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OoB: parte 1 di 4, edito in Italia dalla DC/Play Press
" Venga il tuo regno "
7/7
Titolo originale: "Kingdome come". Totale percentuale, se applicato: 91%

Trama:
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1/4. Il vecchio Sandman (Wesley Dodds) muore tra visioni apocalittiche, assistito spiritualmente dal pastore Norman Mckay. Il mondo di Mckay è in balia di una nuova generazioni di superesseri: sedicenti difensori del bene si rendono invece colpevoli di irragioneli distruzioni e lutti a causa della loro irresponsabilità. Dopo una predica Mckay viene prelevato dallo Spettro che gli annuncia la sua importanza per il destino prossimo dell'umanità. Così lo Spettro lo porta a vedere i vecchi eroi, ritiratisi dalla pubblica attività. Nella fattoria dei Kent, presso cui si nasconde un Superman invecchiato e amareggiato, si apprende la notizia di una terribile notizia, prologo dell'immininente Apocalisse: durante un attacco al supercriminale Parassita, Magog (leader dei "nuovi eroi") e i suoi compagni, hanno scatenato una catastrofe nucleare di immane portata. Lo Spettro riporta Mckay a Metropolis e qui si assiste al ritorno di Superman, mosso all'azione dall'intervento di Wonder Woman. Ma le visioni ora appartengono a McKay, e non promettono nulla di buono...
Autori:

Testi:
Mark Waid
Disegni:
Alex Ross

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Scheda di:
Paolo Ottolina




Il Who's Who di KC
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Norman McKay. E' lui il vero protagonista di Kingdome Come. Waid ne fa un novello Dante e lo porta con sé in un viaggio attraverso l'Inferno in terra. McKay è un uomo fra gli uomini, in una Terra in cui solo i superuomini sembrano contare. Ma la sua mente è toccata dal dono della profezia. E come per molti profeti biblici è dono gravoso, non ben accetto, soprattutto se, come nell'occasione, si fa latore di sventure e distruzioni. Nella tavola finale, circondato da gente che entusiasticamente celebra il ritorno di Superman, il suo volto sgomento (grande come sempre Ross!) per la nuova e terrifibile visione è il miglior ambasciatore per le prossime puntate. E se McKay è Dante, il suo Virgilio è...

Lo Spettro. Il detective Jim Corrigan muore, ma presto ritorna alla vita (o alla non-vita, meglio) come The Spectre, lo Spettro, entità semidivina incaricata dai divini Signori dell'ordine di vigilare sull'equilibrio tra Ordine e Kaos. Da sempre si batte con Dei e Semidei in storie dal taglio mistico/mitologico. Qui è uno Spettro a mezzoservizio, indebolito da anni di inattività e assai poco potente. In uno dei suoi occhi brilla a un certo punto un minuscolo teschio (lo fa notare anche Rizzi nel suo articolo): che vorrà dire?

I vecchi eroi. Intanto c'è il supereroe per antonomasia, il primo fra i primi, cioè Superman: chi non conosce Kal-El, ultimo kryptoniano che attinge i suoi immensi poteri dal nostro sole giallo, essere pressochè invulnerabile e dotato di un ferreo rigore morale, frutto dell'educazione dei Kent, suoi genitori adottivi? Il Superman di questa prima parte di KC, è un brizzolato übermensch che in seguito a un non ancora precisato conflitto con Magog (v.) si è ritirato nella fattoria dei Kent a Smallville, il villaggio del Kansas ove è cresciuto. E' un Superman amareggiato, scettico, addolorato dalla morte dei suoi cari (i Kent e anche l'amata Lois Lane), cui si accenna soltanto; sembra incapace di ritrovare il decisionismo votato alla giustizia che lo muove nelle serie ordinarie. E' destinato ad essere la chiave di volta della serie, viva metafora cristologica all'interno della allegoria apocalittica di KC. Poi ci sono gli altri eroi di oggi: c'è Wonder Woman, la principessa Diana delle Amazzoni, fuggita in esilio sulla sua mitica Isola del Paradiso. E' ancora giovane, bella, diretta nelle sue azioni, soprattutto portatrice di una caparbia volontà di normalizzazione in un mondo che pare impazzito. C'è Batman, o meglio ci sarà perchè per ora si è vista solo una comparsa di alcuni fascistoidi e allucinati Robo-Bat che mantengono l'ordine a Gotham City con pugno di ferro. Sarà l'ennesimo Batman ossessionato dalla giustizia a qualsiasi costo o qualcos'altro? Ci sono Flash, Lanterna verde, Hawkman, Aquaman e forse altri characters classici della DC: tutti simili a quelli tradizionali, eppure diversi, tutti confinati (di propria volontà) lontani da un'umanità di cui non vogliono più farsi carico come in passato. E tutti pronti, da quel che si intuisce, a ridiscendere in campo accanto al loro profeta Superman.

I nuovi eroi. Beh, sembrano tanti, tutti colorati e tronfi coi loro nomi modernisti, senza -man o -woman. La copertina di Ross ne fa una bella foto di famiglia e gli articoli interni ci illustrano tutti i loro nomi. Ma non contano veramente, fanno solo ambientazione. Servono a illustrare la filosofia del comicdom USA anni 90, la filosofia che Waid riassume con "Image", la terza (e nuova) major che più delle altre case se ne fa portatrice. E Waid esplicita bene la usa idea: sono fracassoni e irresponsabili, combattono senza un apparente motivo battaglie fra di loro (visto che i vecchi villains sembrano scomparsi), si vantano di essere protettori dell'umanità, ma di fatto se ne fregano, presi come sono nel loro grottesco e luttuoso "super-guardie&ladri". L'unico che sembra ergersi a protagonista sembra essere Magog (una sorta di summa dei personaggi moderni dei comics; c'è in lui un po' del Cable marveliano, anche se il suo look mi ricorda il demonita Defile avversario dei Wildcats): in questa puntata fa solo una apparizione a video, ma la sua presenza come guida del "Battaglione della Giustizia", causa della sciagura atomica con cui si apre l'Apocalisse, già lo qualifica come leader del manipolo di eroi devianti. E poi nel ritiro di Superman sembra celarsi la sua opera, ma questo è pane per i prossimi numeri.

Magog, simbolo della Bestia apocalittica, vs. Superman, redivivo Redentore del mondo: ne vedremo delle belle... :-)


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