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articolo di Cristian Di Clemente |
Nella seconda met� degli anni ottanta, il cartone animato calcistico "Holly e Benji" spopol� in Italia conquistando una generazione di ragazzi, nonostante le (o, forse, a causa delle) improbabili evoluzioni aeree dei protagonisti, ben oltre la legge di gravit� o le possibilit� umane, ed una narrazione dall'incredibile lentezza, con decine di episodi (!) per narrare la finale di un torneo delle scuole medie.
A chi piacque il cartone animato e fosse curioso di scoprire come � proseguita la storia, questo manga � caldamente consigliato. La narrazione � avvincente (dimenticate la lentezza degli episodi classici!) e con una gestione molto efficace dei colpi di scena, spesso appena accennati mesi prima per poi essere ripresi in seguito. Purtroppo i dialoghi e le didascalie sono a volte imprecisi (alcune frasi hanno un significato errato).
Il titolo del manga rende merito al vero protagonista (a differenza della fuorviante sigla televisiva): Capitan Tsubasa, quello che si allenava tirando i rigori, non quello che si allenava parando i rigori ;-). Sono riproposti tutti i personaggi conosciuti sul piccolo schermo, naturalmente con il loro nome originale (per aiutare chi non ha letto il manga, tra parentesi riportiamo il nome nel cartone animato). Riecco, quindi, il fuoriclasse Tsubasa Ozora (Oliver Hutton), il paratutto Genzo Wakabayashi (Benji Price), il fiero Kojiro Hiyuga (Mark Lenders), il fedele Taro Misaki (Tom Becker), l'ex malato di cuore Jun Misugi (Julian Ross), il carismatico Hikaru Matsuyama (Philiph Callaghan), il portiere del karate Ken Wakashimazu (Ed Worner), il simpatico Ryo Ishizaki (Bruce Harper) e tanti altri. L'autore, nel corso della serie riesce a dare spazio a tutti, curando molto bene le relazioni interpersonali dei cardini della squadra.
Tra questi ultimi, ne spicca uno inedito, creato per questa serie: Shingo Aoi, che unisce il talento di Misaki all'ironia e simpatia di Ishizaki. Nato con l'obiettivo di avvicinare il pubblico alla riscoperta dei grandi campioni apprezzati nella prima, classica serie del manga, Shingo cresce tecnicamente e spiritualmente, coronando il suo sogno di giocare al fianco di Tsubasa in nazionale e diventando fondamentale per la squadra. Aoi gioca in Italia e nelle sue peripezie nel Bel Paese emergono buffi ritocchi redazionali (vi dicono niente squadre come Interland dove gioca Aoi, Juvenile, Milano? O giocatori come Fullit, Varesi, Gaggio?) che per� sono appena la punta dell'iceberg di tutti quelli che andrebbero fatti per la terza serie di Capitan Tsubasa, "Road to 2002" (attualmente in pubblicazione in Giappone), che si svolge tra i principali club europei, con stadi e calciatori reali. La serie sta incontrando, infatti, parecchi problemi di esportazione in Europa, a causa dei diritti di sfruttamento dei copyright dei marchi delle societ� calcistiche, dei nomi degli sponsor e dei calciatori, e l'eventuale pubblicazione in Italia non avverr� in tempi brevi.
La serie prosegue con le difficoltose fasi eliminatorie asiatiche (due), sotto la guida di un nuovo allenatore dai metodi di ferro, Gamo, e tanti colpi di scena e sorprese che mantengono sempre vivo l'interesse. Tanti i nuovi avversari lanciati dalla serie (molti dei quali ripresi anche in "Road to 2002") spiccano, oltre al gi� citato brasiliano Santana, il cinese Shunko Sho, il messicano Ricardo Espadas, l'uruguagio Ryoma Hino, lo svedese Stephan Levin e (in teoria, come diremo poi) l'olandese Bryan Kraifort. E gli italiani? Rappresentati dall'arrogante Salvatore Gentile, non fanno una grande figura: gran catenacciari, neppure superano il primo turno della fase finale del World Youth (vi ricorda i recenti Europei di Portogallo 2004? E' solo un caso...), ma escono ugualmente tra gli applausi pur perdendo 4-0 col tanto denigrato Giappone... mah! La narrazione diventa eccessivamente concitata, purtroppo, proprio quando si giunge alla fase finale del World Youth: l'occhio � concentrato soltanto sul Giappone, mentre le squadre avversarie (tra cui la Germania, Francia e Argentina, i cui elementi di spicco erano gi� stati conosciuti dai lettori e dagli spettatori televisivi qualche anno prima degli avvenimenti del World Youth) escono di scena senza che sia mostrato uno scampolo di partita. Anche nuovi avversari coltivati nelle eliminatorie asiatiche (Arabia Saudita e Sud Corea) non sono pi� ripresi. La semifinale tra Giappone e Olanda (i giocatori del paese dei tulipani erano stati presentati pi� volte nella serie) � addirittura saltata di netto, rimpiazzata da un articolo di giornale. Dopo tante peripezie, la serie si conclude con la vittoria del Giappone nell'annunciata finale del World Youth contro il Brasile guidato dal maestro di Tsubasa, Roberto Hongo. Una partita pirotecnica, in cui si raggiunge l'apice delle azioni improbabili (alcuni duelli, tiri e contrasti non avrebbero sfigurato in Saint Seiya o Dragon Ball). La prodigiosa guarigione di Misaki da un grave infortunio che lo aveva tenuto fuori dal World Youth � la svolta della partita (in postfazione l'autore dichiara di aver tratto ispirazione anche dalla finale dei mondiali americani del 1994: torna in mente il recupero miracoloso di Franco Baresi).
Nell'epilogo, la serie si congeda con il matrimonio tra Tsubasa e Sanae Nakazawa (Patty), una storia d'amore ignorata dalla serie animata e che, nel manga, � condita di tanti buoni sentimenti e poco pi�, restanto a margine, sullo sfondo, quasi un qualcosa in pi�, di superfluo. Tsubasa si ricorda di Sanae non tra una partita e l'altra, ma tra un campionato e l'altro. Questo fumetto �, del resto, prettamente sportivo, non un equilibrio di sport, scuola e sentimenti come le opere di Mitsuri Adachi. Gli atleti del manga vivono soltanto per giocare a calcio lealmente, sforzandosi al massimo, incuranti di spezzarsi le gambe (come Shunko Sho), i polsi (quelli di Genzo sono spesso rotti e sanguinanti) o di giocare con ferite fresche (contro il Messico, Tsubasa ha i punti di sutura all'addome!), tutto il resto di quello che � una vita normale non ci viene mostrato. Anche se persino un duro come Hiyuga comincia a intuire che esistono le ragazze...
Certo in questo manga la visione del calcio � spesso retorica o ingenua (con la sua frase preferita, "il pallone � un amico", Tsubasa riesce a cambiare le scelte di vita dei suoi avversari), a tratti fantascientifica (il tiro mortale di Hiyuga raggiunge i 255 km orari di velocit�!) o poco legata alla realt�, non solo per le azioni impossibili, ma anche per l'indotto calcistico, qui ignorato, fatto di diritti televisivi, doping, sputi, ingaggi stratosferici e crisi di bilancio, veline e letterine, presidenti megalomani, gomitate, processi... ma siamo sicuri che questo sia un difetto?
Capitan Tsubasa World Youth n.55 testi e disegni di Yoichi Takahashi
(Star Comics) 192pp in b/n circa, prezzo euro 3,10, albo
brossurato, mensile (serie World Youth dal n.38 al n.55) |
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