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"Per me fare Cinema � come fumare una sigaretta, fare Fumetti � come fumare uno spinello."
Jodorowsky a Rovigo
Ha iniziato Beltran: sicuro, chiaro, ha avviato il programma di presentazione del "making of", illustrando il procedimento di visualizzazione delle immaginifiche sceneggiature del suo guru. Sullo schermo gigante si sono alternate vignette spettacolari e preziose schermate esplicative. In questa occasione � risultato lampante il legame (sempre esistito) tra Cinema e Fumetto: il ruolo svolto da Beltran in Megalex � apparso molto simile a quello di un regista, di uno scenografo, di un costumista. Il disegnatore, grazie alle elaborazioni tridimensionali del computer, crea le ambientazioni ed entra al loro interno, costruisce l�arredamento, lo dispone nello spazio virtuale, sceglie l�inquadratura migliore, decide la texture e la composizione materica degli oggetti. Per realizzare infine delle vignette iperrealiste, dettagliatissime, che paiono pi� schermate di un videogioco o fotogrammi di un film. Si capisce allora l�entusiasmo dimostrato da Jodorowsky, vecchio uomo di cinema e di teatro, nel commentare la collaborazione col disegnatore parigino: "� un vero disegnatore, prima di tutto, che studia e usa il computer come un nuovo tipo di strumento da disegno...". Vignette spettacolari che forse funzionano di pi� digitalizzate sullo schermo che stampate su carta, isolate dal contesto che inserite in una tavola...
La parola � passata poi al vecchio autore franco-cileno, che solo con i gesti e le parole ha saputo catalizzare l�attenzione di un pubblico ancora ipnotizzato dalle visioni digitali coloratissime e extraterrestri. Il bravo Beltran si � ritirato in buon ordine, ammaliato lui per primo dalla comunicativa e dalla sterminata cultura di colui che � un vero autore "cult". Surrealista, amico di Dal� e Moebius, scrittore, poeta, viaggiatore, filosofo, mimo, esperto di tarocchi e metafisica, regista e autore teatrale e cinematografico, sceneggiatore di fumetti (autore de L�Incal), e chi pi� ne pi� ne metta... il settantenne Jodorowsky ha dimostrato a Rovigo almeno vent�anni di meno e un�umilt� e un�apertura mentale straordinarie. Incalzato dalle domande di noi del Lendicomics, di Rudy Salvagnini (sceneggiatore Disney e del Giornalino, critico cinematografico), di Massimo Perissinotto (Snuff, Frontiera)... Un monologo ad ampio raggio, lungo varie ore, in italiano, spagnolo, francese e inglese. "Il Fumetto � una vera forma d�arte, rispettata come tale e debitamente riconosciuta in Francia, dove i volumi di fumetti gareggiano con i saggi letterari e i normali romanzi nelle classifiche di vendita" ha esordito. "Inoltre nel Fumetto l�opera finale � pi� controllabile dall�autore: per realizzare al cinema i miei soggetti di fantascienza avrei bisogno di affidarmi a superproduzioni hollywoodiane che fatalmente snaturerebbero la mia visione, dovrei collaborare con produttori americani �cabrones�, ignoranti e rozzi, il risultato finale sarebbe pi� un prodotto industriale che un�opera d�arte... quando faccio fumetti il controllo � totale, il mio potere d�autore indiscutibile. Nel Fumetto posso davvero creare i miei universi." Qui si legge tra le righe la scottatura subita dagli studios negli anni �70 per la bocciatura dello straordinario progetto del Dune cinematografico, per il quale Jodorowsky aveva radunato i pi� grandi visionari dell�epoca (HR Giger, Moebius, Chris Foss, i Pink Floyd, Orson Welles, Salvador Dal�, Dan O�Bannon...).
La locandina della mai realizzata trasposizione cinematografica di Dune, 1975 "Il Fumetto � inteso come opera d�arte solo in Francia, in Spagna, in Belgio... in America � una produzione da catena di montaggio; in Giappone � �basura�, immondizia. Questo non toglie che i �comics� e i �manga� abbiano dato luce a grandi opere e grandi autori che ammiro e stimo: Will Eisner e Otomo sono i miei preferiti. A proposito... � vero che suggerii io a Otomo il finale di Akira. Eravamo in un ristorante cinese a Tokyo, con una geisha a testa a far da traduttrici e una bottiglia di whisky in mezzo a noi. Io non bevo mai, ma quella sera ero ubriaco, e per questo non mi ricordo assolutamente cosa raccontai a Otomo, che mi chiedeva delle idee per il finale del suo capolavoro. Pu� anche essere che sia stata in realt� la geisha a trovare l�idea esatta!" Poi: "collaborer� con Travis Charest, grande giovane americano che non ne pu� pi� di supereroi e verr� in Francia. Autori italiani? Ho lavorato benissimo con Cadelo, vorrei tanto lavorare con Liberatore, ma lui il Fumetto non lo ama pi�... Manara? E� bravissimo, ma gli interessano solo i soldi, far fruttare la sua etichetta. Moebius � il pi� grande; anche io disegnavo fumetti, una volta in Messico, ma poi ho visto i suoi, di disegni, e allora ho smesso. Ora sono elettrizzato per il prossimo progetto de L�Incal II, di nuovo con lui."
Per quanto riguarda il suo primo amore, il Cinema, Jodorowsky si � dimostrato aggiornatissimo e fiducioso di un suo prossimo ritorno dietro la macchina da presa: "adoro il nuovo cinema d�azione di Hong-Kong e un certo cinema di genere italiano, gli horror di Dario Argento e Lucio Fulci, amo gli spaghetti-western italiani, tipo Corbucci. Mi piace la fantascienza cinematografica recente, spettacolare come Dark City e Matrix, anche se mi ha disturba la mancanza di una mistica, l�assenza dell�idea di magia. Ho amato soprattutto il magnifico Starship Troopers. Ho molti film nel cassetto, Abigail, il mio ultimo progetto cinematografico, � rimasto nel limbo. Recentemente mi hanno proposto di realizzare un film su un serial killer. �Ma non me gusta!� Non voglio uccidere le donne, io le amo le donne... allora ho detto che l�avrei fatto solo se le donne uccise si rivelano essere la madre, le sorelle, le zie del protagonista... I produttori hanno detto di s�, forse non hanno nemmeno capito, allora ho preso al volo l�occasione e ho accettato." Jodorowsky � instancabile, ma dove trova tutta la sua energia? "Ormai anche io ne ho poca, lo sperma l�ho terminato, sono un povero vecchio... i miei testicoli sono secchi..." Nonostante questi problemi di natura "fisiologica", l�incontro termina con dozzine di autografi vergati sui bei poster dell�evento, sui volumi a fumetti e sui libri del Movimento Panico. Un incontro indimenticabile con un vero Artista. Anzi: un vero Uomo.
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