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" Leggenda"

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Il Buon Vecchio Giannizzero Nero vi racconta una favola:

Chi ha paura dei sette nani? recensione di Michelangelo Benedettini



TESTI
Sog. e Sce. Robin Wood    

A chi possa riferirsi il titolo dell'albo gi� pensiamo di saperlo, ed invece, arrivati a met� della lettura, si svela l'arcano.

La cara vecchia fiaba, raccontata dai nonni o da Walt Disney, solamente con pi� sangue di quando la ascoltavamo da piccoli.

Robin Wood, artigiano della narrazione a fumetti (ne sforna a getto continuo) ripropone la leggenda di Biancaneve in una versione assai cupa.

Trasfigurati, ma presenti, i personaggi principali: c'� la bella fanciulla che, privata del legittimo regno, vive nella foresta, sicuro rifugio per banditi e perseguitati; qui vive, fintasi cieca, corteggiata da un aitante contadino, ingenuo e di buoni sentimenti, e aiutata da sette nani, scherniti e perseguitati per la loro minorazione fisica e fuggiti anch'essi nel bosco, in attesa di tempi migliori; ed infine la malvagia (e lussuriosa) duchessa, usurpatrice del trono e coadiuvata da un mostro deforme, fedele esecutore dei suoi propositi criminosi.
In giro per la rete..
Dago il successo
su Fucine Mute

Inserito nella vicenda, Dago rappresenta, ovviamente, il motore dell'azione, l'ago della bilancia nella lotta tra i "villains" ( che, nelle storie del Giannizzero Nero, non hanno quasi mai incertezze o mutamenti caratteriali, sono malvagi oltre ogni limite, stupidi, arroganti e senza traccia di alcun pentimento ) e i "good fellows" ( che, esasperati, spesso non disdegnano l'uso della forza ).

Il nostro eroe difender� immancabilmente questi ultimi, mai spinto dal profitto, affrontando ogni genere di traversia e di pericolo ( ma � davvero in pericolo chi gli si oppone ) e guidando la rivolta dei diseredati riparatisi nella foresta.

La narrazione � lineare, semplice e cronologicamente ordinata come un racconto trasmesso oralmente, un poco appesantita nel finale dalle didascalie attraverso le quali il mostro ci racconta la sua esistenza meschina e penosa (che non commuove nessuno) e la morbosa fedelt� alla sua padrona. Da questo punto di vista il prodotto non ha pretese di innovazione stilistica, ma si presenta per quello che �: una storia popolare ed avventurosa, ben confezionata.

Apprezzabili i dialoghi, che ci mostrano Dago padrone di ogni situazione, duro e spavaldo con i superbi e gli arroganti, aperto e talvolta ironico con gli abitanti del bosco.

Qualche pecca nella narrazione non manca: le spiegazioni che dovrebbero raccordare le scene non sempre ci sono (ad esempio: il cuore che la duchessa esige le venga portato dal mostro apparterrebbe prima ad un amante che le si � negato, poi alla legittima erede al trono) e il racconto � avvolto nell'indeterminatezza ( tempi e luoghi ) proprio come in una fiaba; il tutto a vantaggio dell'azione pura.

L'approfondimento psicologico richiesto risulta quindi essere minimo, giusto accennato nella vicenda del servo deforme della duchessa, vero "mostro tra i mostri", carnefice di chi � a lui simile nella sventura, assassino dell'antico padrone ( genitore della legittima erede al trono: la figura di Biancaneve, nel racconto, sbiadisce di fronte alla perversa malvagit� dei due "cattivi"! ).



DISEGNI
Mendez    

Veniamo ai disegni. Ahim�, continua l'impari confronto tra le tavole di Dago proposte settimanalmente su Lanciostory (autore Carlos Gomez) e quelle degli albi mensili con vicende autoconclusive.

Sembra che la dolorosa scomparsa di Salinas abbia lasciato i disegnatori del suo staff di fronte ad un compito troppo arduo.

I lettori abituati agli albi bonelliani affrontano un fumetto che, per mantenere la cadenza mensile, adotta un numero ridotto di vignette per tavola ( in genere tre ) e enormi spazi bianchi all'interno di esse;

Mentre la resa del movimento � sufficientemente chiara, le scene pi� statiche appaiono meno naturali, quasi "in posa"; non troppo particolareggiate le "scenografie" e, anche a causa di un segno grosso e nervoso, i volti dei comprimari risultano irreali, grotteschi e cambiano aspetto al variare dell'inquadratura.

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Dago, i nani, il mostro, la duchessa cattiva
di Mendez (c) 2005 Eura



GLOBALE
 

Copertina: al contrario di quanto accade su John Doe, dove Carnevale si eleva ad autentico maestro della sintesi grafica ( ammesso che ci� abbia un senso ), nella serie di Wood il valore delle copertine, forse per i soliti motivi di tempo, risulta mediocre; tutto � piuttosto approssimativo, lo sfondo o � assente o piuttosto confuso, il disegno scarno e l'abbinamento dei colori poco felice.

Fattosi capopopolo, eppure solitario, guerriero di mille battaglie, cinico e disincantato, Dago assurge ad eroe perfetto nelle mani di un narratore superiore.

Eppure leggendo anche solo qualche albo della serie mensile di Dago si potrebbe avere la sensazione che lo schema della narrazione si ripeta stancamente: l'eroe, nel suo vagabondare tra una guerra e l'altra, incappa in una comunit� oppressa dal cattivo di turno, un nobile arrogante o una spietata femme fatale, arroccato in un tetro maniero nel quale compie ogni sorta di misfatto; subito, maestro esperto tanto nell'uso delle armi quanto nella cura dei campi, diventa guida della ribellione e vendicatore della comunit�, conducendo l'assalto al castello e spargendo il sangue del malfattore e dei suoi complici; basta aggiungere una (pi� o meno) felice coppia di innamorati, qualche tradimento e le notti bollenti del nostro eroe per ottenere la base di molti racconti.

Invece, come nel caso dell'albo recensito, dove la riproposizione di una storia arcinota potrebbe togliere interesse alla lettura, il tutto scorre e riesce per lunghi tratti ad appassionare, senza apparire ripetitivo (qui si riconosce la mano dell'artista).

Addirittura il lettore � portato a compiacersi allorch� riconosce gli elementi della fiaba dell'infanzia trasposti nella crudezza di questo fumetto: si veda la scena in cui la terribile duchessa, rimirandosi allo specchio, chiede al mostro, appartato nell'oscurit� dietro di lei, chi sia la pi� bella del reame.

Insomma, Dago � un fumetto ricco di azione e di battaglie, apprezzabile per la fantasia con cui Robin Wood rielabora miti e leggende e per la creativit� che porta il Giannizzero Nero a superare in maniera originale pericoli ed inganni che ormai sono clich� di questo genere di letteratura.

Un fumetto lontano anni-luce da storie cerebrali e comprensibili solo al lettore iniziato che ne ha seguito nel corso degli anni il tortuoso intreccio.


Dago anno XI n.8 "Leggenda" di Robin Wood (testi), Mendez (disegni). (Eura Editoriale 2005), 96pp ca. b&n formato "bonelliano", euro 2,60.

 

 


 
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