<Monitor>   recensioni dallo staff

Martedí, 29 Maggio 2007

  • monitor/?13952
    recensito da O. Tamburis - 29/05/2007 00:03
    Nell'ultimo passo prima della brusca accelerazione degli eventi che dovrebbe aver luogo a partire da maggio, Vietti torna ad esplorare il lato più direttamente poliziesco della serie (aspetto che, limitatamente ai tre papà sardi di Nathan, è stato trattato con maggiore frequenza da Vigna).
    Vietti non rinuncia però a mischiare le carte in tavola, calando in un'atmosfera solo apparentemente procedural un suo vecchio personaggio, vale a dire quella Kendra, apparsa per la prima (e finora unica) volta nello speciale n.11, presentata allora - e ora ritrovata - come cacciatrice di serial killer, ai tempi al servizio di una non meglio identificata organizzazione denominata laconicamente "Il laboratorio".

    La strada di Kendra torna ad incrociare quella di Nathan, dato che un pericoloso criminale (Myura) da lei a lungo inseguito sembra essersi stabilito nei meandri della Città Est, e da lì sta riprendendo a tracciare la sua scia di sangue e morte grazie ad un serial killer "fantoccio" (guidato in realtà dalla mente di Myura) e ad un'enorme creatura frutto di esperimenti genetici che vaga nei condotti abbandonati della metropolitana.

    E' interessante come Kendra compaia nella sequenza iniziale in una situazione "in medias res", tuttavia lungo l'arco della storia il suo personaggio perde lentamente di spessore, specie se confrontato con la psicologia della sua storia d'esordio: Vietti infatti aggiunge poco o nulla a quella caratterizzazione, tessendo blandi riferimenti ad elementi quali lo stesso "Laboratorio", o al "siero di Dio" che garantiva una sorta di invulnerabilità ed una sovrumana abilità e velocità (con la cui dipendenza Kendra deve comunque avere a che fare, e in questo si ritrova parte del piglio che inizialmente l'aveva contraddistinta). I diversi filoni dell'indagine, seppur introdotti con una buona scelta di alternanza e di ritmo narrativo, alla fin fine si dipanano lungo strade rodate, dirigendosi verso la fine delle 94 pagine (e non senza il solito senso di "corsa" contro il numero di pagine), e la carta di Kendra in realtà si rivela utilizzata in maniera ben poco efficace, quasi come un esile sostituto in mancanza di Legs; la cosa francamente dispiace, e non basta lo scatto finale nei confronti di Myura per aumentarne la valutazione in sede di giudizio.

    Ciononostante, la storia si mantiene in generale al di sopra della tanto decantata "media", se non altro per la capacità di gestire in un unico soggetto elementi in partenza apparentemente distanti tra loro. Purtroppo il tratto di Stefano Casini è in quest'occasione leggermente offuscato rispetto ad altre sue prove: ne è un esempio la non sicura gestione del profilo di Kendra, che appare molto più spigoloso rispetto a come era stato reso da Dante Bastianoni, ma anche più in generale è abbastanza palese la mancanza di una maggiore cura del tratto. La sua classe rimane però indiscutibile, per cui il risultato finale si assesta comunque tranquillamente su una mediocritas di alto livello.

    La città delle tenebre n.191 di Stefano Vietti e Stefano Casini - Sergio Bonelli Editore, 90 pagg, brossurato b/n, testata Nathan Never, € 2.50

    Martedí, 22 Maggio 2007

  • monitor/?13960
    recensito da M.Dollari - 22/05/2007 14:01

    Siamo in un mondo fantastico al di fuori del tempo. La razza dominante è sempre quella umana, ma come al solito su di essa incombe una tremenda minaccia: i Dark One, entità mostruose e invincibili, fanno strage degli uomini che osano uscire dalle città fortificate. L'unico modo per viaggiare da un luogo all'altro è quello di farsi accompagnare da gruppi di Mercenari, guerrieri umani che in qualche modo riescono a contrastare lo strapotere dei Dark One.
    Uno di essi, Leroy Schwartzer, è particolarmente potente e possiede un oggetto favoloso: Ragnarok, la spada parlante.

    Dalla penna di Kentaro Yasui nasce questa miniserie di quattro numeri per i disegni di un grande character design, Tsukasa Kotobuki: figure stilizzate, quasi vampiresche nel loro pallore portatore di morte, ogni personaggio risulta essere fatale nell'oscuro percorso che Schwartzer dovrà fare per liberare l'umanità dalla terribile minaccia dei Dark One. Il primo numero risulta avvincente e si legge tutto d'un fiato grazie alla semplicità della trama e al piacere che si ha nel gustare i tratti neroscuri di Kotobuki. Forse l'ambientazione è stata trascurata un po', ma tramite le note finali dell'autore si può scoprire qualcosa in più del mondo in cui si muovono i protagonisti di questo nuovissimo manga.

    Ragnarok n.1 di Tsukasa Kotobuki (disegni) e Kentaro Yasui (testi) - Starcomics, 13x18 cm, 208 pagg, brossurato b/n, testata Point Break (89), € 3.30

    Mercoledí, 16 Maggio 2007

  • monitor/?13950
    recensito da O.Tamburis - 16/05/2007 00:06
    ...e purtroppo lo fa nel peggiore dei modi.

    L'intera storia sa troppo di "collage" di tòpoi narrativi, presi tra gli elementi maturati negli ultimi tempi all'interno della serie: il siparietto con Sara in partenza per Marte, i riferimenti a futuri sconvolgenti eventi ("sembra che il pianeta Marte si stia come isolando", dice Nathan nelle prime pagine), ed ovviamente lui, l'Uomo Quantico che, per la prima volta nelle mani di un autore diverso da Serra, non riesce ad andare di molto oltre uno scimmiottamento della sua iniziale caratterizzazione.

    Vietti in pratica, per la quasi totalità dell'albo, non fa altro che condensare la trama del nono gigante. Una trama che, date le sue peculiarità, neanche un enorme numero di pagine poteva avere la pretesa di esaurire, e a maggior ragione 94 pagine danno la sensazione che Nathan avrebbe potuto vivere altre situazioni del tutto intercambiabili con quelle nelle quali viene risucchiato grazie ai poteri dell'uomo quantico.
    Intendiamoci: le due sequenze non sono male, nella seconda l'elemento steampunk viene introdotto senza strafare (da segnalare la terza vignetta di pag.81), mentre nella prima l'autore ne approfitta per riportare in scena nientemeno che gli Shra, con i quali a suo tempo aveva dato origine ad una articolata sotto-trama all'interno della continuity neveriana. Vedere personaggi già noti, ma nel contesto di un altro universo (sia "geografico" che narrativo) ben suggerisce l'idea di un multiverso che vive e fluisce al di là delle nostre capacità di comprensione.

    In questo i discorsi ed i pensieri dell'uomo quantico acquisiscono un preciso significato, ma tale tentativo risulta poi banalizzato da quelle stesse parole che questi rivolge a Nathan alla fine della storia, pigiando ancora una volta stancamente su quegli stessi punti che Serra aveva già chiaramente introdotto nello speciale in cui l'essere che un tempo era stato William Campbell ha fatto la sua prima, sconvolgente, apparizione.

    A completare il quadro vi è l'ennesimo spunto "viettiano" verso la definizione di nuovi scenari, come si deduce dalle parole dell'uomo quantico nell'ultima pagina, ed un accenno ai disegni di un Andrea Bormida apparentemente un po' tirato via: non del tutto a suo agio nell'ambientazione Shra, ma capace di segnare più di un punto a suo favore nella seconda parte, oltre ad alcune azzeccate espressioni del "musone" agente speciale, ancora una volta gravato da pensieri e presagi che sembrano travalicare la sua semplice umanità (di carta).

    Le spirali del multiverso n.190, di Stefano Vietti e Andrea Bormida - Sergio Bonelli Editore, 90 pagg, brossurato b/n, testata Nathan Never, € 2.50

    Venerdí, 13 Aprile 2007

  • monitor/?13807
    recensito da M.Dollari - 13/04/2007 00:07
    Elemental Gerad è un manga decisamente particolare: nel tentativo di rivelare ben più di quello che dovrebbe, l'autrice altera completamente la percezione, in chi legge, su ciò che veramente è fondamentale alla trama e ciò che invece è di secondaria importanza. In un certo senso, il lettore viene informato di molti particolari sul futuro della serie già da questo primo numero, eppure tutto ciò non basta, perché l'aura di mistero che avvolge i protagonisti non li abbandona mai. Non si capisce, tuttavia, se questo modo di raccontare la storia sia una scelta di Azuma o se semplicemente sia una conseguenza del modo confuso con cui in questi ultimi anni si ha la tendenza a realizzare certi tipi di manga.
    Pubblicato da Star Comics a partire da Marzo 2007, Elemental Gerad narra le vicende di Coud Van Giroued, un pirata dell'aria piuttosto inesperto, che un "bel" giorno si imbatte in una giovane e sinistra ragazza, Reverie Metherlence: quest'ultima sembra avere il potere di diventare un'arma invincibile che letteralmente si fonde con colui che da lei viene prescelto alla fusione.
    Manga decisamente movimentato, alterna momenti di drammaticità a repentini cambi di pura demenzialità.

    Elemental Gerad n.1 di Mayumi Azuma - Starcomics, 13x18 cm, 192 pagg, brossurato b/n, testata Zero (90), € 3.30

    Venerdí, 6 Aprile 2007

  • monitor/?13902
    recensito da M.Dollari - 06/04/2007 00:30

    Il mondo è soggiogato al potere dei Vandel, demoni feroci che ossessionano i poveri umani e li costringono a vivere nella morsa della paura all'interno di villaggi fortificati. A contrastare questa ingiustizia, si ergono gruppi di cavalieri denominati Buster, uno dei quali è capeggiato dal fortissimo Zenon. Tuttavia, durante un violentissimo scontro con un Vandel particolarmente potente nel villaggio di Beet, un ragazzino dalle speciali qualità, Zenon e i suoi guerrieri sono costretti a capitolare e prima di morire donano i loro poteri proprio a Beet. Da qui iniziano le sue avventure, le avventure del nuovo re dei Vandel Buster.
    Manga dal target decisamente giovanile, probabilmente composto da appassionati di Yu-Gi-Oh, Beet Vandel Buster è il racconto di una sorta di gioco di ruolo, nel quale i protagonisti devono uccidere demoni non solo per liberare il mondo dalla malvagità, ma anche per conquistare punti, per aumentare di livello combattivo e per guadagnare i soldi delle taglie.
    Il fatto che possa essere indirizzato ad un pubblico under 12, o poco più, rischia di limitarne la godibilità per quegli appassionati più adulti di manga: i dialoghi sono molto superficiali e i disegni, seppure particolareggiati e divertenti, risultano elementari e non realistici.
    Questa almeno è l'impressione che si ha leggendo il primo numero della serie: se le cose matureranno successivamente non ci è dato di sapere se non prima del 20 aprile, data di uscita prevista per il secondo albo. D'altronde conoscevamo già Sanjo e Inada per il manga Dai: La grande avventura e si poteva facilmente avere un'idea di ciò che si sarebbe presentato con questa nuova testata.

    Beet Vandel Buster n.1 di Riku Sanjo (Testi) e Koji Inada (Disegni) - Starcomics, 12x18 cm, 176 pagg, brossurato b/n, testata Ghost (39), € 3.30

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