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" Bedlam"

In questa pagina:
TESTI
Gianfranco Manfredi
DISEGNI
Corrado Roi


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Magico Vento doveva essere una serie western e horror assieme. I migliori numeri finora usciti, di horror hanno ben poco. Qui invece abbiamo il classico mostro con tanto di certificato di garanzia a crescita istantanea.

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recensione di Marco Migliori


Si scrivono le storie per il disegnatore, o � il disegnatore a essere scelto per realizzare una determinata storia? Sia come sia (e probabilmente siamo nel primo caso), � certo che Roi � la scelta ideale per questo tipo di episodi.

Ormai Roi viene usato come un toccasana: disegnatore ufficiale di Brendon, ancora tra le colonne di Dylan Dog, non tralascia di "battezzare" le nuove serie come Julia e per l'appunto Magico Vento.

Si ha l'impressione che lo si voglia usare per "accalappiare" lettori occasionali abituati ai suoi tratteggi. In questo numero, che della contaminazione (immaginata all'inizio della serie) Tex-Dylan Dog, � certamente ignaro, essendo tutto teso alla parte "horror", Roi non delude i suoi fan. Delude invece parzialmente i fan di Magico Vento: troppo distante dai canoni della serie. I personaggi non sembrano vivi, troppo immobili e fissi nelle loro espressioni. Basta comparare qualche tavola con i disegni ben pi� efficaci del n.22 di Parlov, per rendersene conto. Per contro, l'atmosfera cupa del manicomio, � resa alla perfezione.

Il meccanismo narrativo assomiglia fin dall'introduzione pi� ad un Dylan Dog che ad un Magico Vento. Il ritmo � volutamente pi� lento, aiutato da un disegno ben "mirato". Manca quel "pathos" che finora Manfredi ha soprattutto (ma non solo) creato con la continuity del passato di MV. Qui invece tutto sommato la storia si legge e regge (fino all'avvento del figlio), ma senza coinvolgerci come in altre occasioni � riuscito a fare. Insomma, un altro albo di pausa tra le migliori storie di MV incentrate sul passato di Ned.

Tutto succede nelle ultime quindici pagine. Anzi succede "tanto", da dare un senso di incompiuto al lettore. L'accelerazione che subisce la storia alla fine, lascia un attimo interdetti per il veloce intervento di Herbert, e la ancora pi� veloce e non convincente ritirata.

Da notare che nel n.23, Herbert soffrir� di una inspiegabile malattia, presumibile risultato della maledizione di Zuzeca. Detto questo, sorvoliamo pure sull'aspetto e crescita del figlio di Audrey, un anno dopo la morte del marito.

Come nota finale belle le pagine documentali che danno da pensare sulla psichiatria dell'800. Anzi, diciamo pure che quello che soprattutto sorprende e ci fa piacere, � la cura nella documentazione visibile nelle rubriche e nel fumetto Senz'altro, un punto di forza della serie.
 

 


 
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