Diciamocelo sinceramente: quando nel 1993, Miller pubblicò la sua avventura
nella peccaminosa città di Sin City, "A dame to kill for", fu per tutti la consacrazione
di uno dei più grandi autori del fumetto americano.
Uno stile tutto particolare, incentrato essenzialmente sui
giochi di luci e ombre, in cui il bianco si alternava ai neri profondi con nette demarcazioni grafiche.
E la storia, trucida, crudele, in cui sesso e violenza non davano mai pace ai suoi protagonisti, ripescava
le sue trame dai film Noir degli anni '50: uomini duri e privi di una sottospecie di morale; donne
facili, disposte ad ogni inganno e con ogni mezzo pur di raggiungere loschi scopi e mantenere marce promesse.
Solo una scarpa resta di lei disegni di Frank Miller (c) 2001 Lexy Produzioni
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La vicenda raccontata nei due albi in questione è quasi scontata nella sua banalità.
Un ex-Navy Seal, Wallace, è ridotto a mantenere se stesso come artista free-lance
per editori esaltati dal testosterone che stimolano le sue immagini, piuttosto che dallo spirito artistico
sito in esse. Una fresca notte d'estate in cui sfrecciare con la propria decappottabile è l'unica aspirazione
di Wallace, il nostro si ritrova a salvare da morte certa, una misteriosa quanto splendida donna di nome Esther:
oltre ad essere un'aspirante suicida, Esther confessa a Wallace di voler diventare un'attrice famosa.
Tuttavia, mentre i due scorrazzano per la città, alcuni loschi individui rapiscono la bellissima Cenerentola,
tramortendo Wallace e lasciandogli, come unico ricordo, una scarpa da ginnastica della donna.
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Marv in "Silent Night", disegni di Frank Miller (c) 1997 Play Press
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Come può ridursi un uomo per una donna? Cosa è disposto veramente a fare per lei? Queste domande attraversano in continuazione
la mente del lettore di uno dei tanti albi della saga di Sin City: persino ricordando "Silent Night", le gesta
di Marv hanno come unico scopo quello di salvare una donna in pericolo. E non importa se questa sia una ragazzina
in trappola, una donna formosa o una viscida assassina: tutto ruota attorno ai personaggi femminili, incarnazione,
per Frank, di ogni irrazionale peccato umano.
Wallace non è Marv, è più puro, sembra quasi non appartenere alla corrotta città in cui vive, non è stupido o goffo.
Tuttavia, l'autore non può fare a meno di farlo entrare nel suo personale inferno, un luogo in cui
ogni sua creatura sembra trovarsi a suo agio: poliziotti corrotti, medici assassini e sfruttatori,
mercanti di schiave e di cavie e infine donne sessualmente disinibite sono le sue pedine preferite nella sua città
preferita.
Quest'ultima storia è, per chi non abbia mai letto un'avventura di Miller su Sin City, bellissima.
Finalmente viene tratteggiata una storia d'amore, in cui il protagonista è insensibilmente accecato
dall'affannosa ricerca della sua ragazza in pericolo e disposto anche ad uccidere per lei...
Esther disegni di Frank Miller (c) 2001 Lexy Produzioni
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Già, anche ad uccidere per lei... Ed è proprio questo il momento in cui l'autore fallisce miseramente:
non che, per chi invece abbia letto gli albi precedenti, la trama sia la stessa di "Si può anche uccidere per lei",
ma possibile che Sin City abbia da offrire al suo autore solamente queste trame banali, quasi
al limite della clonazione?
Dopo i temi sfruttati nei primi numeri sembra quasi che Miller sia obbligato a scrivere
di tanto in tanto qualche storiella, a realizzare un po' di tavole e a pubblicare i suoi lavori tanto per accontentare
il suo pubblico. Per carità, nessun dubbio sulla qualità artistica che lo contraddistingue: splendide tavole in bianco e
nero e una sorpresa non indifferente quella di inserire un numero interamente a colori, usato per illustrare
il breve viaggio di Wallace nella droga. Eppure, ci si chiede se valga veramente la pena di spendere tanti euro
per una storia che non ha nulla di veramente sconvolgente o di veramente innovativo. La sensazione è quella di un deja-vu
a tutti gli altri albi che hanno preceduto questo Hell and Back. Insomma, si vorrebbe qualcosa di più delle solite
eroine ninfomani, iper-poppute e dalle labbra siliconate e qualcosa di diverso del solito macho che dove passa lui
non cresce più erba.
Il nemico ;-)) disegni di Frank Miller (c) 2002 Lexy Produzioni
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E cosa dire riguardo ai cattivi? Da sempre, Sin City è stata il simbolo della corruzione, dei peggiori intrighi e delle
più fetide cospirazioni. Miller conferma la sua vena drammatica, per questo punto di vista, proseguendo nella sua
opinione che non c'è niente di veramente legale al mondo e questo è forse uno degli aspetti che ci ha puntualmente
coinvolto nelle ambientazioni oscure e distorte della vita. Se una città può essere più bastarda e più invivibile,
allora questa è Sin City: nessuno di noi vorrebbe mai viverci, ma grazie a Miller, ogni ritorno quaggiù
è sempre ben accetto e vivere per qualche numero fra le sue vie e assieme
ai suoi personaggi marci risveglia forse quel lato bestiale che vorremmo sfogare nei momenti rabbiosi e
ci riporta indietro nel tempo, a quando sfogliavamo per la prima volta le pagine
di "A dame to kill for".
L'atmosfera di "Hell and Back" è sempre quella, ma le sensazioni che ne traspaiono
sono attraversate da un triste pensiero: "cavolo, ma questo l'avevo già letto..."
Le copertine
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volume 1 (c) 2002 Lexy Produzioni
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volume 2 (c) 2002 Lexy Produzioni
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Hell and Back di Frank Miller
(Dark Horse/Maverick/Lexy Produzioni)
Vol. 1, 144pp in b/n, dicembre 2001, Euro 13,43, brossurato
Vol. 2, 176pp in b/n e a colori, marzo 2002, Euro 16,50, brossurato
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