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" Una foto che scotta"


Pagine correlate:

Finzioni pulp retr�
recensione di Emanuele De Sandre

Mulligan fa di Jerry Drake il protagonista cartaceo di una vicenda che lui stesso sta vivendo, Mister No deve aiutarlo ad uscirne vivo nella realt�. E tutto per una foto misteriosa che forse ritrae un falso matrimonio. Cul de sac: Hollywood, il regno dell'inganno...



TESTI
Sog. e Sce. Michele Masiero    

Pulp, molto pulp. Pure troppo...
Mister No legge le "sue" avventure!
disegni di Alessandro Bignamini (c) 2002 SBE

Pulp, molto pulp. Pure troppo. Le intenzioni iniziali di Masiero illudono il lettore, ma lo sviluppo della storia, e in particolare la sceneggiatura, alla fine lasciano secondo noi l'amaro in bocca. Vediamo perch�, scandendo una ad una le finzioni che lo scrittore pone sulla strada del lettore fino all'ultima enigmatica vignetta.
  • Finzione 1: l'avventura nell'avventura. Dopo una iniziale galleria di cattivoni da operetta, l'albo sembra decollare con un interessante stratagemma: Mister No riceve da Mulligan un albo contenente le avventure dell'investigatore Jerry Drake, un detective chandleriano disegnato sulla fisionomia dello stesso Mister No. Con esso un biglietto aereo. Grande delusione quando scopriamo che l'uso dell'albo non � che un escamotage per raccontare, facendole interpretare a Jerry Drake, le vicissitudini accadute realmente ad un soccombente Mulligan, scrittore del racconto in questione. L'alternanza tra realt� e finzione a cui si era indotti a sperare non viene sviluppata, e la doppia veste di Jerry (investigatore pulp e Mister No) viene presto abbandonata.
  • Finzione 2: la foto fantasma. Interessante il leit motiv della caccia alla foto. Tutti la cercano, ma nessuno sa dove e se esista realmente. Si consideri che lo scatto in questione avrebbe dovuto ritrarre un matrimonio giocoso (il ricco Mills e l'astuta attricetta Dorothy Lamarr) e invece immobilizza nel tempo una prova di connubio vero, esponendo al ricatto il multimiliardario. Riassumendo: la foto, una rappresentazione della realt�, racconta di un evento creduto falso ma che invece si rivela concreto ed effettivo (il matrimonio).
  • Finzione 3: Hush Hush! Buona l'idea di tirare in ballo il giornalismo scandalistico che in quel periodo storico andava prendendo piede.
    Dei che ghea femo!
    Gita a Venezia!
    disegno di Alessandro Bignamini (c) 2002 SBE
       
     
    Ma a questo punto la carne al fuoco � gi� davvero tanta. "Si sa" che nelle riviste scandalistiche, un pizzico di verit� � ammantato da palate di fantasia pi� o meno cattiva e corrosiva. A questo punto abbiamo una foto che non si sa se esiste, e che rappresenta un matrimonio vero che era creduto falso; un investigatore di fantasia che dovrebbe vivere le avventure dello scrittore che lo ha creato; una rivista scandalistica che vuole dare in pasto all'America un bello scandalo, a prescindere dalla quantit� di verit� che lo sorregge. E un bel mazzo di doppiogiochisti.
  • Finzione 4: i doppiogiochisti. Dorothy, Kemper, Reeves, Garcia, l'agente CIA Hiden, persino il tenero Mulligan ha un segreto finale da svelare. Tutti contro tutti, a costo di giocare su due tavoli contemporaneamente. Solo Mister No e un imbalsamatissimo Esse Esse si lasciano travolgere dagli eventi e manovrare come pedine di un gioco sul quale non alcun controllo. Cosa non ci � piaciuto? Che in fondo tutti i tradimenti erano pi� o meno annunciati. Nessun colpo di scena eclatante, nessun colpo di genio dei nostri eroi. Tutto troppo classico, sino anche alle soglie del vecchio.
  • Finzione 5: ciak si spara. Portare a Hollywood i protagonisti vuol dire potersi permettere tutto, sia come scenografie, sia narrativamente. Masiero invece si limita a far correre i protagonisti da uno studio all'altro, ambientandovi "normali" sparatorie. Splendidi i disegni di Bignamini, divertente il rifugiarsi a Venezia, ma troppo poco per le potenzialit� che l'ambientazione offriva.
  • Pulp retr�. Siamo al punto della questione: non critichiamo la mancanza di spunti e di idee. Siamo delusi da come sono state sviluppate, e da come sono state rese in sceneggiatura. Di pulp qui c'� ben poco, a meno di non considerare il termine nel suo senso deteriore, cio� quello di lavori tirati via, scritti velocemente senza andare a cercare raffinatezze. Il pulp che piace a noi � invece quello grezzo e sanguinolento dai dialoghi asciutti, dove tra un cazzotto e l'altro non c'� spazio per un "prendi questo, maledetto!" e intercalari del genere. Ci stanno, niente di sbagliato. Ma non ci convincono.
    Un pulp che scolora nel noir, ma anche qui � un nero stinto, decisamente retr�: i gangster, la fatalona, l'investigatore un po' fesso e trasandato. Personaggi che ci stanno, certo. Ma qui non presentano, a nostro avviso, nessuna novit� rispetto ai personaggi triti e ritriti di tanta letteratura e di tanto cinema. Nulla di nuovo, solo macchiette. Peccato. Pu� darsi che questa fosse proprio l'emozione che l'autore voleva suscitare, a noi, e ci dispiace ribadirlo, il tutto lascia il gusto insipido dell'occasione mancata.
  • Finzione finale. Decisamente straniante l'ultima vignetta dell'albo conclusivo. Un interrogativo quasi dylandoghiano che non sentiamo in sintonia con la serie: l'avventura che abbiamo appena finito di leggere � stata realmente vissuta da Mister No, o � solo un parto della penna di Mulligan? O Mulligan sta leggendo una storia tratta da una reale avventura di Mister No? Un dubbio del quale non sentivamo la mancanza, visto tutti quelli che l'albo aveva gi� suscitato in noi.



    DISEGNI
    Alessandro Bignamini    

    Possente prova di bravura e di resistenza del disegnatore. Qualit� e quantit�. Impressionante la cura dei dettagli e la meticolosit� con cui vengono rappresentati gli ambienti. I due albi si reggono quasi per intero sulle splendide tavole di Bignamini. Oltre ad aver caratterizzato ottimamente tutti i personaggi, cosa non facile visto che sono moltissimi, il disegnatore si diverte a ritrarre con maniacalit� i feticci del periodo storico americano in questione. Il lettore potr� divertirsi a scovare i tanti ammiccamenti al cinema e alla letteratura del periodo grazie proprio al dettaglio che Bignamini ha saputo trasportare nelle 188 tavole. Una cosa sola ci lascia perplessi. Lo stile: Bignamini � troppo moderno per questo Mister No. Ci piacerebbe vederlo all'opera su Dampyr, o Napoleone, e forse anche su Dylan Dog.
    Unica cosa che lo allontana dalla perfezione dei sette settimi: l'eccesso di dettaglio schiaccia le prospettive e avvicina i piani all'interno di una stessa vignetta. Troppa cura dei particolari a volte soffoca la profondit� e l'ariosit� di cui a volte anche una vignetta piccola ha bisogno.

    Una ragazza di sana e robusta costituzione
    L'investigatore Drake sa scegliere i suoi clienti...
    (c) 2002 SBE



    GLOBALE
     

    Una doppia storia molto spettacolare dal punto di vista grafico ma poco accattivante narrativamente. Copertine e titoli in sintonia con gli albi: senza infamia e senza lode. Notiamo per che in entrambe le illustrazioni Mister No sembra farsi sorprendere alle spalle. Commento personale: ci sembra che questo Mister No dica di si a tutti e e che si opponga agli eventi con poca grinta rispetto a quanto il suo leggendario soprannome richiederebbe...


     

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