loro linee sono
rinforzate da strisce dombra per la diagonale inferiore, e dal
copricapo indiano per la diagonale superiore, e anche le braccia dei due
contendenti sono costruite simmetricamente. Nel complesso, dunque, una
copertina con qualche pecca ma anche con i soliti pregi.
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