<Monitor>   recensioni dallo staff

Venerdí, 10 Agosto 2007

  • monitor/?14511
    recensito da M.Dollari - 10/08/2007 00:07

    Siamo in un ideale Giappone del 1923: misteriose creature appaiono nella citt� di Tokyo, terrorizzando e seminando il panico nella popolazione. A parte una ragazza di nome Sakura Shinguji, nessuno sembra poter tenere testa ad un nemico che appare invincibile per i comuni mortali.
    Nel frattempo, Ichiro Ogami, guardiamarina dell'accademia navale, viene assegnato ad un misterioso compito di... "garzone tuttofare" al Teatro Imperiale nel quartiere di Ginza, alle dipendenze dell'ammiraglio Yoneda Itsuki. Nonostante sia circondato da donne bellissime (fra cui la guerriera Sakura), Ichiro cade in depressione, demotivato da un compito che per lui sembra infamante. Tuttavia, durante una commissione nel centro della citt�, Ichiro si scontra con una di queste creature, supportato per� da due misteriosi robot a vapore...

    Manga estremamente frizzante e mai noioso, questo Sakura Wars, almeno da quello che possiamo dedurre dalla lettura del solo primo numero: i disegni, opera di Ikku Masa, su character design di Kosuke "Oh, mia Dea!" Fujishima, sono eccellenti e fanno un largo e sapiente uso del retino, nel pi� classico stile giapponese. I personaggi e i luoghi sono ben tratteggiati e l'espressivit� dei primi � resa in maniera sublime, sfruttando saggiamente la direzione dello sceneggiatore Ohji Hiroi, il quale si trova a dover narrare una divertente storia, tratta da un videogioco strategico realizzato da Sega: peccato che proprio il nome del protagonista, originariamente Ohgami Shoi, sia l'unico ad essere diverso rispetto a quelli di tutti gli altri personaggi.

    A titolo di informazione, per Sakura Wars sono stati realizzati anche una serie di episodi ed un film, disponibili anche qui in Italia.

    Sakura Wars n.1 di Ohji Hiroi (storia), Ikku Masa (disegni) e Kosuke Fujishima (character design) - Starcomics, 13x18 cm, 192 pagg, brossurato b/n, testata Techno (158), € 3.30

    Domenica, 1 Luglio 2007

  • monitor/?13810
    recensito da M.Dollari - 01/07/2007 00:02
    La Lista di Hoshin � un lunghissimo elenco di creature che hanno invaso la terra e che sfruttano i loro poteri superiori per soggiogare gli esseri umani al loro ludico volere. Per equilibrare questa situazione e far tornare tutto alla normalit�, i saggi del cielo, i cosiddetti Sennin, decidono di inviare un praticante immortale, Taikobo, il quale ha l'ingrato compito di sconfiggere i Sennin malvagi e sigillarli per sempre nell'Hoshindai, un contenitore di anime.
    Pubblicato da Star Comics a partire da marzo 2007, su testi e disegni di Ryu Fujisaki, Hoshin Engi � un manga imperniato su combattimenti giocati sull'astuzia e momenti esilaranti causati dall'ingenuit� del suo protagonista. Continui capovolgimenti di trama coinvolgono il lettore costringendolo ad una lettura assidua, facendogli trascorrere un'oretta di sano divertimento. Ispirato alla leggenda cinese di Saiyuki.

    Hoshin Engi n.1 di Ryu Fujisaki - Starcomics, 12x18 cm, 208 pagg, brossurato b/n, testata Dragon (105), � 3.30

    Martedí, 29 Maggio 2007

  • monitor/?13952
    recensito da O. Tamburis - 29/05/2007 00:03
    Nell'ultimo passo prima della brusca accelerazione degli eventi che dovrebbe aver luogo a partire da maggio, Vietti torna ad esplorare il lato pi� direttamente poliziesco della serie (aspetto che, limitatamente ai tre pap� sardi di Nathan, � stato trattato con maggiore frequenza da Vigna).
    Vietti non rinuncia per� a mischiare le carte in tavola, calando in un'atmosfera solo apparentemente procedural un suo vecchio personaggio, vale a dire quella Kendra, apparsa per la prima (e finora unica) volta nello speciale n.11, presentata allora - e ora ritrovata - come cacciatrice di serial killer, ai tempi al servizio di una non meglio identificata organizzazione denominata laconicamente "Il laboratorio".

    La strada di Kendra torna ad incrociare quella di Nathan, dato che un pericoloso criminale (Myura) da lei a lungo inseguito sembra essersi stabilito nei meandri della Citt� Est, e da l� sta riprendendo a tracciare la sua scia di sangue e morte grazie ad un serial killer "fantoccio" (guidato in realt� dalla mente di Myura) e ad un'enorme creatura frutto di esperimenti genetici che vaga nei condotti abbandonati della metropolitana.

    E' interessante come Kendra compaia nella sequenza iniziale in una situazione "in medias res", tuttavia lungo l'arco della storia il suo personaggio perde lentamente di spessore, specie se confrontato con la psicologia della sua storia d'esordio: Vietti infatti aggiunge poco o nulla a quella caratterizzazione, tessendo blandi riferimenti ad elementi quali lo stesso "Laboratorio", o al "siero di Dio" che garantiva una sorta di invulnerabilit� ed una sovrumana abilit� e velocit� (con la cui dipendenza Kendra deve comunque avere a che fare, e in questo si ritrova parte del piglio che inizialmente l'aveva contraddistinta). I diversi filoni dell'indagine, seppur introdotti con una buona scelta di alternanza e di ritmo narrativo, alla fin fine si dipanano lungo strade rodate, dirigendosi verso la fine delle 94 pagine (e non senza il solito senso di "corsa" contro il numero di pagine), e la carta di Kendra in realt� si rivela utilizzata in maniera ben poco efficace, quasi come un esile sostituto in mancanza di Legs; la cosa francamente dispiace, e non basta lo scatto finale nei confronti di Myura per aumentarne la valutazione in sede di giudizio.

    Ciononostante, la storia si mantiene in generale al di sopra della tanto decantata "media", se non altro per la capacit� di gestire in un unico soggetto elementi in partenza apparentemente distanti tra loro. Purtroppo il tratto di Stefano Casini � in quest'occasione leggermente offuscato rispetto ad altre sue prove: ne � un esempio la non sicura gestione del profilo di Kendra, che appare molto pi� spigoloso rispetto a come era stato reso da Dante Bastianoni, ma anche pi� in generale � abbastanza palese la mancanza di una maggiore cura del tratto. La sua classe rimane per� indiscutibile, per cui il risultato finale si assesta comunque tranquillamente su una mediocritas di alto livello.

    La citt� delle tenebre n.191 di Stefano Vietti e Stefano Casini - Sergio Bonelli Editore, 90 pagg, brossurato b/n, testata Nathan Never, � 2.50

    Martedí, 22 Maggio 2007

  • monitor/?13960
    recensito da M.Dollari - 22/05/2007 14:01

    Siamo in un mondo fantastico al di fuori del tempo. La razza dominante � sempre quella umana, ma come al solito su di essa incombe una tremenda minaccia: i Dark One, entit� mostruose e invincibili, fanno strage degli uomini che osano uscire dalle citt� fortificate. L'unico modo per viaggiare da un luogo all'altro � quello di farsi accompagnare da gruppi di Mercenari, guerrieri umani che in qualche modo riescono a contrastare lo strapotere dei Dark One.
    Uno di essi, Leroy Schwartzer, � particolarmente potente e possiede un oggetto favoloso: Ragnarok, la spada parlante.

    Dalla penna di Kentaro Yasui nasce questa miniserie di quattro numeri per i disegni di un grande character design, Tsukasa Kotobuki: figure stilizzate, quasi vampiresche nel loro pallore portatore di morte, ogni personaggio risulta essere fatale nell'oscuro percorso che Schwartzer dovr� fare per liberare l'umanit� dalla terribile minaccia dei Dark One. Il primo numero risulta avvincente e si legge tutto d'un fiato grazie alla semplicit� della trama e al piacere che si ha nel gustare i tratti neroscuri di Kotobuki. Forse l'ambientazione � stata trascurata un po', ma tramite le note finali dell'autore si pu� scoprire qualcosa in pi� del mondo in cui si muovono i protagonisti di questo nuovissimo manga.

    Ragnarok n.1 di Tsukasa Kotobuki (disegni) e Kentaro Yasui (testi) - Starcomics, 13x18 cm, 208 pagg, brossurato b/n, testata Point Break (89), � 3.30

    Mercoledí, 16 Maggio 2007

  • monitor/?13950
    recensito da O.Tamburis - 16/05/2007 00:06
    ...e purtroppo lo fa nel peggiore dei modi.

    L'intera storia sa troppo di "collage" di t�poi narrativi, presi tra gli elementi maturati negli ultimi tempi all'interno della serie: il siparietto con Sara in partenza per Marte, i riferimenti a futuri sconvolgenti eventi ("sembra che il pianeta Marte si stia come isolando", dice Nathan nelle prime pagine), ed ovviamente lui, l'Uomo Quantico che, per la prima volta nelle mani di un autore diverso da Serra, non riesce ad andare di molto oltre uno scimmiottamento della sua iniziale caratterizzazione.

    Vietti in pratica, per la quasi totalit� dell'albo, non fa altro che condensare la trama del nono gigante. Una trama che, date le sue peculiarit�, neanche un enorme numero di pagine poteva avere la pretesa di esaurire, e a maggior ragione 94 pagine danno la sensazione che Nathan avrebbe potuto vivere altre situazioni del tutto intercambiabili con quelle nelle quali viene risucchiato grazie ai poteri dell'uomo quantico.
    Intendiamoci: le due sequenze non sono male, nella seconda l'elemento steampunk viene introdotto senza strafare (da segnalare la terza vignetta di pag.81), mentre nella prima l'autore ne approfitta per riportare in scena nientemeno che gli Shra, con i quali a suo tempo aveva dato origine ad una articolata sotto-trama all'interno della continuity neveriana. Vedere personaggi gi� noti, ma nel contesto di un altro universo (sia "geografico" che narrativo) ben suggerisce l'idea di un multiverso che vive e fluisce al di l� delle nostre capacit� di comprensione.

    In questo i discorsi ed i pensieri dell'uomo quantico acquisiscono un preciso significato, ma tale tentativo risulta poi banalizzato da quelle stesse parole che questi rivolge a Nathan alla fine della storia, pigiando ancora una volta stancamente su quegli stessi punti che Serra aveva gi� chiaramente introdotto nello speciale in cui l'essere che un tempo era stato William Campbell ha fatto la sua prima, sconvolgente, apparizione.

    A completare il quadro vi � l'ennesimo spunto "viettiano" verso la definizione di nuovi scenari, come si deduce dalle parole dell'uomo quantico nell'ultima pagina, ed un accenno ai disegni di un Andrea Bormida apparentemente un po' tirato via: non del tutto a suo agio nell'ambientazione Shra, ma capace di segnare pi� di un punto a suo favore nella seconda parte, oltre ad alcune azzeccate espressioni del "musone" agente speciale, ancora una volta gravato da pensieri e presagi che sembrano travalicare la sua semplice umanit� (di carta).

    Le spirali del multiverso n.190, di Stefano Vietti e Andrea Bormida - Sergio Bonelli Editore, 90 pagg, brossurato b/n, testata Nathan Never, � 2.50


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