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LA TRASFERTA ASIATICA DI JERRY DRAKE




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Indocina
MN 327
(c) SBE
Considerazioni sulla saga in oriente di Mister No e sullo stato della serie

La trasferta asiatica di Jerry Drake
articolo di Cristian Di Clemente

Con l'appendice narrata nell'albo del novembre 2003 si � conclusa, dopo diciassette mesi, la trasferta asiatica di Mister No. Una saga giunta in un momento quanto mai opportuno: dopo il ritorno a Manaus con il n.273, datato febbraio 1998, soltanto l'incontro con Drake Senior (n.292/294) era riuscito a scuotere la serie regolare dall'apatia, che pare ormai irreversibile, del Mister No amazzonico. Niente di meglio di un nuovo viaggio lontano dalla foresta per ridare un p� di freschezza al personaggio (come era gi� avvenuto, in passato, con l'Africa e il Nord America). La trasferta ha centrato l'obiettivo? S�, anche se solo parzialmente. Nel senso che, se paragoniamo la situazione della serie alle notti afose dell'ultima, pazza estate meteorologica, l'effetto di questo viaggio si � fatto sentire, ma � stato come quello un ventilatore a velocit� variabile (ogni tanto fermatosi a causa di qualche black-out, programmato o no), non quello di un condizionatore sparato al massimo.

La saga ha comunque il grande merito di aver restituito un p� di interesse alla serie. E' mancato, tuttavia, un vero e proprio salto di qualit�, per una serie di aspetti:

  • i soggetti non riescono a coinvolgere il lettore (soltanto con l'ultima storia si fa abbastanza sul serio) e i nuovi protagonisti ed antagonisti sono spesso fiacchi;
  • il continente asiatico fa da cornice alle storie senza assumere mai il ruolo di protagonista (si � preferito puntare alle variet� delle locations, in particolare nell'ultima storia);
  • la trasferta non aggiunge nulla a Mister No come personaggio, che se ne torna Manaus senza cicatrici nell'animo (come la perdita dell'amicizia di Jimmy Collins in Africa) n� un arricchimento come uomo (affrontare il padre ed il proprio passato a New York);
  • i tre protagonisti (Jerry, Esse-Esse ed il nuovo amico, l'olandese Piotr Van De Veer) hanno caratterizzazioni ben poco differenziate. Piotr, in particolare, dopo un discreto esordio, si � appiattito come personaggio, diventando praticamente un "clone" di Esse-Esse (il quale, a sua volta, da molti anni ha una caratterizzazione troppo simile a quella di Jerry). Risultato: Piotr � un personaggio del quale si capisce poco l'utilit�, se non quella di aggiungere maggiore "potenza di fuoco" ai due amici di Manaus;
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    Kruger, Jerry e Piotr
    disegno di Marco Bianchini & Marco Santucci
    (c) 2003 SBE

  • scarsa convinzione nella saga da parte della redazione Bonelli, desumibile da alcuni segnali: il frontespizio, rimasto amazzonico (durante la saga in Nord America cambi� ben due volte) e l'assenza di molti dei migliori disegnatori della serie come Diso, Suarez, Valdambrini, Bruzzo ed il nuovo Viglioglia, dirottati su altre serie o comunque non coinvolti nel progetto. A voler essere cattivi, nella copertina del n.332 ("Birmania misteriosa"), la raffigurazione del volto di Mister No � la stessa del n.165 ("Il clandestino") con modifiche soltanto alla posizione delle pupille. Del resto, la differenza dello stile di Diso tra il 1989 ed il 2003 � netta...

    Esaminiamo ora, in sintesi, le avventure della saga asiatica.

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    La piana delle giare
    disegno dei fratelli Di Vitto
    (c) 2002 SBE
       
     
  • "Trafficanti di morte" (n.326/328, testi di Marzorati e disegni dei fratelli Di Vitto), l'episodio che conduce Jerry e Kruger nel Laos con il nuovo amico Piotr Van De Veer, pur nella consueta pesantezza dei testi di Marzorati e senza esaltare, � l'avventura pi� equilibrata della saga, con una buona descrizione dell'ambiente asiatico e della delicata situazione politico-sociale dell'Indocina. E' la sola storia in cui si percepisce qualche differenza nelle caratterizzazioni dei tre protagonisti, con Esse-Esse che si confronta con una parte del proprio passato e con Van De Veer in iniziale contrasto con Jerry. Il finale �, tuttavia, troppo sbrigativo, proprio nel momento clou (lo scontro tra i ribelli ed i contadini dell'anziano Phan Bai).

  • "Il risveglio del drago" (n.329/331, testi di Mignacco e disegni di Gramaccioni), la seconda avventura, � la pi� infelice della trasferta. La costruzione di una linea ferroviaria nella foresta fa tornare alla memoria il classico nolittiano "La ferrovia dei dannati" (n.110/113), ma un paragone tra le storie non � neppure proponibile. Quella ambientata in Asia � priva di qualsiasi pathos e fascino (come nella lunga caccia alla tigre). C'� uno sforzo in termini di documentazione (soprattutto, cognizioni ingegneristiche), ma il tutto d� l'impressione di lezione didattica, suscitando noia. L'Asia fa solo da cornice e i ribelli che compaiono sono assai banali. L'ingegnere Alexandra Maartens, coprotagonista, � l'incoerenza fatta persona.

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    Il tempio degli uomini-belva
    disegno di Busticchi&Paesani
    (c) 2003 SBE
       
     

  • In "Birmania misteriosa" (n.331/333, testi di Mignacco e disegni della coppia Busticchi&Paesani), la terza avventura, l'intrigante incipit (il passato di Jerry nelle "tigri volanti") �, purtroppo, soltanto il pretesto per coinvolgere Mister No in una vicenda che alterna, in un plot poco entusiasmante, omicidi, credenze popolari, seguaci di sette misteriose in tempi sperduti e droga. L'Asia fa ancora una volta soltanto da cartolina.

  • "Allarme atomico" (n.334/341), � un'avventura-fiume di ben otto albi (anche se sul considerla una sola storia si potrebbe discutere) realizzata a 18 mani (testi di Mignacco e Masiero, disegni di Bianchini&Santucci, fratelli Di Vitto, Bisi e Busticchi&Paesani). L'avvio � promettente, con i tre amici coinvolti in un intrigo internazionale incentrato sulla scomparsa di una bomba atomica in Thailandia. I primi due albi sono puro intrattenimento ed estremamente agili, e si chiudono con l'ottimo colpo di scena del piano di Donovan e Kreg, spie dei due blocchi opposti (rispettivamente, Stati Uniti ed Unione Sovietica). Con quel colpo di scena, tuttavia, si esauriscono le vere sorprese della storia. Questa saga manca di quel grado di complessit� e complicazione della trama che una tale lunghezza (ben 752 tavole) suggeriva. I sei albi successivi si riducono, infatti, ad un lunghissimo inseguimento attraverso varie tappe e, prescindendo dal fatto che siano ben realizzate o sufficientemente affascinanti (Macao e Cina) oppure fiacche (deserto del Gobi e finale in Thailandia), il risultato complessivo � una storia interessante ma troppo lunga, con alcune tappe intermedie (Macao) che non portano a sviluppi reali (il finale, tra l'altro affrettato malgrado gli otto albi a disposizione, � del tutto indipendente da quanto avviene nella parte centrale di questa "saga nella saga").
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    Nadia Kreg e Martin Donovan (a sinistra) e Madame Vibora (a destra)
    disegni di Bisi e Di Vitto
    (c) 2003 SBE

    Si sente la mancanza di un nemico accattivante: la diabolica coppia di spie, dopo l'esordio bruciante, si standardizza e banalizza, mentre l'affascinante e pericolosa Madame Vibora, malgrado le premesse, non ci fa poi una grande figura, facendosi infinocchiare da tutti senza sferrare neppure un colpo di coda. Poco carismatici americani e russi (Miller e Sulik) che danno la caccia a Jerry e compagni, se paragonati a personaggi della serie come Delia o Hiden.

    Il n.342, "Rio de Janeiro" (Mignacco ai testi e i Di Vitto ai disegni), fa da ponte al ritorno alla normalit� della serie: Jerry e Kruger lasciano l'Asia, con calma, dopo aver sistemato le questioni in sospeso con i loro nuovi amici. Inevitabile � il distacco con Piotr, il loro "clone" ;-), malgrado una puntatina di quest'ultimo a Rio su incarico di Madame Vibora (con la quale sembra nascere una sorprendente relazione).

    Ribadendo, malgrado i difetti evidenziati, il giudizio positivo della saga asiatica sulla serie, facciamo una considerazione su quello che non si � visto: la trasferta non ha avuto alcun legame con quella che Sergio Bonelli aveva annunciato dal suo Giornale (aprile 1995), all'inizio degli eventi che, dal n.241 ("Vento rosso"), avrebbero condotto Jerry da Manaus a New York, alla riscoperta delle proprie origini. La tappa successiva doveva essere il Giappone (un paese che richiama Ishikawa, il carismatico nemico di Jerry nella saga di New York) ma Jerry, � storia nota, fece un brusco ritorno in Amazzonia con il n.273. E in questa saga in Asia il Giappone non si � neanche visto... Quel lontano progetto, che si poteva ritenere, in precedenza, rinviato di qualche anno, sembra quindi definitivamente accantonato e le vicende newyorkesi una mera parentesi nella vita editoriale di Jerry, senza conseguenze (se non l'incontro col padre). Jerry se ne ritorna, infatti, in Amazzonia, senza neppure una fermata in Giappone... riproponendo, come un macigno, tutti i problemi della serie.

    Gli autori che si sono succeduti a Sergio Bonelli non sono mai riusciti a entrare in piena sintonia con il personaggio nell'ambiente da cui Jerry si � proposto in edicola dal 1975 (a questo proposito, rinviamo all'articolo "Mister No e la giungla: un destino cui non ci si pu� sottrarre?"). Molto meglio � andata con la riscoperta delle origini di Jerry e le storie dedicate al suo passato, oppure con storie dedicate al personaggio "on the road". Storie che avevano detto qualcosa di nuovo su Jerry o che, comunque, si leggevano con grande interesse.
    Purtroppo, anche questo percorso alternativo � stato interrotto: oltre alla frettolosa e sospetta fuga da New York e al mancato ritorno di Ishikawa in Asia, sono scomparse da qualche anno tutte le pubblicazioni speciali di Mister No (almanacchi, speciali e maxi) che, secondo quanto annunciato sempre nel fatidico 1995, avrebbero dovuto colmare le lacune del passato di Jerry. Un percorso che � il solo ad aver detto qualcosa di nuovo di Jerry negli ultimi quindici anni. La parola d'ordine alla redazione della Bonelli sembra essere, invece, "Amazzonia, sempre e comunque".

    L'avventura continua? Cos� recita lo slogan che dal 1995 accompagna l'ultima tavola degli albi di Mister No. Certo � che ora quella scritta perder� nuovamente significato, n� sembra che la serie possa avere ancora qualcosa da dire insistendo con questa rotta. Questo momento editoriale ricorda troppo le sensazioni negative gi� provate con il n.273 che, purtroppo, si confermarono puntualmente. E se la storia passata insegna...

    ... allora buona fortuna, Jerry.
     

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